Antonio Gargiulo: una discesa emozionale tra palco e cinepresa

Antonio Gargiulo: una discesa emozionale tra palco e cinepresa
Condividi su

Un attore della nuova tradizione “romana” ma di origine napoletana DOC. Un volto che non passa inosservato. Che ha reso in pieno la crudezza e il cinismo di Saro Levante nella serie Gomorra. Che si è cimentato in produzioni teatrali e cinematografiche, senza disdegnare la serialità delle nuove piattaforme. Legando la sua immagine all’attore Vincent Van Gogh, e la sua “discesa infinita”. E a una collaborazione con il regista Andrej Končalovskij. Con una passione neanche troppo segreta che ci ha rivelato in questo emozionante incontro.

È un pomeriggio davvero particolare per me questo, e dopo essere riuscita a schivare il traffico di una giornata di pioggia romana, con feste alle porte, strade intasate e struscio davanti ai negozi, carichi di pacchetti, mi preparo ad un incontro che aspettavo da qualche tempo.

L’occasione è un’intervista con l’attore Antonio Gargiulo, romano d’adozione ma partenopeo da ben 5 generazioni, che ha accettato di dedicarmi un po’ del suo tempo, dopo una giornata intensa ed emozionante. Ma da quello che ho inteso di lui, questo connubio fa parte spesso della sua vita lavorativa.

Sulle scene de “Il Re”

Questo incontro, ci potrei scommettere, spezzerà senza dubbio la sua routine degli ultimi tempi, che sta ruotando attorno alle riprese della seconda stagione de Il Re, la serie italiana, targata Sky, ambientata in un carcere. E la mia mente, mentre chiudo la macchina, e faccio a meno dell’ombrello, visto che per fortuna ha smesso di piovere, corre veloce al clima complicato ed estraniante che si respira durante le 8 puntate andate in onda a marzo di quest’anno.

Una squadra eterogenea ed affiatata quella che si è formata attorno a Luca Zingaretti. Squadra anche sulla scena: le guardie carcerarie del San Michele. Oltre a Gargiulo, Isabella Ragonese, Barbara Bobulova, Giorgio Colangeli, e Anna Buonaiuto, che interpreta il Pubblico Ministero Laura Lombardo, chiamata ad indagare su delle strane morti. Finendo per intercettare una serie di affari che è stata avviata e consentita per mantenere un equilibrio tutt’altro che scontato.

Il trailer della stagione di esordio del primo prison drama italiano contiene molti degli elementi che si rintracciano
durante le puntate. L’ambiente duro e fuori dal mondo, dove molti dei fatti quotidiani continuano ad essere legati
ad accordi sotterranei e giochi di forza tipici di chi vive di traverso alla legge.
Anche le storie personali dei protagonisti trovano spazio, a partire da Testori-Zingaretti, padre separato ed in cerca di
nuovi equilibri, a Sonia Massini-Isabella Ragonese, unica donna della squadra, madre single, in lotta per conservare i suoi principi.
Per Antonio Gargiulo-Iorio, che parla arabo e riferisce direttamente al capo che cosa si sta agitando in quelle mura
tagliate fuori dal mondo, un compito non facile e delicato: individuare i gangli di una cellula affatto dormiente.
Una lezione sta per finire…

Mentre mi aggiro in questo insolito foyer, con molte luci spente e senza l’appoggio di una rassicurante “mascherina” (non quella chirurgica o FFP2 alla quale ci siamo fin troppo abituati), mi arriva il vociare di uno spettacolo fuori dall’ordinario. Che ho la grande fortuna di ammirare tutta da sola. Gargiulo è con un gruppo di allievi attenti e talentuosi che stanno provando una scena carica di tensione.

Attori che provano una scena sul palco
Mentre stavo per scattare una foto con il mio telefonino, oltretutto inserendo il flash, qualcuno è venuto in mio “soccorso”, dicendomi
che non era proprio una buona idea. I ragazzi stavano provando, e sarebbe venuto comunque tutto molto scuro.
Questa è la foto di repertorio che ho avuto in cambio, per la mia prodezza. Per fortuna non ho interrotto la prova.
E mi sono goduta un’anteprima carica di adrenalina da “Chi è di scena” e serata di debutto.

