Sanremo 2023 – Pagelle serata “cover”

Sanremo 2023 – Pagelle serata “cover”
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Il virgolettato è d’obbligo, visto che la maggior parte delle esibizioni è stata più che altro un’autocelebrazione di sé stessi

Siamo al rush finale e, come ogni Festivàl che si rispetti, più ci si avvicina alla fine, più il corpo umano accusa maggiormente la fatica. Ieri per rimanere nei tempi programmati (le 2:00 di notte, nemmeno fossimo a un rave geriatrico) è stato tagliato l’omaggio a Lucio Dalla che probabilmente verrà recuperato questa sera durante la finale di questo Sanremo 2023.

Ma passiamo alla serata “cover”, con i momenti più alti come Lorella Cuccarini eterna ventenne che “Vola” sul palco dell’Ariston e con il teatro sanremese che diventa un incrocio tra Festivalbar e discoteca di Alba Adriatica del 2003. Vince, lo sapete, l’architetto Mangoni Margo Mengoni, con una “Let It Be” con coro gospel come per dire “la vinco facile”. Anche qui, capisco l’internazionalizzazione del Festival, sacrosanto, ma nella serata “cover” dovrebbero essere celebrate, se non le canzoni delle precedenti edizioni di Sanremo, quantomeno quelle della storia italiana. Infine, devo capire chi sia riuscito a votare i Colla Zio con Ditonellapiaga: la loro “Salirò” è stata molto carina, ma esibirsi all’una e mezza inoltrata con Amadeus che subito dopo blocca il televoto…

Ecco le pagelle della serata “cover” di Sanremo 2023:

Ariete & Sangiovanni – Centro di gravità permanente (Franco Battiato)

Ariete, conscia delle sue caratteristiche vocali, abbassa il tono e sussurra le parole. Sangiovanni, voglio credere per l’emozione, distrugge tipo palla demolitrice le parti alte. Molti si sono incazzati per una defaiance di Ariete dimenticando il testo, io l’ho trovata tenera. Capita. Peccato davvero per l’accoppiata con Sangiovanni che ha affossato tutto. Voto 5, tensione e cattive compagine

Will & Michele Zarrillo – Cinque giorni (Michele Zarrillo)

Prima inquadratura al pianoforte e credo di vedere uno special di “Up!” della Pixar. Ma quel simpatico canuto suonatore non è il vecchietto del cartone animato, ma Michele Zarrillo. Will canta Zarrillo e arriva a note con evidente autotune. La sensazione di vedere una versione più patinata di un “Amici di Maria De Filippi” è potente in me. Poi Up! Zarrillo prende in mano la situazione e penso: “Ma costui canta ancora come quarant’anni fa”. La classe. Voto: 5,5, la Pixar salva tutto

Elodie & Big Mama – American Woman (The Guess Who)

Il prossimo che annuncia o scrive per l’ennesima volta che “American Woman” è un brano di Lenny Kravitz, corro nudo per l’A14 urlando “È arrivato il Papa Nero”. A parte questo, bell’arrangiamento e interpretazione interessante, nche se la pronuncia di Elodie è da “Mammammia, pepperronni”, anche se Big Mama si introduce con un inciso rappato e poi se ne va, esibizione molto energica. Credo che tutti ci siamo innamorati di Elodie stasera. Voto: 7, Elodie’s Dream

Olly & Lorella Cuccarini – “La notte vola” (Lorella Cuccarini)

Mi sono lamentato dell’autotune sul brano di Zarrillo, qui invece ha un senso, dato che “La notte Vola” è nata come canzone ballereccia. Qui l’anima dance c’è tutta. Quando arriva Lorellona nazionale tutti ci chiediamo: “È una vampira, non è possibile”. Scende le scale con nonchalance, canta mentre esegue la coreografia, è gargantuesca sul palco ma lascia il giusto spazio a Olly. Immaginatevi questa versione con bassi un po’ più pompati. Magia. Voto: 7, playlist del Furiosa

Utimo & Eros Ramazzotti – Medley di Eros Ramazzotti

Si inizia con pathos, poi, la magia: Eros con sguardo colmo di stupore e panico che esclama: “…Sai che non me la ricordo?”. Era “Un’emozione per sempre”, c’era il gobbo elettronico con i caratteri gialli su sfondo nero. Ultimo che ride, giunge in insoccorso e pensa “Ecco, mi sono giocato un buon posizionamento”. Noi, però, abbiamo guadagnato un momento surreale ma reale Il resto è un concerto di Ramazzotti feat. Ultimo. Voto :6,5 Lapsus ramazzottiano

