Manga, manhua e manhwa: scopriamo insieme la differenza

Manga, manhua e manhwa: scopriamo insieme la differenza
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In tutto il mondo sono ormai migliaia i lettori e appassionati di manga, ma sapevate che i fumetti coreani, giapponesi e cinesi, nonostante abbiano nomi simili, sono diversi tra loro? Facciamo una distinzione e vediamo se riuscirete a trovare una nuova ossessione!

Negli ultimi tempi stanno guadagnando sempre più fama fumetti che non rientrano né nella categoria manga ma che non sono nemmeno appartenenti alla famiglia dei comics americani. In questo articolo cercheremo di chiarire la differenza tra manga, manhua e manhwa!

I manga

Con il termine manga si indicano i fumetti di origine giapponese. La parola appare per la prima volta nel 18° secolo e la traduzione letterale sarebbe “immagini derisorie”, con cui gli artisti del tempo si riferivano alle proprie raccolte di disegni. Tipicamente sono in bianco e nero e si leggono da destra a sinistra.

La popolarità del genere cresce però secoli dopo, con l’occupazione americana: da strumento di propaganda passa a essere un genere per la diffusione della cultura occidentale. Tra i grandi ricordiamo Osamu Tezuka, il quale deve la sua ispirazione a opere di Walt Disney come Bambi. È proprio grazie al suo stile che si associa la parola manga a disegni quasi infantili. Tuttavia, oggigiorno gli stili e le storie raccontate attraverso di essi spaziano tra i generi: dalle storie d’amore all’azione, passando attraverso addirittura l’horror.

La popolarità all’estero inizia a metà degli anni ’90, ma sarà tra la fine del novecento e l’inizio del nuovo millennio che vedremo il genere imporsi come fenomeno editoriale. La celebrità è tale da aver creato una vera e propria ammirazione per lo stile di questi lavori. Nascono, infatti, anche i global manga: opere pubblicizzate come fumetti giapponesi, ma realizzate da autori non nipponici.

Fonte: Shonen Jump 36-37
I manhua

I manhua sono tutti quei fumetti prodotti in Cina e Taiwan e scritti in cinese. Il termine ha origine nel 18° secolo e indicava le opere realizzate in stile Literati (in cinese wenjen) realizzati con inchiostro nero. La parola viene reintrodotta nel gergo comune nel 1925 da Feng Zikai che la usa per indicare le sue opere, intitolati Zikai Manhua. Nonostante al tempo esistessero altri termini per indicare la fumettistica cinese, sarà proprio il termine più volte menzionato a prendere piede.

A differenza dei manga, lo stile di disegno dei manhua è più realistico e molto spesso sono anche a colori. Inoltre, quelli provenienti dalla Cina si leggono da sinistra verso destra, mentre quelli provenienti da Taiwan e Hong Kong si leggono da destra verso sinistra.

Negli ultimi anni, inoltre, sta crescendo sempre di più il formato dei web manhua. Questi vengono pubblicati nei social media, per approfittarsi soprattutto dei livelli di controllo molto meno stretti rispetto a quelli a cui si devono sottoporre le opere che verranno pubblicate in cartaceo.

Copertina della novel di Mo Dao Zu Shi vol.1 (ed. inglese) da cui è stato tratto il manhua (fonte: Amazon)
I Manhwa

Con manhwa indichiamo le strisce scritte in lingua coreana. Tipicamente provengono dalla Corea del Sud, anche se negli ultimi i tempi questa industria sta crescendo anche in Corea del Nord (ma questi prendono il nome gruimchaek).

Il manhwa è fortemente ispirato all’arte classica asiatica: ad esempio, come nel Bomyeongshibudo (un’incisione che ritrae una mucca la quale racconta una favola buddista ) ritroviamo la divisione in riquadri della pagina, mentre come nei Pansori (genere di narrazione musicale coreana) rivediamo la critica alla società.

All’inizio del 1900, con l’uscita di Daehanminbo, abbiamo il primo manhwa. L’opera è una caricatura che cerca di risvegliare il popolo coreano e convincerlo a lottare contro la dominazione giapponese. Sarà con la fine della guerra di Corea che l’industria vedrà uno dei suoi periodi più proliferi, anche grazie all’apertura delle prime librerie che noleggiano anche manhwa.

Essi vengono letti da sinistra verso destra e i disegni possono essere sia in bianco e nero che colorati.

Oggigiorno il genere è in continua evoluzione e cerca di stare al passo con una società dinamica e in continuo cambiamento. Non c’è un’evoluzione solo nello stile, ma anche nel metodo di distribuzione: i siti manhwabang offrono migliaia di opere e basta un semplice click per accedervi.

Solo Leveling vol.1 -Amazon
In conclusione

Manga, manhua e manwha non si distinguono solo per caratteristiche di stile o dal verso in cui leggerli. Tutti e tre partono da contesti culturali diversi tra loro che troviamo, in maniera a volte velata, rappresentati in queste opere.

È importante, però, non farsi fermare da queste differenze! Siamo sicuri che, esplorando questi nuovi generi, tutti potranno trovare una perla nascosta o addirittura una nuova opera preferita!

a cura di
Chiara Vanzan

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Chiara Vanzan

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