Ipersonnia: la recensione del nuovo film distopico di Alberto Mascia

Ipersonnia: la recensione del nuovo film distopico di Alberto Mascia
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Ipersonnia, in streaming su Prime Video, è il nuovo film distopico e americaneggiante di Mascia con Stefano Accorsi.

Primo tentativo per il cinema italiano di un film distopico e asettico, politico e provocatorio, pieno di suggestioni. Ipersonnia è un thriller ambientato in un futuro le cui problematiche sociali sono molto attuali.

A causa del sovraffollamento e delle condizioni disumane delle carceri, il ministro crede che la soluzione migliore sia l’ipersonno: condannare i detenuti ad un sonno profondo per poi risvegliarli a intervalli costanti, affinché prendano coscienza di ciò che hanno fatto e vivere dei ricordi nei propri sogni. 

Trama

Il protagonista, il Dr. David Damiani (Stefano Accorsi), è lo psicologo incaricato di interrogare i detenuti ai loro risvegli, ma vivrà lo stesso incubo nonostante la sua innocenza. Un giorno, infatti, in prigione viene risvegliato un detenuto che verrà ucciso per aver condotto degli studi compromettenti insieme alla giornalista Anna Greco (Sandra Ceccarelli).

Ne andrà di mezzo David, che sarà costretto a scavare nel proprio passato e a lottare con le proprie allucinazioni, come i detenuti devono fare a ogni risveglio, non riuscendo a distinguere la realtà dal sogno. Il suo risveglio fisico e spirituale, indotto da Viola, gli consentirà di capire la falla crudele del sistema carcerario in cui lavorava e lo porterà ad opporsi a esso, attuando una protesta individuale.

Stefano Accorsi in un’immagine del film (fonte: Wired Italia)
Analisi

La storia è piena di suggestioni cinematografiche e letterarie, a partire da Shutter Island e i Diabolici per la trama che disorienta lo spettatore, sballottandolo da una parte all’altra e ribaltando i punti di vista come i possibili finali dei film. Si respira, inoltre, l’atmosfera sospesa, inquietante e repressiva alla Orwell, come la scena in cui il ministro intorta il pubblico con le sue parole falsamente rassicuranti.

Quel mondo freddo e asettico è rappresentato da una fotografia che predilige i toni del blu, mentre il cast appare alienato e apatico. Le trame si aggrovigliano e, quando lo spettatore crede di aver capito come districare la storia, esse tornano ad annodarsi così che possa immedesimarsi nello stato confusionale del protagonista e degli altri detenuti.

Il film, dunque, vuole “svegliare” anche lo spettatore dall’ipersonno per lottare contro il potere e contro un sistema in cui il problema delle carceri non è ancora stato risolto.

a cura di
Benedetta D’Agostino

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