Lazza & Emma & Laura Marzadori – “La fine” (Nesli, reinterpretata da Tiziano Ferro)

Cover della cover. Si vola. Fino a quel momento della serata, forse, la interpretazione migliore. Incredibile, parlando di Lazza. Emma lascia spazio al concorrente e Laura Marzadori impreziosisce con il violino non indispensabile, ma arricchente. Poi Lazza caccia via il pianista dell’orchestra e va a suonare per i fatti suoi. Così, de botto. Voto: 7+, cover della cover per la serata “cover”

Tananai & Don Joe & Biagio Antonacci – “Vorrei cantare come Biagio” (Simone Cristicchi)

Tananai personalizza il pezzo più divertente di Cristicchi. Canta di Biagio Antonacci. Canta in maniera così convincente che Antonacci si palesa davvero. Tra le trovate più riuscite e geniali nella sua semplicità. In più il medley successivo delle hit di Biagio è davvero coinvolgente. E poi via, a fare stragi di milf e squinzie. Voto: 7,5, Tananai chiama, Antonacci risponde. Milf-segnale attivato

Shari & Salmo – Medley di Zucchero “Hai scelto il diavolo in me”

Lei ha del potenziale, ma ha la gola strozzata e quei vocalizzi no, non impreziosiscono lo spezzone di “Hai scelto me”. Arriva Salmo e Shari si limita a fare “mmmm” e “yeh yeh yeah”. Boh. Forse ha chiesto a Salmo di sostituirla per la gara, fatto sta che è il rapper sardo a fare il 90% del lavoro. Voto: 4+, Salmo sostituto inaspettato di Shari in gara

Gianluca Grignani & Arisa – “Destinazione paradiso” (Gianluca Grignani)

L’autocelebrazione di sé con una canzone per lui importante, se non fondamentale. Purtroppo, qualcosa non va. Non tanto l’accoppiata con Arisa, che potrebbe anche starci, ma ognuno va per la sua strada. Grignani inciampa anche per le scale. Melozzi invoca Vessicchio che come un dio si materializza per aiutare a dirigere mano nella mano un’esibizione particolare. Da molti bistrattato, invece al sottoscritto è piaciuto il momento in cui ha tentato di incitare e coinvolgere il pubblico di Sanremo 2023. Il resto, però… Voto: 4,5, destinazione uscita d’emergenza

Leo Gassmann & Edoardo Bennato & Quartetto Flegreo – Medley di Edoardo Bennato

Bennato può tutto. Con Bennato è tutto più bello. Anche Leo, con canotta da allenamento di gara di rutti eleganti, se la cava bene. Gran bel momento, col Quartetto Flegreo che unisce Smoke on the Water e Il Rock di Capitan Uncino uniti ottimamente. Voto: 7+, c’è solo un Capitano (Uncino)

Articolo 31 & Fedez – Medley Articolo 31

Fedez no, non ha suonato le note di “Italiano Medio”, ma ha fatto finta in maniera quasi convincente. Il medley, lo ammettiamo, è molto figo. Dj Jad sembra Mauro Repetto, tra balletti e freestyle così, di botto. Voto: 7, gente che spera più infiltrato alla festa

Giorgia & Elisa – “Luce (Tramonti a nord est)” (Elisa) / “Di sole e d’azzurro” (Giorgia)

“Sei brava tu”, “No, sei più brava tu”. “Ok, siamo brave”. Così possiamo riassumere il duetto tra Giorgia ed Elisa. Nella top 3 delle esibizioni di questa serata “cover” di Sanremo 2023, ma il pubblico questo non lo sa e le piazza impietosamente quarte. Voto: 8, togliete il televoto al pubblico, plìz

Colapesce Dimartino & Carla Bruni – “Azzurro” (Adriano Celentano)

Carla Bruni direttamente da un film di James Bond degli anni ’70. O da una puntata di “Hazard” nei panni della cugina di Daisy. Fatto sta che Colapesce e Dimartino con l’ex super top model è una dimostrazione di leggerezza ed eleganza senza cadere nella macchietta. Tanta roba. Come per il caso di prima, il pubblico casalingo di Sanremo 2023 non lo sa e li piazzano fuori dalla top 5. Voto: 7,5, eleganza non per tutti

I Cugini di Campagna & Paolo Vallesi – “La forza della vita” (Paolo Vallesi) / “Anima mia” (I Cugini di Campagna)

