Il ruolo delle emozioni: il dosaggio consigliato secondo “Inside Out 2”

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“Non spetta a noi decidere chi è Riley”: in “Inside Out 2” le Emozioni attorno all’Albero della coscienza di sé giungono alla consapevolezza di chi siano e di quale sia il loro vero compito.

Nel secondo capitolo di Inside Out targato Disney Pixar (uscito nelle sale il 19 Giugno e attualmente ancora al cinema), Riley, diventata un’adolescente inconsapevole, ci insegna a saper distinguere emozioni che diventano sempre più complesse, in un ambiente sempre più affollato. Il colore di ognuna è sgargiante e i loro tratti riconoscibili, ma nella vita reale è un pò più complicato. In particolare, l’adolescenza ha fame di esperienza e ha bisogno di più scelta per formare e crescere un piccolo essere umano: ecco quindi apparire Imbarazzo, Invidia, Noia e Ansia.

Trama

Riley ha ormai 13 anni, due amiche del cuore e una possibilità: la borsa di studio per il liceo dei suoi sogni, accessibile tramite il suo innato talento per l’hockey. Amicizia e sport: è questo il terreno fertile per presentarci emozioni che, nell’immaginario collettivo, sono catalogate come negative. Come Invidia, che in realtà non è altro che ammirazione verso qualcosa all’infuori di sé stessi, che può portare all’ambizione e all’impegno. O Ansia, il “troppo amore” per sé che andrebbe semplicemente dosato.

Con il sopraggiungere dell’adolescenza gli equilibri vanno ristabiliti al quartier generale e gli inquilini originari (Gioia, Tristezza, Disgusto, Rabbia e Paura) fanno la conoscenza dei nuovi protagonisti – o, inizialmente, antagonisti dell’equilibrio prestabilito: Riley è formata. Ha (o meglio, è) un albero della personalità, dove è un’immatura bravissima persona. Gioia ha elaborato un sistema di eliminazione di ricordi non necessari e di immagazzinamento di quelli utili alla costruzione di una Riley che – come dice lei – funziona. Ma il mondo reale muta e la giovane non ha gli strumenti: tempismo perfetto. Ansia spodesta Gioia con un piano ben studiato, ma individualistico. Per questo, le emozioni primarie vengono silenziate.

Inizieranno un viaggio per tornare al comando, ma anche un percorso personale che li porterà ad interrogarsi su chi sia al potere veramente.

Le emozioni

Ansia è colei che si prende la scena, colei che apparentemente ha tutte le risposte e un piano cucito ad hoc per fare in modo che Railey si salvi ed eccella per il resto della vita. Inizialmente Ansia propone alla sua protetta un comportamento furbo e perfezionista, che torna utile per ciò che vuole ottenere: ma per arrivare alla cosiddetta perfezione serve energia. Troppa energia.

Gioia si indebolisce, non c’è più spazio per lei, non trova risorse.
Ha una possibilità di rivalsa quando incontra gli operai dell’immaginazione e trova i grafici intenti a disegnare possibili scenari catastrofici per Railey (le cosiddette possibilità da fugare), trasformando questa occasione in un grandissimo insegnamento di impegno positivo: e se invece andasse tutto bene?

La pratica voluta da Ansia sarebbe diventata infatti controproducente per un meccanismo mentale che conosciamo bene: la preoccupazione. Sì, perché per visualizzare quegli scenari l’emozione deve proiettarli ad una Riley che ne soffrirebbe.

Questo insieme di situazioni – e il meccanismo di creazione di una nuova coscienza di sé, focalizzata solo sul perfezionismo e l’assenza di svago – distrugge la ragazza, in una scena commovente di un vero e proprio attacco di panico.

Signori e Signore, hanno creato, disegnato e riprodotto una scena cosi realistica da far rabbrividire.

Cosa succede durante un attacco di panico? È un turbinio, è caos, è la punta dell’iceberg.
È un vero e proprio meccanismo che si innesca e non si ferma. Vediamo Ansia stessa in preda alla preoccupazione per ciò che ha scatenato e che non riesce a disinnescare. Le emozioni in gruppo non riescono ad aiutarla. È sorda e impotente.

Il risultato finale è una Riley con una coscienza di sé comandata da un’emozione. La soluzione è ripristinare una vecchia coscienza di sé, comandata anch’essa da un’altra emozione? No.
Ciò che disinnesca è un abbraccio. Le emozioni abbracciano la ragazza e le dicono che può farcela. Aspettano che sia lei a intervenire.
Le immature emozioni si evolvono, capendo che non sono loro ad avere il potere su Riley: è lei che lo detiene.

Tornata in sé, la ragazza decide la persona che vuole essere, scegliendo lei quali emozioni utilizzare a seconda delle situazioni che vive. È lei che le usa, non sono loro che comandano lei. Ora l’armonia è ristabilita, dentro e fuori.

Un grandissimo insegnamento di vita.

a cura di
Michela Besacchi

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