Nera Smith ci racconta il nuovo singolo “Incubi”
Il nuovo singolo “Incubi” di Nera Smith è una visione onirica di un amore tormentato. Un brano da cantare a squarciagola, una ballad romantica ma al tempo stesso struggente.
Accordi di pianoforte e poesia per Nera Smith e il nuovo singolo che ci trasporta nel mondo dei sogni. E degli incubi, appunto.
Ci siamo incontrati e abbiamo scambiato qualche battuta.
Ciao Nera Smith, è un piacere risentirti! Ti facciamo i nostri auguri per l’uscita del tuo nuovo singolo “Incubi”. Cosa puoi dirci a proposito di questo brano?
Ciao! E’ un piacere tornare qui!
Incubi nasce in un gioco tra pianoforte e voce. È stato un processo inverso dal solito che sono solito compiere quando compongo. Qui le parole son venute prima. Forse era qualcosa che sentiva il bisogno di venire fuori. Ed ecco il mio blocco note del cellulare con le prime parole, “Hai un paese fantasma negli occhi, ma io ci vivrei da stanotte”. Forse è in questo verso che si racchiude tutto il senso della canzone.
Incubi è la capacità di lasciare entrare ed entrare in punta di piedi nei sentimenti rotti. È una dedica a coloro che per opera delle ferite del passato non riescono a fidarsi del presente. Potremmo interpretarla come una sorta di “Carpe Diem” ma al contrario. E’ una ballad struggente dark-pop da dedicarsi.
L’ultima volta che ci siamo sentiti è stata per il tuo singolo “Fuori” nel 2021, cosa ha fatto Nera Smith nel frattempo?
Durante lo scorso inverno ho portato in studio le demo scelte per questo progetto e le abbiamo ultimate. C’è del materiale davvero figo che non vedo l’ora di farvi ascoltare. Sound completamente opposti a ciò che avete ascoltato. Sono entusiasta del risultato che abbiamo ottenuto e sono pronto a lavorare su altre demo che ho nell’archivio. Da anni si è instaurato un ottimo clima di lavoro. Io produco la demo, e con il mio produttore, Ombre Cinesi, se si ritiene che possa funzionare lavoriamo sull’arrangiamento già steso. Altrimenti si riparte da 0, come è successo per “Incubi” e “Fuori”. Adoro andare in studio, inviargli la demo su WeTransfer e sentire la “first reaction” in diretta. Ormai è un rituale.
In seguito, durante l’estate, accompagnato da una band composta da Lorenzo Nisi alla chitarra ed Emanuele Rizzi alla batteria, ho portato dal vivo in anteprima tutto il materiale pronto che avevo a disposizione. C’è stato davvero un ottimo clima, sereno. Non vedo l’ora di tornare sul palco con loro.
Grazie al lavoro della mia etichetta, “Fragola Dischi”, è stato possibile realizzare un piccolo tour e capire quale impatto avessi dal vivo. Ammetto che è stato pazzesco. E lo è stato anche grazie al bellissimo lavoro di squadra all’interno della struttura: grafiche, organizzazione, gestione, ecc…
L’ultima esibizione è stata qualche settimana fa in occasione dei Port Days di Taranto. Evento nel quale ho aperto il live di Venerus. Spero che presto avrete la possibilità di ascoltarmi dal vivo.
Nella copertina di “Incubi” le maschere sono molto presenti… tu di solito ne indossi una (metaforicamente parlando)?
La maschere rappresentano le impronte che lasciamo nella vita degli altri. E non sempre le impronte lasciate conducono in posti sereni. Alcune fanno inciampare. Siamo esseri umani e ci facciamo del male reciprocamente. È normale. Ci regaliamo maschere costringendoci inconsciamente a indossarle. Forse a vita, o forse no. Ma Incubi è fidarsi nuovamente anche dopo la miriade di maschere accatastate sul volto. Incubi è spogliarsi delle paure del passato e amare appieno ciò che ti dà il presente. È trovarsi, o ritrovarsi.
So che non è facile credere nell’amore quando è stato questo a farti stare male. Ma penso che anche la persona più sfiduciata al mondo, se davanti ha qualcuno con cui stare bene, riesce a togliersi quella plastica bianca dalla faccia e a venirne fuori. Ci si libera per istinto se le condizioni lo permettono.
A parte gli “Incubi”… hai qualche sogno nel cassetto?
Se devo fantasticare e sognare sarebbe davvero figo aprire il concerto dei miei artisti preferiti, magari i Depeche Mode nella prossima estate. Ma meglio tornare sulla terra, non accadrà. Se devo essere realista, spero che un giorno io possa comprare casa ai miei.
Prossimi progetti?
Il prossimo obiettivo è seminare musica per le prossime stagioni. Prepararsi ad afferrare musicalmente e con stile l’arrivo del prossimo caldo. Dunque ascolterete nuova musica di Nera Smith e mi vedrete di nuovo dal vivo.
a cura di
Sara Alice Ceccarelli