I Savana Funk e il vento del deserto che scaccia i pensieri

I Savana Funk e il vento del deserto che scaccia i pensieri
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Lo scorso 14 ottobre è uscito Ghibli, il 5° disco della band bolognese, con sonorità ispirate dal vento del deserto

Bologna è tra le città italiane ed europee più votate alla musica, proprio nella città di Lucio Dalla si sono incontrati nella primavera 2015 i Savana Funk. Allora erano “solo” Aldo Betto, chitarra, Blake C. S. Franchetto, basso e Yussef Ait Bouazza, batteria, con i loro nomi hanno pubblicato i primi due dischi Musica Analoga (autoprodotto) e Savana Funk (Brutture Moderne / Audioglobe), disco che ha ispirato il nome del trio strumentale funk, rock psichedelico, blues, jazz, afro music.

La musica unisce e invita a sperimentare, così nel 2018 con l’album Bring in the New (Brutture Moderne / Audioglobe), si consolida la collaborazione con Nicola Peruch. La presenza di Peruch prima come musicista, ora anche come co-produttore e co-autore dà alla band la possibilità di maggiore sperimentazione, proiettandola verso nuove sonorità.

Ma è live che la band dà il meglio di sé, è sul palco che si apprezzano al meglio le sfumature e le influenze del sound Savana Funk. E di palchi ne hanno calcati tanti, numerose anche le partecipazioni a festival italiani ed internazionali come Firenze Jazz Festival, Trasimeno Blues, Tallin Music Week e Pin International Music Conference.

Tra le esperienze più significative c’è sicuramente il Jova Beach Party 2019 e 2022 oltre ad essere stati house band per il programma tv di Diego Bianchi Propaganda Live e ad aver condiviso il palco con Red Hot Chili Peppers e Korokoro.

I Savana Funk ci hanno raccontato di queste esperienze e di quanto il pubblico è coinvolto e partecipe durante i live, del nuovo disco Ghibli pubblicato da Garrincha GoGo, la sussidiaria di Garrincha Dischi dedicata alla World Music.

Ghibli è il vento secco e caldo che soffia dal deserto, che canta, travolge e porta con sé, ed è questo l’intento dei Savana Funk, che dopo l’esperienza in quartetto del disco precedente tornano qui in trio per un suono più minimale, comunque intenso e coinvolgente.

Li abbiamo incontrati per voi e questo è quello che ci hanno raccontato.

“Ghibli” – cover
Ciao ragazzi, benvenuti su The Soundcheck. Come vi presentereste a chi non vi conosce?

Ciao Mariangela, ciao tutti! Grazie per l’ospitalità innanzitutto. Siamo essenzialmente un trio strumentale di Bologna: Aldo (mezzo veneto, mezzo siculo), Blake C. S. Franchetto (londinese) e Youssef Ait Bouazza (berbero, del Marocco). Ci siamo conosciuti nel 2015 e in questi 7 anni abbiamo prodotto 5 dischi.

Attualmente siamo in tour a presentare l’ultimo album, intitolato “Ghibli”,  uscito il 14 Ottobre. Il nostro sound spazia dalla black music in tutte le sue declinazioni (Afro, blues, funk, hip-hop, jazz) al rock psichedelico,  il pop, l’elettronica. Il groove e la melodia sono gli elementi più significativi della nostra estetica musicale. Anche il suonare davvero, con strumenti in mano e il cuore aperto.

Quale dei vostri brani vi identifica maggiormente?

Sicuramente Zahra, uno dei nostri cavalli di battaglia durante i live; Savana Funk, il brano che ha dato il nome alla band, Fuga da Goree che ha un sound a cavallo tra desert blues, funk, punk e musica nord africana.

Ma anche Il porto delle Scimmie, il primo brano scritto da tutti e tre insieme, oppure la title track Ghibli che da poco è diventato il nostro brano più ascoltato su Spotify con oltre 100mila ascolti. Poi capita, anche molto spesso, che qualcuno nel pubblico chieda a gran voce Old School Joint.

Ascolta “Ghibli” su Spotify
È appena uscito il vostro nuovo album Ghibli, “il vento caldo e secco che soffia dal deserto verso il Mediterraneo”. Cosa simboleggia per voi questo album e il vento del deserto?

È il nostro album della maturità. Ci siamo arrivati dopo un percorso di ricerca, tantissime ore in sala prove prima e poi in studio di registrazione. Abbiamo lavorato molto su brani, suono e arrangiamenti. Siamo pienamente soddisfatti del risultato ottenuto. Ghibli è un vento, ma anche un concetto, un modo di vedere, guardando ai sud del mondo.

Il vento pulisce, rapisce, spariglia, confonde, rinnova, e molto altro ancora. Ci piaceva immaginare la nostra musica come un vento che spazza i pensieri.

Ghibli è disponibile, oltre che in digitale, anche in vinile e cassetta. Ci spiegate la scelta (apprezzatissima dalla sottoscritta) di queste tipologie di supporto?


Il vinile è il supporto più adatto per ascoltare la nostra musica e apprezzare la bellezza della copertina di Laura Martelli. La cassetta è stata un’intuizione della nostra etichetta Garrincha, direi azzeccata.

Avete trascorso l’estate 2022 sul palco che è la vostra dimensione congeniale. Avete presentato Ghibli in anteprima live anche al Jova Beach party, cosa vi ha restituito il pubblico?

In generale possiamo dire che il nostro pubblico ci stupisce sempre per tutto l’amore e l’entusiasmo che ci mostra. Noi diamo tutto noi stessi, e in giro per l’Italia e l’Europa le risposte sono state stupende: persone che letteralmente hanno invaso il palco dalla gioia per stringersi a noi.

Ci sono poi miriadi di persone fiere di portare in giro le nostre t-shirt, talmente tante che sui social abbiamo una cartella chiamata “Savana funk people” con le foto dei fan con le magliette.

Volete raccontarci qualche episodio in particolare?

Al Fine di Mondo Festival a Verona, qualche settimana fa, un ragazzo è tornato da Praga apposta per sentirci, e un’altra persona, in mezzo agli applausi, ha urlato “siete meglio del sesso”. A Firenze Rocks, durante il brano Timbuktu Calling, 50 mila persone entusiaste battevano le mani a tempo e gridavano tra di loro.

A Bologna, al concerto di presentazione di Tindouf per BologninAlive (la rassegna estiva all’aperto organizzata dall’Estragon), abbiamo dovuto interrompere il concerto poco prima della fine perché il pubblico di 2mila persone (che ballavano all’impazzita) ha incominciato ad invadere il palco. Sembrava una scena tipo i live dei Doors nel ’68.

Al Jova Beach Party ci siamo divertiti da matti e il pubblico, come direbbe Lorenzo, ha volato insieme a noi, molte persone ci hanno sentito lì per la prima volta. E ancora le volte che siamo passati su Propaganda Live. Il nostro pubblico ci restituisce sempre tantissimo, e noi ne siamo molto grati, energia che poi noi riconvertiamo in musica.

Salutate i nostri lettori con un pensiero “trainante e consolatorio”?

Noi abbiamo un nostro motto, che ci ripetiamo sempre di fronte alle piccole o grandi difficoltà della vita: W la musica!

a cura di
Mariangela Cuscito

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Mariangela Cuscito

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