“Sons of Anarchy”: quando morte e libertà s’intrecciano

“Sons of Anarchy”: quando morte e libertà s’intrecciano
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“Sons of Anarchy” è una serie statunitense ideata da Kurt Sutter andata in onda su FX dal 2008 al 2014 e ripresa sulle piattaforme streaming, prima da Netflix ed in seguito da Disney+. Passata un po’ in sordina in Italia, si tratta di una delle serie più intense, complete e coerenti del panorama internazionale, il cui sottile tragico simbolismo permane ancora oggi.

Il bell’attore Charlie Hunnam sale sulla motocicletta con la nuova serie Apple “Shantaram” su Apple tv, un thriller ambientato negli anni ’80 che vede il fuggitivo Lin Ford perdersi nel caos di Bombay. Hunnam, d’altronde, non è per nulla nuovo alla presenza di una moto sul set. Il merito è sicuramente quello di essere stato il protagonista di una delle serie più forti, comunicative e tragicamente profonde degli ultimi anni “Sons Of Anarchy”.

Nel 2022 sembrerebbe un po’ anacronistico parlare di “Sons of Anarchy“, una serie tv che per alcune caratteristiche rispecchia parametri un po’ desueti, ma che per altri versi rimane un capolavoro indiscusso della serialità grazie ad una bellissima riflessione sul rapporto tra genitorialità e male.

Premessa

Sviluppatasi nel corso di sette stagioni con la media di circa 14 puntate lunghe dai quarantacinque minuti all’ora e mezza, “Sons of Anarchy” ha tutti quei requisiti per annoverarsi tra quei prodotti da scartare a priori per una serie di motivazioni. In primis, di primo acchito, “SoA” parrebbe una serie fatta ad hoc per maschi alpha che amano sparatorie, armi, liti tra gang e l’oggettificazione del corpo delle donne.

Ovviamente la grande mole di materiale da vedere spaventa un po’ gli spettatori soprattutto perché nella prima parte “Sons of Anarchy” inizia lentamente per aumentare progressivamente sia dal punto di vista narrativo che emotivo. Una volta superata la patina più superficiale, però, si realizza presto che “SoA” non sia solo una serie per appassionati di moto, ma al suo interno s’intravede una luce alquanto squillante: quella della meraviglia.

Sons of Anarchy” costruisce magistralmente dei personaggi stratificati e complessi che lottano costantemente con la loro morale, attaccati visceralmente ad un club, sostituto inevitabile di una figura genitoriale mancata. La serie racchiude in sé i tentativi disperati un uomo, Jax Teller, di lasciarsi il male alle spalle per guardare verso un futuro ove esiste solo l’amore per i suoi figli.

Sons of Anarchy“, però, descrive anche come questi sforzi risultino precari in quanto, alla fine della fiera, le vie del buio sono infinite poiché s’infiltrano anche nelle anime più pure. La serie ideata da Kurt Sutter è niente di meno che un diamante della serialità, per interpretazioni commoventi degli attori, per un racconto coerente di un mondo narrativo unico e per il suo simbolismo che trascende gli anni ma che giunge fino al 2022 con prepotente potenza.

Trama

Nell’immaginaria città di Charming in California Jax Teller, membro del club motociclistico Samcro (Sons of Anarchy Motorcycle Club Redwood Original), ritrova un manoscritto del suo defunto padre John, fondatore del club, all’interno del quale l’uomo confessa i suoi timori riguardo la pericolosa strada intrapresa dai Samcro.

Il club, nato da veterani della Guerra in Vietnam negli anni ’60 secondo aspirazioni di libertà ed anarchia, si trasforma nel tempo in una vera e propria mafia in grado di controllare il traffico di droghe e armi della California occidentale ed internazionale. Nel diario, John esprime tutto il suo dolore e disappunto per le derive malvagie di un’organizzazione nata per promuovere uno stile di vita anticonformista e scevro dalle convenzioni sociali.

