Niccolò Fabi – Auditorium Parco della Musica, Roma – 21 maggio 2023

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Niccolò Fabi arriva a Roma, non con Una somma di piccole cose. Bensì, con una somma di grandi strumenti: quelli dell’Orchestra Notturna Clandestina

Niccolò Fabi sale sul palco, è emozionato dall’applauso che si scatena. Si ferma al centro del cerchio luminoso che sta sul pavimento in legno. Il cerchio che lo accoglierà suonare per le prossime due ore. Sta con le mani in tasca, guarda il pubblico, sorride ed esclama “casa è casa!”.

La prima cosa che dice è proprio questa: ogni volta fingiamo che il concerto a Roma non sia diverso da tutte le altre date del tour, ma lo è. Questa data che di solito viene fatta in apertura, in questo caso giunge quasi in conclusione. Come quando torni a casa dalla tua famiglia, dopo un viaggio, e racconti come è stato. Dici: è andato bene!

Solo

Il primo “atto” del concerto lo vede solo: lui, la voce, la chitarra e, a volte, la tastiera. Intimo, davanti ad una sala stracolma di persone, sedute e incantate. Persone che intonano più d’una volta le sue parole, in un coro bisbigliato ma il cui suono di ogni sillaba arriva forte e chiaro.

Il tour, di cui fa parte questa serata, porta in giro l’ultima novità di Niccolò Fabi: l’esperimento e la collaborazione con l’Orchestra Notturna Clandestina, da cui è nato il suo ultimo disco e capolavoro, “Meno per Meno”.

Uno dei significati profondi del tour è anche rispolverale quelle canzoni lontane e un po’ dimenticate da lui stesso, come La bellezza e Meraviglia. Stupendo tutti, suona perfino Capelli, quella canzone così difficile: il tallone d’Achille di un cantautore che ha sempre sentito stretta l’identificazione col brano che l’ha portato al successo.

Scaletta

Tradizione e tradimento
Una somma di piccole cose
È non è
La bellezza
Facciamo finta
Scotta
Meraviglia
Io sono l’altro
Capelli
Il negozio d’antiquariato

Con l’Orchestra Notturna Clandestina

È ora e qui, per citare una canzone di Fabi, che inizia la meraviglia. Con lui sul palco gli amici di sempre: Roberto Angelini, Filippo Cornaglia ed Alberto Bianco. Con lui sul palco anche i nuovi amici: l’Orchestra Notturna Clandestina con il Maestro Michelozzi.

Non ci sono mai state così tante persone a suonare con lui, non ci sono mai state così tante attrezzature e strumenti. Un’enorme carovana per portare a noi musica e parole. Loro, dice Nicc, sono fortunati ad essere lì, a fare questo lavoro nella vita. Noi, dico io, siamo fortunati a poter far godere cuore e timpani ascoltando Al di fuori dell’amore.

Un concerto del genere meritava, indiscutibilmente, l’acustica perfetta dell’Auditorium Parco della Musica di Roma. Quella musica che avrebbe potuto sopraffare la voce e le parole di Niccolò, ma non lo fa. Anzi, l’esalta. Ogni flebile respiro, ogni piccolo sospiro, che si sente nel microfono, viene messo in risalto dalla musica dell’orchestra. Le parole risuonano più forti, la musica le impreziosisce o sono loro a impreziosirla?

Davanti a tanta meraviglia, il pubblico non può fare a meno di alzarsi nella sua interezza ad applaudire sul finale di Una mano sugli occhi. Quello che potremmo definire l’apice massimo della maestrìa musicale, sì. Anche del tasso emozionale.

Sul finale di Costruire, invece, è Fabi che può sedersi ad ascoltare l’orchestra e poi alzarsi con il maestro a dirigerla, scatenandosi insieme, divertendosi facendo quello che fa da sempre sui palchi che in tanti modi diversi gli abbiamo visto riempire.

Il concerto finisce in modo inaspettato. D’altronde, chi è già stato ad almeno un concerto di Niccolò Fabi sa perfettamente che non lo chiude mai con Lasciarsi un giorno a Roma.