Nel dormiveglia ho pensato che mi avessero fatto uno scherzetto e che mi avessero messo dell’LSD e che stessi vedendo i Teletubbies duettare con Marco Masini ringiovanito (ma con l’impianto del bulbo pilifero odierno). Rinsavisco con uno Jägermeister, la vista si fa più nitida: sono i Cugini di Campagna e Paolo Vallesi. Sono confuso. Qualcuno li taccia di playback. Per accertarmene mi servirebbe un sorso di Centerba, ma decido di naufragare nel dubbio esistenziale. Voto: 7, viaggio lisergico

Marco Mengoni & Kingdom Choir – “Let it be” (The Beatles)

Qualcuno porta i bimbi sul palco di Sanremo 2023, qualcun altro fa entrare un’intero coro gospel. Possiamo dire che questa esibizione è la paraculata maggiormente di classe di tutta questa serata di Sanremo 2023? No? Ok, lo scriviamo, allora. Uno sfoggio di tecnica e un pizzico emozionale, ma col coro gospel (che ci sta) è tutto più bello (e più facile, diranno i malvagi). Voto: 7+, bonci bonci bom bom bom

Gianmaria & Manuel Agnelli – “Quello che non c’è” (Afterhours)

Sono vent’anni che Agnelli canta meglio della sua controparte più giovane e qui lo rimarca con un certo impeto, con quegli acuti e quelle note tenute con fermezza da fare invidia a un blocco di granito. Poi c’è Gianmaria. Spaventato come se avesse visto l’uomo nero. Manuel gli porge la mano, stile Gesù Cristo nei confronti di San Tommaso. Si calma. È tutto finito e va tutto bene, Gianma. Voto: 6,5, don’t worry, be Manuel Agnelli

Mr. Rain & Fasma – “Qualcosa di grande” (Cesare Cremonini)

Mr Rain e Fasma, che per tutto il tempo ho chiamato Karesma (forse l’amaro di prima era particolare), si esibiscono in un pezzo cardine per il pop dei primi 2000 in un pezzo che, se non fosse per quell’autotune da mixer impazzito, sarebbe anche un buon pezzo inquietante. Invece fa solo un po’ cagare. Peccato. Voto: 5-, c’è qualcosa di grande (il valore del vocoder nel mixer)

Madame & Izi – “Via del campo” (Fabrizio De Andrè)

“Eresia, De Andrè con l’autotune”. Ok, ma c’è da dire che Madame nel corso degli ultimi anni lo usa sempre meno e scandisce molto meglio le parole. Izi sul palco di Sanremo 2023 rutta per tutto il tempo e rovina un po’ un tributo di una giovane a un caposaldo del cantautorato. Voto: 6, R&R, Rutti e Rispetto

Coma_Cose & Baustelle – “Sarà perché ti amo” (Ricchi e Poveri)

La cosa, signori miei, funziona. Funziona bene, dio mio. Così, tutti in fila, sembra la sagra del disagio, invece è tra i momenti realmente cover di tutta questa serata farsa. Un paio di chitarre in più, per il resto onesta interpretazione, dove addirittura si vede Bianconi, uscito direttamente da un poliziesco del 1973, sorridere. Voto: 7-, onestà in tappezzeria

Rosa Chemical & Rose Villain – “America” (Gianna Nannini)

Sembra un po’ “Beautiful People” ma allegra. Perde la carica grezza ed erotica dell’originale, ma è una buona reinterpretazione. Rose Villain, poi, ha una voce pazzesca (d’altronde, in passato ha militato in alcuni gruppi punk e ha retaggio rock, nonostante l’attuale via artistica differente). Rosa Chemical si conferma buon performer e cantante. Poi il plug esibito sul palco di Sanremo 2023 come la fiaccola della Statua della Libertà è eleganza incompresa. Voto: 7-, Rosa N’ Roses

Modà & Le Vibrazioni – “Vieni da me” (Le Vibrazioni)

Sarcina gonfio come una zampogna durante la guerra dei Cent’anni, sul palco dell’Ariston fa sembrare Kekko dei Modà quasi afono. Ennesima dimostrazione di come Le Vibrazioni avrebbero potuto raccogliere più di quanto abbiano fatto negli anni. L’interludio con omaggio a “Kashmir” dei Led Zeppelin, poi, è tocco di classe per pochi. Ah, sì, ci sono anche i Modà. Voto: 6+, non sapevo che Le Vibrazioni fossero in gara

Levante & Renzo Rubino – “Vivere” (Vasco Rossi)

