(Adnkronos) – L’Unione Europea tenta di trovare l’unità nel sostegno militare all’Ucraina davanti all’offensiva diplomatica degli Usa di Donald Trump, che trattano con la Russia in Arabia Saudita sul futuro del Paese invaso, senza la partecipazione degli interessati. “Nessun accordo trovato senza l’Ue e senza l’Ucraina funzionerà”, ha ripetuto a Bruxelles l’Alta Rappresentante dell’Ue Kaja Kallas, a margine del Consiglio Affari Esteri, convocato a tre anni esatti dall’inizio dell’invasione russa. E proprio oggi c’è stato l’incontro di Trump con Macron sulla questione. L’ex premier estone si recherà quindi domani a Washington per incontrare il segretario di Stato americano Marco Rubio. L’intero collegio dei commissari (tranne cinque, impegnati a Bruxelles per vari motivi, tra cui l’ungherese Oliver Varhelyi) si è spostato a Kiev insieme alla presidente Ursula von der Leyen e al presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa, per segnalare anche visivamente il sostegno dell’Ue al Paese invaso dai russi. In Ucraina, ha detto Costa, “la pace non può essere un semplice cessate il fuoco. Deve essere un accordo duraturo. La pace non dovrebbe ricompensare l’aggressione. Dobbiamo imparare la lezione degli accordi di Budapest e di Minsk”. Secondo indiscrezioni, circolate alla fine della settimana scorsa, oggi avrebbe dovuto essere annunciato un piano multimiliardario di aiuti militari all’Ucraina, ma così non è stato. Come d’abitudine, si sono messe di traverso Ungheria e Slovacchia, apertamente contrarie secondo fonti diplomatiche europee, ma anche Francia e Italia hanno chiesto delucidazioni in merito. Kallas ha detto di sperare che il nuovo piano venga approvato nel Consiglio Europeo straordinario, convocato da Antonio Costa a Bruxelles per giovedì 6 marzo. Ursula von der Leyen, a Kiev, ha potuto solo annunciare, per ora, un nuovo imminente esborso da 3,5 miliardi di euro di aiuti all’Ucraina, probabilmente nel quadro del programma di assistenza macrofinanziaria già in vigore. Lo stop al piano straordinario che avrebbe dovuto rappresentare la risposta dell’Ue agli annunci che piovono dagli Usa, conferma le straordinarie difficoltà che l’Unione ha nel procedere con la speditezza che sarebbe necessaria in materia di politica estera, dove è necessaria l’unanimità a 27. L’ex presidente della Bce Mario Draghi ha detto di aspettarsi che nelle prossime settimane e mesi i Paesi Ue discutano di procedere con cooperazioni rafforzate o semplicemente per via intergovernativa, superando i veti. Tutti a Bruxelles attendono che si formi un nuovo governo in Germania, dopo le elezioni di domenica. Kallas ha detto di augurarsi che un nuovo esecutivo si insedi a Berlino “il prima possibile”, dato che “ci sono decisioni da prendere” e la Germania è indispensabile perché l’Ue possa procedere. Intanto il Consiglio ha approvato il sedicesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia da quando è iniziata l’invasione dell’Ucraina, concentrato tra l’altro sulla cosiddetta ‘flotta ombra’ di petroliere che Mosca utilizza per vanificare il tetto al prezzo del petrolio russo che l’Occidente ha tentato di imporre, senza grande successo. Vengono anche colpite, tra le altre cose, le esportazioni in Russia di console da videogiochi, apparecchi che possono essere utilizzate per radiocomandare i droni che vengono utilizzati contro l’Ucraina. Kallas ha detto che l’Ue è già al lavoro per un “diciassettesimo pacchetto” di sanzioni contro Mosca.Kallas, che viene dall’Estonia, un Paese direttamente esposto alla minaccia di una Russia ritornata imperiale, non ha nascosto il suo profondo dissenso rispetto alle ultime affermazioni arrivate da Washington riguardo all’Ucraina. “Se guardiamo ai messaggi che arrivano dagli Usa, è chiaro che la narrazione russa vi è fortemente rappresentata”, ha detto Kallas, per poi criticare direttamente le affermazioni del presidente Donald Trump. “Quando ho sentito la prima volta” le frasi in cui il presidente degli Usa definiva Volodymyr Zelensky un “dittatore”, ha affermato, “ero sicura che si fosse sbagliato e avesse confuso le due persone”, cioè Vladimir Putin e il presidente ucraino.”Perché la Russia – ha continuato – non ha avuto elezioni” libere “in 25 anni, mentre Zelensky è stato eletto in libere elezioni. E non si possono tenere elezioni mentre c’è una guerra e devi combattere il nemico”.
Kallas non ha nascosto la profonda inquietudine che i messaggi giunti da Washington
hanno generato in Europa, che vede messa in dubbio la validità dell’ombrello protettivo della Nato. “E’ chiaro che le dichiarazioni che arrivano dagli Stati Uniti” in merito al futuro dell’assetto di sicurezza europeo “preoccupano tutti” nell’Ue, ha sottolineato, per poi ricordare che l’articolo 5 del trattato dell’Atlantico del Nord, che prevede l’obbligo di aiuto reciproco, è scattato una volta sola, e a beneficio degli Usa, dopo l’11 settembre 2001. L’Estonia, un Paese che ha 1,37 milioni di abitanti, ha ricordato ancora, ha perso “dodici soldati” nelle guerre che seguirono all’attacco contro le Torri Gemelle. I Paesi nordico-baltici hanno formato una ‘coalizione’ favorevole ad aumentare gli aiuti per l’Ucraina. Mentre a Bruxelles i ministri degli Esteri tenevano un ‘doorstep collettivo’, i presidenti di Finlandia, Lettonia, Lituania e Ucraina e i primi ministri di Danimarca, Estonia, Islanda, Norvegia e Svezia da Kiev assicuravano che i loro Paesi aumenteranno ulteriormente gli aiuti militari a Kiev. Il ministro degli Esteri estone, Margus Tsakhna, ha rilanciato l’idea di confiscare i 300 miliardi di euro di beni congelati alla Russia nell’Ue, per usarli in aiuto dell’Ucraina. La connazionale Kallas ha detto che, anche se un accordo sulla confisca non verrà raggiunto entro fine mese dato che il tema resta controverso, “un Paese” che in precedenza era contrario a questa mossa è ora passato dalla parte di chi la sostiene. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)