Lucio Corsi – Lokomotiv Club, Bologna – 13 maggio 2023

Lucio Corsi – Lokomotiv Club, Bologna – 13 maggio 2023
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Atterra al Lokomotiv Club di Bologna Lucio Corsi, cantautore e musicista toscano tra le firme più raffinate del nuovo cantautorato italiano. Il tour nei club dell’artista preannuncia un tour estivo che si preannuncia ricco di appuntamenti

Aspettative

Non lo nego, le mie aspettative erano molto alte. Da anni nell’ambiente musicale a me più vicino sento ripetere in maniera più o meno spasmodica il nome di Lucio Corsi: incuriosito da tutto questo chiacchiericcio, comincio ad ascoltare i suoi lavori. Dalle orecchie, agli occhi e poi giù diretto verso il cuore, mi si apre un mondo affascinante e freak, poetico e semplice allo stesso tempo. Ne resto estasiato e non posso fare altro che bussare alla porta del cantautore, sperando che mi lasci entrare ad ascoltare tutte le sue storie.

Fonte: pagina ufficiale di Lucio Corsi

Sabato sera in un Lokomotiv club sold-out ho finalmente la possibilità di incontrarlo dal vivo per la prima volta. Prima che il concerto cominci, mi passa davanti Cesare Cremonini che si stabilizza lì a pochi passi da me: sento dire da più parti che i due siano molto amici e che il Cesare nazionale abbia molta stima del cantautore toscano. Non posso avere dubbi sui gusti di uno splendido cantautore che, peraltro, venera Freddie Mercury almeno quanto me; sento, ancora una volta, di essere nel posto giusto.

Lo show

Il concerto inizia e subito mi colpisce il portamento eccentrico del cantautore: le reference a David Bowie e al primo Renato Zero sono evidenti, tuttavia riesce, a livello visivo ed emotivo, a risultare estremamente credibile. Percepisco che non si tratti di un personaggio costruito, bensì di un’estensione della sua musica e di conseguenza della sua anima. Lo show prosegue tra ritornelli da cantare a squarciagola (“Astronave giradisco”, “Radio Mayday”), canzoni da ascoltare in religioso silenzio (“Onde”, “Orme”) e mantra da ripetere almeno due volte prima e dopo i pasti (“Trieste”).

“Che il vento no, non era un freno, ma una spinta
Utile per tenere le nuvole in viaggio
Per chi è fermo e non trova il coraggio
Vento che spinge sia le barche che gli uomini
Se non riescono a muoversi”

Imprevedibilità

In fase di incipit di questo live report ho usato, non a caso, il verbo “atterrare”. La sensazione, nell’accezione più positiva del termine, è che Lucio Corsi provenga da un pianeta lontano; un mondo interiore fatto di colori sgargianti, creature mitologiche, esseri umani fatti di sogni e debolezze, il tutto ricoperto da un sound armonioso e, al tempo stesso, imprevedibile. Sento nascere sul mio viso un sincero e spontaneo sorriso dinnanzi a metafore fortissime fatte, però, di immagini semplici e quotidiane. Un episodio mi colpisce e, questa volta, non si tratta di una canzone, ma di un testo recitato; il silenzio del club è quasi surreale a sottolineare il momento simil liturgico che stavamo vivendo.

Cosa faremo da grandi?

ll bis è una canzone per chi scrive già iconica, “Cosa faremo da grandi?”: una lunga metafora che ha come protagonista il mare, le conchiglie, le barche e soprattutto gli uomini rei di distruggere in un attimo ciò che hanno creato in secoli di fatiche.
«Buttando nel vento il lavoro di anni/ perché nemmeno da vecchi si sa cosa faremo da grandi».

a cura di
Donato Carmine Gioiosa

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