Interpretazione sentita, molto . La canzone di Vasco Rossi diventa parte integrante della discografia di Levante, con tutti i pro e i contro del caso. Fa un po’ strano l’assenza di chitarre ma, appunto, è una versione rispettosa dell’originale e al contempo personale. Ci sta. Voto: 7+, omaggio da ritirare in cassa 4

Anna Oxa & Iljard Shaba – “Un’emozione da poco” (Anna Oxa)

Autocelebrazione più sfoggio di voce con vocalizzi per oltre due minuti dà come risultato “egocentrismo +135”. In un gioco di ruolo, Anna Oxa, in questa serata travestita Fantozzi in pensione, sarebbe il personaggio overpower. Ma siamo a Sanremo 2023 e lei si canta da sola. Sì, c’è il musicista Iljard, ma il suo contributo dura tra i 15 e i 22 secondi di cronometro. Voto 5-, voce pazzesca, ok ma dov’è Filini?

Sethu & Bnkr44 – “Charlie fa surf” (Baustelle)

Continua il progetto di Sethu di realizzare brani e cover stile sigla anime giapponese. Il che, se da un lato può sembrare una presa in giro da parte del sottoscritto, in realtà ha implicazioni di una certa stima. È il suo stile, è la sua comfort zone e ci si muove decentemente. Chi sono io a lamentarmi? Però la scodella da “gemello del destino” è ancora destabilizzante. Voto: 6,5, gita con gli amici (partono titoli di testa)

LDA & Alex Britti – “Oggi sono io” (Alex Britti)

Alex fulmina l’orchestra perché non è partita con lui, ma nessuno se ne accorge. Forse ha una corda della chitarra leggermente scordata, ma risolve tutto con gioco di leva. Qualcuno al suo posto avrebbe devastato il palco. LDA non se la cava male, ma è costante la sensazione da serale di “Amici” e bla bla bla. Lo so, sono ripetitivo, ma che ci posso fare. Voto: 6+, devastazione mancata per un soffio

Mara Sattei & Noemi – “L’amour toujours” (Gigi D’Agostino)

Possiamo dire che è stato tra i momenti più belli ed emozionanti della sertata? No? Ma ce ne freghiamo altamente e lo confermiamo. Si sveste i panni di meravigliosa tamarragine dell’originale e ci si immerge in una dance di alta classe, tra Noemi e Mara Sattei che insieme funzionano in maniera pazzesca. GigiDag, vedi in quanti ti vogliamo bene? Voto: 7,5, push your hands in the air

Paola & Chiara & Merk & Kremont – Medley di Paola & Chiara

Signori miei, ennesima celebrazione sul palco di Sanremo 2023 in questa serata “cover”? Sì, ma con una geniale aggiunta: cantare le proprie hit sulla base di altrettante hit di Madonna, Kyle Minogue e altri capisaldi della dance di inizio millennio. Tutto fantastico, se non fosse per la voce di Chiara e, a tratti, di Paola che non arriva alla nota desiderata neppure con l’ascensore. Voto: 7, sculetto come una queen al Festivalbar e me ne vanto

Colla Zio & Ditonellapiaga – “Salirò” (Daniele Silvestri)

Non avevo aspettative, eppure questa è tra le cover più fedeli e meglio eseguite dell’intera serata. Il tutto rilegato quando è passata l’una e mezza e io vedo Grande Puffo che, seduto sul mobiletto del televisore, mi chiede se voglio il bong che ha in mano. Declino la gentile offerta e capisco che le quattro ore a notte iniziano a farsi sentire. Voto: 7, onestà offuscata

a cura di
Andrea Mariano

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Andrea Mariano

Andrea nasce in un non meglio precisato giorno di febbraio, in una non meglio precisata seconda metà degli Anni ’80. È stata l’unica volta che è arrivato con estremo anticipo a un appuntamento. Sin da piccolo ha avuto il pallino per la scrittura e la musica. Pallino che nel corso degli anni è diventato un pallone aerostatico di dimensioni ragguardevoli. Da qualche tempo ha creato e cura (almeno, cerca) Perle ai Porci, un podcast dove parla a vanvera di dischi e artisti da riscoprire. La musica non è tuttavia il suo unico interesse: si definisce nerd voyeur, nel senso che è appassionato di tecnologia e videogiochi, rimane aggiornato su tutto, ma le ultime console che ha avuto sono il Super Nintendo nel 1995 e il GameBoy pocket nel 1996. Ogni tanto si ricorda di essere serio. Ma tranquilli, capita di rado. Note particolari: crede di vivere ancora negli Anni ’90.

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