In seguito alla morte di suo figlio Thomas, John nel manoscritto è un fiume in piena mentre descrive il rammarico di vedere il suo club distrutto dall’operato del suo migliore amico Clay e da Gemma, sua moglie e madre di Jax, le cui azioni stavano diventando sempre più controverse.

Mentre Jax rimane profondamente colpito dalle parole lasciate in eredità da suo padre, scomparso in circostanze sospette, deve fare i conti con la nascita di suo figlio Abel da sua moglie Wendy, una tossica che scapperà poco dopo essere diventata madre, abbandonando Jax a gestire il ruolo di futuro capo del club con quello di padre di famiglia.

Nel frattempo, però, in città torna Tara, affermata dottoressa e primo grande amore di Jax, che subirà nuovamente il fascino del motociclista in segno di un amore mai veramente spento. Tali, quindi, sono le premesse di una serie che sviluppa poi la storia con innumerevoli vicende secondarie che coinvolgono i vari membri del club come Bobby, Chibs, Tig e il migliore amico di Jax, Opie.

L’evoluzione

Nel corso delle stagioni Jax viene a conoscenza di verità incredibili sulla morte di suo padre John, mentre l’ombra del complotto di sua madre Gemma e il patrigno Clay diventa davvero concreta. Nel frattempo “Sons of Anarchy” segue la logica del nemico stagionale: la polizia, i russi, gli altri club motociclisti come i Mayans, i fascisti, si alternano in un clima costante di guerra e vendetta dove i membri dei Sons cercano di imporsi tra la concorrenza.

Eppure, Jax, un giovane uomo dall’animo interrotto, sembra ripudiare la natura violenta di un club che con il tempo pare non farsi più scrupoli nell’ammazzare, punire ed imporre con forza e armi il controllo del territorio. Jax, come suo padre, vorrebbe con tutto il cuore riscattare un club a cui sarà visceralmente legato per tutta la vita invitando i suoi amici a ragionare su attività legali che possano comunque sostenerlo.

La via per la redenzione personale e collettiva è però molto complicata soprattutto a causa della presenza della madre Gemma, irriverente ed impulsiva, che vede il club come unico pilastro d’unione con suo figlio Jax. Quest’ultimo, inoltre, inizierà una relazione con Tara dalla quale avrà un secondo figlio e formerà un’altra famiglia, oltre quella composta dai membri del club.

La paternità, l’amore incondizionato per la donna della sua vita non fanno altro che alimentare i suoi dubbi per una vita condotta oltre il limite della legalità, dove la violenza rimane salda tra le crepe di una famiglia, di un club che fatica a cambiare la sua natura bellicosa. Nonostante, quindi, i numerosi tentativi di mutare il modus operandi del club o addirittura di lasciarsi alle spalle i Samcro, Jax Teller in quanto autentico antieroe, sarà trascinato senza sosta nel vortice del male e dell’odio.

“Sons Of Anarchy” e Amleto

Le serie televisive hanno acquisito quella risonanza mediatica e di pubblico che da tempo si meritavano, soprattutto grazie alla loro capacità di approfondire le tematiche di riferimento in un arco narrativo più lungo così come anche per una coesa e coerente scelta di stile, di musica e di attori. “Sons of Anarchy”, allora, si classifica perfettamente tra quelle serie di natura “complessa” proprio per quelle caratteristiche sopraelencate, ma anche per molto di più.

Sons of Anarchy“, infatti, raccoglie fiero le influenze di una tragedia, quella shakespeariana, punto cardine per molta della serialità moderna. È praticamente impossibile non associare la figura di Jax Teller a quella di Amleto, principe di Danimarca ossessionato dal fantasma di suo padre, un tempo Re. Ed è proprio quest’ultimo che svela la sua morte per mano di suo fratello e di sua moglie, amanti e complici, che lo hanno eliminato proprio nella speranza di salire al trono. Amleto, così, inizia la sua vendetta nei confronti degli artefici del delitto anche se nessuna vittoria arriva senza pagare dolorose conseguenze.

