ENI: La musica di FORTE canta la generazione con gli affanni

ENI: La musica di FORTE canta la generazione con gli affanni
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La musica di FORTE attraverso esperienze di vita vissuta, osservata e ascoltata canta le incertezze dei trentenni che non sono mai vecchi ma che non hanno più vent’anni

Ascoltare e scoprire nuova musica è sempre stimolante, quando poi dal primo ascolto ti incuriosisce vuol dire che la musica è ancora vera, e che i “dischi migliori” si fanno ancora oggi. È il caso di Musica di FORTE, “Forte di nome e di fatto” ho esclamato dopo aver ascoltato “ENI” il secondo album di all’anagrafe Lorenzo Forte, autoprodotto, pubblicato lo scorso 5 maggio e distribuito da ADA Music Italy.

Le 9 tracce di “ENI” raccontano la generazione dei trentenni di oggi, pieni di domande con nessuna risposta o poche certezze. Interrogativi che spesso teniamo solo per noi per timore o per quasi rassegnazione. Questo senso di inadeguatezza si acuisce se un trentenne coltiva una passione che non garantisce un futuro certo, che “non ci sistema” come vorrebbero i genitori che per “il nostro bene” ci spingono a fare concorsi o altro.

Ci vorrebbero diversi, ma noi siamo la generazione delle false promesse, degli affanni, delle contraddizioni, che grazie alla musica riusciamo a raccontare quello che a parole non facciamo. La generazione dei bilocali, divisa tra chi è andato via dalla sua terra d’origine per un futuro migliore e chi ostinatamente resta nella sua terra lontano dalle opportunità, e che le opportunità se le crea.

Le origini dell’artista nella sua musica

Siamo sicuri che è anche grazie alla campagna del Salento a pochi passi dal mare, agli amici di sempre e alla vecchia chitarra del padre che La musica di Lorenzo è così FORTE, e si esprime attraverso canzoni “malinconiche”, ma con un barlume di speranza.

E così con i Nirvana e i Radiohead nelle orecchie, la simpatia per le sonorità folk e indie pop e una riscoperta passione per il cantautorato che La musica di FORTE racconta esperienze di vita vissute o anche solo osservate o ascoltate, di qui la scelta di inserire messaggi vocali nelle canzoni.

Con una curiosità ancora più solleticata del solito abbiamo contattato Lorenzo per rivolgergli alcune domande su ENI, della collaborazione rodata con Matilde Davoli e di messaggi vocali e non.

Ecco come ci ha risposto.

“ENI” Cover
Ciao Lorenzo, benvenuto su The Soundcheck. È appena uscito “ENI” il tuo secondo album, da curiosa quale sono ti chiedo subito: perché ENI?

Il titolo è semplicemente preso dal primo messaggio vocale che apre il disco.

Bene, a proposito di questo primo messaggio vocale, appena ascoltato ho pensato “caspita sembra mia madre”. A volte i genitori contribuiscono ossessivamente a quel senso di inadeguatezza di noi figli, quasi vorrebbero fossimo persone diverse (cit. I dischi migliori), ma sono proprio loro i nostri “porti sicuri”. Come i tuoi hanno “influenzato” la tua vita artistica?

Sicuramente hanno avuto una forte influenza ma non saprei dire quale. Si sono molto interessati a questi miei ultimi lavori, forse perché più affini ai loro gusti, questo mi fa molto piacere ma ovviamente il percorso artistico che ognuno di noi cerca di intraprendere è un viaggio estremamente personale, e la maggior parte delle volte bisogna fare i conti con noi stessi più che con gli altri. Vengo da un’ottima famiglia e sono molto fortunato.

Con la scelta di inserire parti di registrazioni vocali vuoi rimarcare il tuo intento di raccontare storie di vita quotidiana o hai un’altra motivazione? Oggi forse anche i messaggi audio ci assillano un po’, che ne pensi?

Assolutamente sì, i vocali, come tutte le conversazioni che affrontiamo, ci portano a riflettere e quindi a generare pensieri e opinioni che molto spesso ci danno l’ispirazione per scrivere. La scelta di inserirli nelle canzoni viene proprio da questo.

“Va tutto bene”, la classica risposta ai disinteressati e fugaci “Come stai?” che ci sentiamo chiedere ogni giorno. Va tutto bene è il mantra di “Tastiera” focus track dell’intero album e singolo ufficiale o il mantra della vita? La musica aiuta a prendersi il tempo per sé, per riflettere, farsi domande e darsi risposte, ascoltarsi ed essere se veramente sé stessi?

La musica aiuta a raccontare e a raccontarci la nostra verità. Non per forza giusta, non per forza bella, spesso non quello che vorremmo sentirci dire, ma comunque la verità, la nostra verità.

Guarda il video di “Tastiera” su YouTube
Se potessi scegliere un “Superpotere” quale sceglieresti? E quali sono, invece, i tuoi “Dischi migliori”?

Se potessi scegliere un superpotere sceglierei quello di fermare il tempo ogni volta che voglio, per meditare meglio su ogni singola cosa ed essere meno istintivo
I miei dischi migliori sono “the Freewheelin’ Bob Dylan” di Dylan, “In Utero” dei Nirvana e “Harvest” di Neil Young.

Leggendo i crediti di ENI ho notato un nome a me famigliare, quello di Matilde Davoli. Com’è stato lavorare con lei?

Non è la prima volta che lavoro con lei, è come una sorella per me e credo sia uno dei più grandi talenti della mia terra. È sempre stata una lavoratrice molto professionale, la ringrazio tantissimo per la dedizione e la pazienza che mette nel suo lavoro.

Dal tuo precedente album ben due tracce, “Be. Bo” e “Anni”, sono state scelte per la colonna sonora di “SKAM 5”, una serie tv. Ti piacerebbe in futuro scrivere per il cinema?

Ovviamente sì, ne sarei onorato.

Ascolta “ENI” su Spotify

a cura di
Mariangela Cuscito

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Mariangela Cuscito

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