Il caso Barbascura X ed il successo dei divulgatori in rete

Il caso Barbascura X ed il successo dei divulgatori in rete
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In una comunicazione dove tutto intrattiene e diverte, oggi anche la scienza ne è vittima e complice. I divulgatori accorciano le distanze fra il pubblico e la conoscenza, diffondendo informazione in pillole. Ma esistono rischi ? Quale futuro si prospetta per il riconoscimento dell’autorevolezza?

Non solo intrattenitori: lo sviluppo della divulgazione online

Cosmetologi, storici, critici d’arte, biologi, scienziati. Poco importa la qualifica, purchè essa venga esposta correttamente nelle vetrine della rete. L’avvento dei social media ha determinato nuove forme comunicative, quali foto, brevi video e, più recentemente, il format ad esistenza limitata nel tempo delle stories. Alla condivisione personale, realizzata dagli utenti privati, si è affiancata la diffusione di contenuti professionali. A partire dal primo decennio di questo secolo esperti, profondamente competenti in specifiche materie e dotati di spiccate doti comunicative, hanno utilizzato i social per diffondere informazioni di nicchia al grande pubblico. Nascono così i divulgatori della rete.

Il canale di comunicazione principale, Instagram, permette loro di trattare gli argomenti più disparati e di superare i limiti della classica comunicazione televisiva. Ecco dunque che trovano spazio figure professionali capaci di dare consigli ad utenti che prima non avevano il coraggio (e lo spazio) per fare domande.

Il loro successo può essere ricondotto ad una combinazione di fattori, primo su tutti l’elemento che li contraddistingue dai più generici influencer: la competenza. Il pubblico riconosce nei divulgatori soggetti degni di fiducia grazie alle conoscenze acquisite (e dimostrato di possedere al pubblico) nel corso degli anni tramite studi approfonditi o esperienza sul campo. Questa nuova categoria di professionisti del web deve poi il proprio successo alla presenza di una community attiva e partecipe, capace di garantire loro la ri-condivisione dei contenuti.

Competenze e personalità

La figura del divulgatore non viene limitata al topic discusso e alle materie di sua competenza. Il successo nella competizione della rete viene garantito dalla capacità di strutturare un personaggio ed un sistema di valori intorno alla propria figura. Ciò permette di rendersi, per il pubblico, un punto di riferimento anche nella personalità e nell’identità. Si può parlare di una vera e propria evoluzione della notorietà scientifica, in passato limitata alla quantità di pubblicazioni ufficiali realizzate mentre oggi associata indirettamente al più generico concetto di popolarità. 

A partire da questa considerazione è importante sottolineare come i divulgatori facciano un vero e proprio uso strategico dei social, con benefici e rischi. Se da un lato la condivisione di contenuti scientificamente provati e provabili è di fondamentale importanza per orientare gli utenti nelle scelte quotidiane, dall’altro la condivisione di materiale accreditato attraverso tecniche di infotainment potrebbe condurre ad un’erosione della credibilità intellettuale.

Per questa ragione, i divulgatori tanto amati dal pubblico italiano, hanno l’arduo compito di mantenersi entro il confine del puro intrattenimento. La notorietà derivante dall’uso della rete deve essere conciliata e mantenuta con la reputazione guadagnata tramite le competenze.

Barbarscura X: il modello del successo  

Classe 1987, Barbascura X è conosciuto per essere un divulgatore scientifico, scrittore, youtuber e comico italiano. La sua carriera scientifica si compone di una laurea in chimica organica e di un dottorato in produzione di materiali da fonti rinnovabili. Questi importanti traguardi lo hanno condotto a vestire i panni di chimico e ricercatore presso il Trinity college di Dublino, l’istituto nazionale della salute e ricerca medica a Parigi, ed infine a Nizza ed Amsterdam come vincitore del bando europeo Marie Skłodowska-Curie Actions.

Egli è fortemente riservato e geloso della propria vita privata e professionale, tanto da non rendere noto il suo vero nome per evitare ripercussioni nell’ambito della carriera come ricercatore. Barbascura X si è posizionato negli anni ai vertici della divulgazione scientifica italiana online e offline. L’elemento che rimane centrale in tutte le sue forme espressive è l’elemento parodistico, che lo rende capace trasmettere sapere scientifico con toni leggeri ed accessibili a tutti.

La chiave satirica è riscontrabile nei quattro libri di divulgazione scientifica di cui è autore, così come nella sua video-rubrica Scienza Brutta in cui diffonde curiosità sulle scienze naturali. Certo non manca nemmeno nel suo podcast storie brutte sulla scienza, vincitore del premio miglior podcast di divulgazione scientifica del 2021.