Visto l’incidente appena sventato, ne approfitto per sedermi in una delle poltrone un po’ defilate e godermi il tutto. I sapori di un teatro hanno sempre per me un fascino particolare. Da qualsiasi fila mi trovi, mi sembra ogni volta di respirare la “polvere” del palcoscenico: tutta fatica, verità ed emozioni palpabili. E, quando c’è gente, quella magia, che ogni volta mi prende, del “rumore” dell’applauso, dal quale mi faccio immancabilmente coinvolgere e trasportare.

Un percorso originale…

Antonio Gargiulo ha una storia professionale davvero particolare. Una Laurea in Economia, in un settore che io amo da sempre, il turismo. E poi un’esperienza nel campo della consulenza-formazione di cui mi avevano parlato anni fa. Si avvicina alla recitazione studiando a Napoli, ma poi è a Roma che si trasferisce e si diploma all’Accademia Internazionale di Teatro.

Si appassiona subito all’insegnamento in “classi” di bambini e adolescenti, e in corsi amatoriali per adulti. Fa praticamente il giro d’Italia e d’Europa con lo spettacolo “Napoletango”, un’opera di Giancarlo Sepe in cui immagini vivide e musica intensa e travolgente, che fanno da cornice alla storia di una famiglia napoletana di razza e un po’ circense, si contaminano e esaltano sul palco, dal vivo, di fronte ad uno spettatore mai annoiato, partendo dal Teatro Eliseo della sua “nuova città”, la mia Roma.

Immagine di scena Napoletango
In un articolo del 14 novembre del 2010 apparso sul Corriere della Sera, lo spettacolo corale, con quasi una ventina
di attori sul palco, viene nominato come un moderno musical latino in salsa partenopea.
Ci sono tutti gli elementi per coinvolgere il pubblico, napoletano o no. Foto Teatro Due
…fatto di tappe tradizionali e svolte salienti

Risale al 2012 l’incontro con la commedia dell’arte, le sue maschere, i suoi canovacci: che affonda le radici più profonde nella nostra storia e regala una capacità attoriale mai banale, ricercata, attenta eppure così viva e vivace. Che a volte vediamo mancare dietro i molti ciak da “non buona la prima” che la serialità a cui siamo abituati non smette di regalarci. Che piazza nell’attore, dosati alla perfezione, senso del ritmo e della battuta, anche quella improvvisata con il giusto mestiere.

Iniziano anche sperimentazioni ed esperienze di qua e di là dalla macchina da presa. E non manca una partecipazione ad una trasmissione radiofonica, “610”, insieme al duo Lillo & Gregg del gruppo romano di rock demenziale “Latte e i suoi derivati”.

Due gli incontri del destino: Massimiliano Bruno e Andrej Končalovskij.

ScenaBisbeticaDomata
Un classico di William Shakespeare per il primo allestimento teatrale in Italia del regista russo.
La storia della frizzante e indomabile Caterina viene aggiornata agli inizi del secolo passato, non perdendo brio e morale.
Foto di Elisabetta Giri Agenzia Cubo
Un percorso che porta sino in Russia…

Da quel 2014, e il ruolo di Biondello, il contatto tra Antonio Gargiulo e il regista russo non si è più interrotto, e li ha visti di nuovo insieme dall’Edipo a Colono in teatro fino a “Il peccato – il furore di Michelangelo”, pellicola uscita nelle sale alla fine del 2019. Girata nelle campagne vicino Roma, vede l’attore interpretare Francesco Maria della Rovere, duca di Urbino.

Presentato alla Festa del Cinema di Roma, attualmente è presente sulla piattaforma Prime Video

E in Russia si è trovato Antonio, nella veste di assistente in un nuovo allestimento teatrale, poco prima dell’escalation di tensioni e minacce che ha portato al conflitto contro l’Ucraina che non ha ancora visto una fine. Con un rientro forzato e ante tempo in Italia a fine gennaio scorso.

…un incontro “romano” che si rinnova giorno per giorno

È con il regista, sceneggiatore e attore Massimiliano Bruno l’incontro che mi ha portata qui oggi, nel Laboratorio di arti sceniche che hanno, mi piace immaginare, sognato, ideato, messo in piedi e fatto crescere. E che oramai prevede corsi accademici di altissimo livello. In cui Antonio è uno dei docenti.