Da questo presupposto muove i suoi passi “Sons Of Anarchy“, e nello specifico il personaggio di Jax, mettendo in scena, soprattutto nella prima parte della serie, la presa di coscienza dei peccati della sua famiglia e la successiva sete di vendetta nei confronti di coloro che si sono macchiati di un delitto terribile. Gemma e Clay sono la coppia che regola maleficamente le redini della vita di Jax, anima inizialmente fragile e sensibile, al vertice della gerarchia di un club dopo aver fatto fuori John, anello debole dei Samcro. Secondo loro, infatti, nel club non c’è spazio per le incertezze ma solo per la dura e netta legge del più forte.

Jax, eterno eroe Shakespereano

Jax, quindi, si scontra spesso con le aspettative di una vita più onesta tradite dalle conseguenze tragiche delle decisioni altrui trasformandosi però, nel corso della serie, nello stesso nemico che desidera distruggere. È la sorte triste di chi, come Jax, tormentato dai demoni di un passato delicato e di un presente avverso, si lascia sopraffare da un mondo di crudeltà e cinismo quando neanche l’amore per i propri figli riesce a salvarlo da se stesso.

Premesso che, in quanto spettatori, riconosciamo l’ambiente in cui Jax Teller agisce come violento e crudo ma ne accettiamo le regole come parte integrante di un racconto realmente fuori dall’ordinario, la spirale di dolore in cui incappa Jax in seguito alla scomparsa di diverse persone care e ad altri eventi tragici, ci lascia comunque completamente inermi durante la visione degli episodi.

Jax Teller è un ragazzino immaturo, la cui paternità lo aiuterà a scoprire nuovi modi di amare oltre a quelli noti per i suoi compagni del club. Un amore ancestrale, unico, “di sangue”, quello per i suoi due figli e per sua moglie Tara, come l’Ofelia di Amleto, sempre al suo fianco malgrado la sua di morale risieda in quell’universo ordinario a cui poche righe fa si accennava.

Eppure, neanche il sentimento più puro a volte è in grado di elevare Jax dal male, mentre per lui arriva inesorabile il destino di un antieroe tragico fatto di tenebre, tormento ed infine di un tanto agognato sacrificio.

Il simbolismo

Ciò che rende “Sons of Anarchy” una serie più che unica, però, non è solo una trama ben costruita e una coesione logica mantenuta per tutte e sette le stagioni. La serie statunitense è in grado di raccontare una storia che va al di là di una mera successione di fatti causa-effetto. Sì, in “Sons of Anarchy” ciò che accade non avviene mai casualmente e il seme di un evento, gettato precedentemente, avrà sempre modo di esplodere sviluppando la sua narrativa.

Tuttavia, c’è qualcosa in più che rende “Sons Of Anarchy” una serie speciale: il suo stupefacente simbolismo. La serie è ricca di rimandi allegorici sia interni alla storia sia esterni riferiti a qualcosa di più epico, spirituale, quasi religioso. Alcuni elementi all’interno di sequenze clou ricorrono periodicamente comunicando direttamente con gli spettatori, coinvolgendoli ancora di più intellettualmente ed emotivamente.

Questo avviene, ad esempio, attraverso la figura della senza tetto, una homeless con solo una coperta con sé che si presenta ciclicamente nella vita di Jax, osservandolo ora da lontano ora più vicino, nella sua discesa verso gli abissi. Potrebbe essere la madre di Brooke Putner, Emily, la ragazza morta nell’incidente del padre John causato da Clay e Gemma ma, in verità, allegoricamente, la donna rappresenta molto di più.