Online dal 2014, il suo canale YouTube conta più di 800.000 iscritti e circa 110 milioni di visualizzazioni. La sua celebrità è aumentata ulteriormente grazie alla conduzione di due stagioni di Micromostri con Barbascura X in onda su Dmax nel 2021. L’apice della notorietà è stato raggiunto grazie alla sua partecipazione come concorrente alla nona edizione del reality Pechino Express. Mentre oggi continua ad occuparsi di scienza in televisione grazie alla conduzione del programma Animali pericolosi con Barbascura X, nuovamente su Dmax, egli ha ampliato il proprio curriculum televisivo attraverso la partecipazione al programma Stand up comedy, dove ha unito la divulgazione alla comicità.

I tratti della comunicazione

La sua chiave comunicativa si è dimostrata così efficace da permettergli di spaziare anche nella trattazione di temi non prettamente scientifici, quali le fake news e le problematiche relative all’informazione moderna. A tal proposito ha pubblicato proprio quest’anno, in collaborazione con il collega divulgatore Luca Perri, il libro La tempesta imperfetta.

Nonostante abbia mantenuto alcuni tratti della comunicazione classica, come la pubblicazione di saggi e volumi, Barbascura X può essere ritenuto un modello di successo nella divulgazione scientifica italiana grazie alla sua capacità di diffondere curiosità e creare empatia con la propria community, la cosiddetta ciurma, di cui lui è il capitano. Il pubblico si scopre coinvolto dai toni semplici, ironici, talvolta autocritici con cui le informazioni vengono proposte.

Ecco che temi generalmente di nicchia come la struttura fisica della caravella portoghese o il ciclo di vita dell’ornitorinco possono diventare il centro di video con milioni di visualizzazioni su Youtube. Il segreto? Parole semplici ma corrette, toni accattivanti, un ritmo narrativo incalzante, immagini simboliche e l’impressione che si, effettivamente quell’informazione sia capace di aggiungere un tassello alla nostra comprensione della realtà.

In sostanza: complimenti Barbascura X, sei l’esempio perfetto dei risultati che un buon sistema di comunicazione può produrre. E la dimostrazione che questo sia applicabile a tutti gli ambiti, compreso quello scientifico.

Una critica ed una riflessione

Come dimostra il sopracitato successo del << punk della divulgazione scientifica >> (cosi autodefinitosi nella sua forma comunicativa il capitano Barbascura), la diffusione di contenuti tecnici e scientifici seguendo i dettami della rete ha condotto ad una vera e propria rivoluzione sociale. Il pubblico si trova incagliato in un sistema di piccole curiosità e grandi dettami di una scienza improvvisamente vicina, comprensibile.

Grande protagonista di questa nuova realtà è la curiosità, la fame di sapere che dilaga fra i più affezionati e non solo: sia per divertimento o per spirito di conoscenza, ciò che importa è l’esposizione dell’audience a contenuti (aggiungerei finalmente) vagliati da divulgatori competenti, lontani dal rischio di fake news.

L’analisi di questa nuova realtà sotto una luce critica, però, porta alla formulazione di alcune domande rispetto al futuro della conoscenza. Si può parlare oggi della diffusione i un modello di fast-knowledge, basato sulla diffusione di informazioni con basi verificabili ma con metodi tipici della comunicazione leggera. Ecco che la spiegazione dell’efficacia del sistema vaccinale diventa un video di pochi minuti dalle grafiche accattivanti. Oppure come gli effetti del cambiamento climatico vengono riassunti in un paio di puntate di podcast dagli effetti sonori di discutibile qualità.

Quale futuro?

La questione sollevabile, e forse che effettivamente merita di essere sollevata, riguarda la sostenibilità di un sistema di informazione che sempre più si confonde con quello di intrattenimento. Da un lato l’opertato dei divulgatori permette di raggiungere milioni di persone che, per mancanza di strumenti o di volontà, non si informerebbero altrimenti con metodi tradizionali. Dall’altro è inevitabile che gli argomenti vengano trattati in modo superficiale, data la legge degli ascolti che impone chiarezza e sinteticità.

È consequenziale domandarsi se sia effettivamente sano che, all’apparenza, il pubblico oggi abbia interessi vastissimi e ricerchi informazioni su argomenti una volta considerabili di nicchia. Si è finalmente trovato un modo per rendere accessibile a tutti la conoscenza, oppure l’audience vuole solo essere intrattenuta? La differenza è sottile, ma radicale: il rischio per il futuro è il mancato riconoscimento delle fonti ufficiali ed autorevoli, alimentando un sistema dove predominano coloro che sono meglio capaci di sfruttare le luci dei riflettori.

A cura di
Giulia Sala

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