Lui non lo sa, ma è uno dei miei preferiti. I prodotti che fa sono sempre geniali e leggeri al tempo stesso. E lavora con quelli che io definisco gli attori del nuovo panorama romano (sì, lo so, sono di parte). La trilogia di Ritorno al crimine, con Alesandro Gassmann, Gianmarco Tognazzi, Marco Giallini e Edoardo Leo è stata una delle produzioni che ho apprezzato di più durante questo pazzo pazzo periodo che ci ha regalato il Covid.

La trilogia parte con “Non ci resta che il crimine” arrivato nelle sale nel 2019 e ambientato nei “luoghi” che hanno visto protagonista
la Banda della Magliana. E attraverso un ponte temporale è in proprio in quella storia che i protagonisti vanno a finire.
Nel sequel “Ritorno al crimine” uscito con le difficoltà del caso direttamente su piattaforma, Antonio Gargiulo interpreta il criminale
soprannominato Van Gogh che… eh, no, non posso spoilerare!
Con “C’era una volta il crimine” il viaggio li riporterà nientedimeno che in piena Seconda Guerra Mondiale.
Cast femminile altrettanto stellare: Ilenia Pastorelli, Carolina Crescentini, Giulia Bevilacqua, Corinne Cléry
e una strepitosa Loretta Goggi.
Tante domande, poco tempo a disposizione…

La scena che stavano provando deve essere stata messa a punto per bene, perché vedo che stanno tutti recuperando zaini e aria da “c’è una cena che mi aspetta”. Antonio ha appena dato le ultime indicazioni, dando appuntamento ad un ultima prova prima di una messa in scena speciale prima delle feste.

Tra poco sarà il momento per una piccola parte, purtroppo, delle domande che vorrei fargli. Ma dopo aver visto e sentito dei “ragazzi” così bravi recitare, mi sento tutti i difetti di dizione possibili. E mi si sono talmente seccate le labbra che ho quasi paura di aprire bocca. Lui prende la scena e mi dice: “Allora Silvia, c’u pijiamm ‘sto café?”. Rottura di ghiaccio…da Oscar!

E partiamo da Van Gogh

Antonio, intanto ti ringrazio per questo tempo che hai voluto dedicarci. Ti porto i saluti di Carmela Grasso, che mi ha fatto avere il materiale sullo spettacolo “Vincent Van Gogh-La discesa infinita”.
Credo si possa dire ci sia un legame particolare tra te e il celebre pittore.

Somiglianza a parte, ho avuto l’onore e il piacere di partecipare ad un progetto che ha il pregio di coniugare arte con arte. Lo spettacolo si ispira ad un libro di Giordano Bruno Guerri del 2009, edito da Bompiani, “Follia? Vita di Vincent van Gogh”, trasposto per il palcoscenico dalla sceneggiatura di Paola Veneto, che ha curato anche la regia. Le mie battute, quanto di più possibile vicino all’artista. Il tutto allestito da Lorenzo Zichichi per Il Cigno GG Edizioni e La Colomba di Erice nella stupenda cornice di Segesta. Tutto molto emozionante.

“Lo spettacolo è più bello del libro”. Parola dell’autore-attore, che interpreta sé stesso, Guerri.

L’anno nuovo è alle porte, in cui ricorrerà il 150° anniversario dalla sua nascita. A Roma, dall’8 ottobre scorso e fino al 6 marzo 2023, a Palazzo Bonaparte è stata allestita una mostra che offrirà a romani, turisti e estimatori, i capolavori di Van Gogh dal Kröller-Müller Museum. È in previsione di ripetere l’esperienza siciliana?

L’intenzione c’è, con una serie di date in giro per l’Italia. Al momento, però, è tutto ancora top secret. Appena avrò il calendario, vi farò sapere. Per questo nuovo incontro tra pittura e palcoscenico.

Locandina della Mostra di Segesta
L’immagine simbolo della iniziativa siciliana dell’agosto di quest’anno.
Nell’attesa, le tele del pittore olandese sono in mostra, come detto, a Palazzo Bonaparte.
Saro Levante

Antonio non posso non chiederti dell’esperienza di Gomorra-La serie, dove sei approdato, nella 4^ e 5^ stagione, nel ruolo del cattivo Saro. Recitata completamente in napoletano, e con una colonna sonora che mantiene sempre giusto il livello di tensione, è stata senza dubbio una serie che ha lasciato un segno. Che esperienza è stata e che cosa ti ha lasciato dal punto di vista professionale e personale?