Potrebbe essere una figura religiosa, la pietas, un’entità super partes che segue il protagonista, o addirittura la morte stessa che come un’ombra minacciosa assiste al declino di un uomo, Jax, guidandolo, però, verso un ultimo gesto di umanità dove per liberare i suoi figli dal circolo del male dei Samcro deve sacrificare la sua stessa vita. Un gesto finale, anche qui, intriso di un simbolismo carnale, che rende Jax un moderno Gesù Cristo e lo redime inevitabilmente dalla spirale di sofferenze con cui lui stesso si è alimentato.

Amore, morte e sacrificio

Da idealista sognatore, Jax Teller una volta a capo dei Samcro, si lascerà toccare dall’illegalità del club, mutando, forse, in quello che non si sarebbe mai aspettato: il suo patrigno Clay. Un club che nelle sue contraddizioni interne professa amore fraterno e radicato ai suoi componenti ma che è pronto ad uccidere e sterminare chiunque non rispetti le sue regole.

Per quanto tempo, allora, seguendo questi presupposti è possibile far conciliare i Samcro con la propria famiglia? Soprattutto quando, per giunta, i Samcro stessi li consideri sangue del tuo sangue. Quanto Jax è disposto a rinunciare della sua sanità familiare in favore dei suoi compagni e delle loro necessità? Ma sopra ogni cosa, per quanto ancora i suoi figli Abel, Thomas e sua moglie Tara possono continuare a patire le conseguenze delle sue azioni sbagliate?

Durante le stagioni, insieme a Jax, abbiamo sperato che potesse trovare il tanto desiderato compromesso tra il club e la famiglia. Queste speranze, però, venivano puntualmente disattese ed il vortice di angoscia perpetrava la sua potenza. Il cuore di Jax, allora, inaridito dal dolore della morte del suo migliore amico, Opie, di molti dei suoi compagni a causa delle guerre di club e perfino di sua moglie Tara per mano della sua stessa madre Gemma, forse l’unica vera anarchica, libera da ogni principio di moralità, ha reso Jax un capo senza scrupoli ma allo stesso tempo lo ha messo di fronte a quelli che sono i doveri di un padre.

Il finale tragico: I doveri di un padre

A Jax Teller, allora, non resta che far lasciare ai suoi figli la città dove sono nati, Charming e provvedere a quello che Tara avrebbe così tanto voluto per loro: disfarsi dei legami con il club. Ma non solo, Jax Teller per far sì che Abel e Thomas possano essere sereni e vivere una vita normale, una volta cresciuti, dovranno imparare ad odiare il loro padre, cosicché loro a differenza di Jax con il suo di padre, non siano ossessionati dalla sua figura ed influenzati dai suoi tormenti.

Jax Teller, come John Teller, allora, è figlio del medesimo destino: incapace di emanciparsi dal male finisce per essere il protagonista di un corteo funebre in un ultimo lungo giro in motocicletta prima di scontrarsi contro un camion e sacrificarsi per i suoi compagni di club, per sua madre assassina, per Abel e Thomas.

Il suo sacrificio è, per finire, il definitivo lascito di un padre profondamente imperfetto ma che nelle battute d’arresto di un’esistenza vissuta al massimo riscatta la sua anima fragile. Nessun testamento, diario o manoscritto questa volta per Abel e Thomas. Per loro il mondo dovrà essere libero dalla violenza che il loro stesso padre ha contribuito a far crescere.

Ci si chiede, tuttavia, il significato di quell’anello con la scritta SONS tra le mani del piccolo Abel donatogli da Gemma stessa, prima di essere uccisa da Jax in segno di vendetta per Tara e ripreso dall’inquisitoria telecamera di Sutter. Mentre Abel viaggia lontano verso la libertà, compare così in noi il timore che quell’anello appartenente ai Sons of Anarchy possa rappresentare, in futuro, il piccolo germe di un male non ancora estirpato del tutto e che in qualche modo gli sforzi di Teller possano essere stati tristemente vani.

a cura di
Noemi Didonna

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