Roberto Ferri: il contemporaneo figlio del moderno

Roberto Ferri: il contemporaneo figlio del moderno
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Le opere di Roberto Ferri saranno in mostra a Palazzo Pallavicini a Bologna, fino al 12 marzo. Una contemporaneità dalle influenze moderne.

Roberto Ferri nasce a Taranto nel 1978. Frequenta il Liceo artistico Lisippo, dove si diploma nel 1996. La sua formazione pittorica inizia in questi anni come autodidatta e prosegue, nel 1999, quando l’artista si trasferisce a Roma per studiare i grandi mastri moderni, le cui influenze saranno visibili nelle sue opere. Nel 2006 si laurea in scenografia all‘Accademia di Belle Arti di Roma e, nel 2011, partecipa con le sue opere alla 54° Biennale di Venezia. Nel corso degli anni differenti mostre dell’artista sono state realizzate nelle sedi espositive più prestigiose. Le sue opere appartengono attualmente a collezioni pubbliche e private di varie parti del mondo.

Opere ed influenze

Le opere di Roberto Ferri, si collocano a metà strada tra il contemporaneo ed il moderno. Esse presentano nella costruzione compositiva ed iconografica dei forti richiami ai lavori dei grandi maestri moderni come Caravaggio, da cui l’artista apprende la lezione della gestione della luce, e Hayez, a cui sembra rifarsi in alcune composizioni.

Le opere di Ferri sono caratterizzate da un marcato realismo e da un profondo simbolismo. Le immagini che vengono tracciate appartengono alle tematiche moderne. Tra i protagonisti di alcuni lavori ritroviamo infatti differenti soggetti classici: la personificazione dell’amore sacro e di quello profano, il San Giovanni, di chiara derivazione caravaggesca, o ancora un San Sebastiano dalle cui ferite nascono fiori.

Se nelle opere di Ferri da un lato è possibile rintracciare le influenze dei grandi maestri, dall’altro pare trasparire un’atmosfera onirica, ben presente in alcune avanguardie artistiche del Novecento.

Achille, Roberto Ferri (fonte: Google)

Un tema che lega diverse opere di Ferri è indubbiamente lo scorrere del tempo, che l’artista cerca di bloccare tramite l’atto pittorico. Non di rado esso è rappresentato in rapporto al corpo umano, tramite inserzioni di oggetti simbolici o naturali, quali croci, rosari, piante, radici e fiori che paiono fuoriuscire o perforare i corpi.

L’onirico con cui ci rapportiamo nelle opere di Ferri, però, è ben distante da quello novecentesco dei surrealisti, o dei metafisici, esso al contrario appare più denso e cupo. Avvolto molto spesso dall’oscurità, con la quale si rapporta perfettamente.

La mostra

La mostra curata da Francesca Bogliolo, è prodotta e organizzata da Pallavicini Srl con il contributo della Liquid art system di Franco Senesi. L’esposizione, di sessanta opere divise per sezioni in varie stanze, si articola su un singolo piano.

La location è quella di Palazzo Pallavicini, un edificio del XV secolo. Nonostante l’immobile sia ricco di affreschi, questi non interferiscono in alcun modo con la mostra, e si riesce perfettamente ad evitare un senso dispersivo.

San Giovanni, Roberto Ferri (fonte Google)

Anche la gestione dei pannelli è degna di nota: la quantità di informazioni in essi contenute, non è eccessiva ed il linguaggio impiegato è scorrevole ed adatto a qualsiasi tipo di pubblico. Altrettanto importante è la gestione dell’illuminazione, la quale avviene principalmente dall’alto verso il basso, e salvo alcune eccezioni non presenta distorsioni, e non altera la visione dell’opera tramite riflessi luminosi.

Due sale a parte, infine, sono dedicate ai disegni. I bozzetti in mostra sono in alcuni casi preparatori di opere pittoriche, in altri, invece, sono semplicemente studi senza titolo, realizzati a matita. Anche in queste opere sono presenti le medesime tematiche, ed anche in questo caso, così come nelle opere pittoriche, è possibile riscontrare una marcata presenza di personaggi alati.

La mostra di Roberto Ferri, si rivela nel complesso, un ottimo lavoro, probabilmente non adatto al grande pubblico, ma indubbiamente di ampio impatto visivo, per via del forte realismo, e della grande capacità dell’artista di gestire la luce.

a cura di
Marta Canu

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