L’impatto iniziale, entrare a far parte di un progetto che mi piaceva guardare e di cui non nascondo di essere stato un fan della prima ora. Sono stati oltre sei mesi di riprese, con varie location, che mi ha portato a lavorare con dei colleghi molto bravi e con 5 registi differenti. Una sorta di nuova famiglia inaspettata.

Antonio Gargiulo Saro Levante
Saro Levante

Dal punto di vista personale una sfida a doppio binario. L’attore che deve scavare per rendere vero, credibile, cinico e cattivo un personaggio affatto banale. L’uomo, il napoletano, da cinque generazioni, che deve fare i conti con tutte le storture e le contraddizioni che della mia città ho mal sopportato fino a detestarle. Una sfida davvero irrinunciabile.

Direttamente dalla 4^ stagione uno dei brani più interessanti che ci ha lasciato in campo musicale la serie iconica.
Ecco il video ufficiale, girato negli spazi delle “Vele” di Scampia, palcoscenico naturale di
criminalità e degrado narrato da Gomorra. Un altro dei segni tangibili e grotteschi di un’architettura che alimenta il disagio.
Come nelle migliori tradizioni, il tempo è tiranno

Nel portatile, che ho tenuto sulle gambe ticchettando veloce mentre Antonio Gargiulo mi parla, e nella mia testa, si affollano domande che vorrei fargli, ma dal fondo della sala qualcuno ci avverte che stanno per chiudere e ci restano solo pochi minuti…

Antonio credo di aver aver capito che la scelta di questa location per il nostro incontro non sia stata casuale. Insegnare sembra una costante del tuo percorso, e credo profondamente anche io che la formazione sia un dare-avere continuo e prezioso. Quali sono gli stimoli che cerchi di trasmettere ai tuoi “allievi” e quali quelli che ricevi da loro?

Hai colto nel segno. Insegnare è davvero importante per me, e pensa che in alcune occasioni le mie scelte professionali finiscono per ruotare attorno all’opportunità di prendere parte a corsi e laboratori. Gli stimoli principali che spero di trasmettere spero che siamo gli stessi che mi arrivano da chi intraprende un percorso di studio e di lavoro in questo campo. Mettere tutto di sé, dalla tecnica, al corpo, alle emozioni, al servizio di un’esperienza intensa ed emozionale. Che arrivi allo “spettatore”, in un teatro o dietro uno schermo. E lo porti a pensare, a riflettere, ad emozionarsi. A vivere, come facciamo noi, tante altre “vite”.

…che non può finire qui

Fuori dal Laboratorio intanto a ripreso a piovere. Tante altre ancora sono le cose di cui sarebbe stato interessante parlare con Antonio Gargiulo, che, prima di salutarlo, che domani lo aspettano sul set de “Il Re 2”, gli propongo: “Ti va di proseguire l’intervista su Twitch domani sera?”.

E la risposta è stata: “Sì, certo. Non vedo l’ora”

Antonio Gargiulo
Una carriera partita in teatro. Molte partecipazioni a serie TV.
(“Che Dio ci aiuti”, “Un medico in famiglia”, “Don Matteo”, “Un passo dal cielo”, “La nuova squadra”, “I cesaroni”).
Cinque lingue in cui potersi cimentare, italiano, inglese, francese, spagnolo e russo. Anzi di più, se aggiungiamo il siciliano.
E ovviamente il “suo” napoletano.

Quindi appuntamento per giovedì 15 dicembre, alle ore 21, sul nostro canale.

https://www.twitch.tv/thesoundcheckit

Iscrivetevi, così riceverete l’avviso ogni volta che saremo in onda.

E preparate domande e curiosità da chiedere in chat ad Antonio Gargiulo.

a cura di
Silvia Morghen Di Domenico

Seguici anche su Instagram!

LEGGI ANCHE – “Love Bombing”: il podcast (di cui avevamo bisogno) di Roberta Lippi
LEGGI ANCHE – “3.33” – Intervista con i produttori e col cast!

Condividi su

Silvia Morghen Di Domenico

Nata a Roma, con una Laurea in Economia alle spalle, scelta per una passione profonda che non mi ha ancora abbandonato, e che mi ha regalato una lente complessa ma al tempo stesso dinamica attraverso la quale guardare alle cose. Un amore viscerale e mai tradito per la Musica e per le Parole, pensate scritte e parlate, mi porta a cercare un punto di vista, un angolo di visuale, con i quali raccontare le cose da insider. O meglio, da infiltrata doc.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *