I grandi “what if” nei casting cinematografici

I grandi “what if” nei casting cinematografici
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Alcuni dei più grandi personaggi della storia del cinema vivono nei volti di chi li ha interpretati. Ma non sempre è tutto così lineare.

Proviamo ad immaginare una versione di Titanic nella quale Jack e Rose sono interpretati da Matthew McConaughey e Gwyneth Paltrow, o a Jack Sparrow con le sembianze di Jim Carrey. Inevitabilmente, questi pensieri, provocherebbero uno straniamento più che comprensibile, visto che ci sono personaggi ed interpretazioni che sono entrate di prepotenza nella storia della cinematografia. Ma le cose sarebbero potute andare diversamente.

Titanic

Il film dei record, nonché una delle più iconiche produzioni cinematografiche della storia, è stato reso tale anche dai volti dei due protagonisti i quali, a loro volta, hanno ricevuto da Titanic una cruciale spinta per le loro carriere. Stiamo ovviamente parlando di Leonardo DiCaprio e Kate Winslet. I loro Jack e Rose sono diventati con il tempo due vere e proprie icone pop.

Ma sia Leo che Kate non erano affatto le prime opzioni della produzione. Se alla scelta di Kate Winslet si è arrivati a causa dei rifiuti di Gwyneth Paltrow (vera frontrunner per il ruolo) e Claire Danes, quella di DiCaprio è stata una richiesta specifica di James Cameron.

Paramount voleva infatti Matthew McConaughey nel ruolo di Jack, tanto che si era arrivati ad organizzare un provino con lui e Kate Winslet insieme. Entrambi confermeranno l’esito positivo dell’audizione, e McConaughey era convinto in cuor suo di avere ottenuto la parte. In un provino successivo, però, Cameron rimase letteralmente stregato da DiCaprio, a cui volle dare il ruolo nonostante la produzione fosse più orientata per McConaughey.

Han Solo

Può sembrare incredibile visto con gli occhi di oggi, ma Harrison Ford ottenne la parte di Han Solo mentre aggiustava una porta. A metà degli anni ’70, Ford era un giovane attore in rampa di lancio, ma non ancora abbastanza affermato da riuscire a mantenere la famiglia solo con il cinema. Per questo motivo, alternava il lavoro sul set con qualche lavoretto di carpenteria.

Dopo il rifiuto di Al Pacino, il casting di Han Solo aveva coinvolto più di 100 attori, ma George Lucas non era convinto di nessuno di essi. Tra questi, figuravano anche attori di un certo calibro come Christopher Walken, Kurt Russell e Tom Selleck.

Una sera, il regista era rimasto negli studi fino a tardi, e qui incontrò casualmente Harrison Ford, intento a riparare una porta. I due iniziarono a parlare (avevano già lavorato insieme in American Graffiti, nel 1973), fino a quando Lucas chiese al giovane Harrison se volesse interpretare Han Solo. “Certo, perché no?” fu la risposta. Il resto è storia.

Provini disastrosi

A volte non sono le scelte dei registi o gli eventi fortuiti a determinare o meno l’assegnazione di un ruolo. Capita anche che vi siano attori che falliscano completamente il provino per una parte, anche quando sono i favoriti per ottenerla. È il caso di Jake Gyllenhaal.

Gyllenhaal era infatti uno dei frontrunner per il ruolo di Frodo Baggins. Il provino fu però un disastro. Jake racconta che in sala prove non gli avevano dato nemmeno un copione, e che lo avevano fatto recitare a braccio e con poche indicazioni. Non gli era nemmeno stato detto di dover utilizzare un accento britannico. Il risultato fu (a quanto pare) che Peter Jackson commentò la performance definendo Gyllenhaal il “peggior attore di sempre“.

Simile ma diverso fu il caso di George Clooney, che si presentò ubriaco alle audizioni per Dracula di Bram Stoker di Francis Ford Coppola. La parte per cui concorreva era quella di un ubriaco, e Clooney pensò di rendere più veritiera la propria recitazione presentandosi a sua volta piuttosto alticcio. Non serve dire che la strategia fallì miseramente.

Ciò che accadde a Samuel L. Jackson fu invece un unicum nella storia dei provini. Convocato per sostenere l’audizione per una parte in Le Iene, Jackson si presentò al provino convinto che al suo fianco ci sarebbero stati Harvey Keitel e Tim Roth, già ingaggiati dalla produzione.

Ad attenderlo c’erano invece due sconosciuti, che provarono insieme a lui alcuni dialoghi. Se Jackson era preparato e ligio al copione, la coppia di sconosciuti andava a braccio, ridendo e recitando in modo sguaiato. L’atteggiamento rigoroso di Jackson e l’esuberanza degli altri due produssero un cattivo risultato, e Jackson perse la parte. I due erano il produttore Lawrence Bender e lo stesso Quentin Tarantino.

Grandi franchise

Anche in molti grandi franchise, nei quali le differenze tra personaggio fittizio e attore reale si fanno sempre più sottili, ci sono stati rifiuti e avvicendamenti che sono stati determinanti per le carriere di attori e attrici coinvolti.

Il caso più eclatante è forse quello di Jack Sparrow. Il personaggio che ha cambiato la percezione comune dei pirati, nonché uno dei più iconici della storia del cinema del nuovo millennio, avrebbe dovuto essere interpretato da Jim Carrey. Quest’ultimo rifiutò a causa della sovrapposizione delle riprese con quelle di Una settimana da Dio, e così la parte fu affidata a Johnny Depp, che ne ha fatto l’interpretazione della carriera.

Jennifer Lawrence ha invece preso parte alle audizioni per interpretare Bella Swan in Twilight, salvo poi veder assegnata la parte a Kristen Stewart. Jennifer Lawrence ha poi ammesso di aver cercato di far parte di un franchise imponente, in modo da accrescere la propria fama e far parte di qualcosa di più grande, riuscendoci qualche anno dopo con Hunger Games.

Fa invece strano pensare come colui che ha trainato il più grande franchise della storia del cinema (il Marvel Cinematic Universe) non fosse la prima scelta per il proprio ruolo. Stiamo ovviamente parlando di Robert Downey Jr., che si è visto ingaggiare da Jon Favreau solo dopo il rifiuto di Tom Cruise. Gli Studios pensavano che Cruise sarebbe stato perfetto per interpretare Tony Stark, ma man mano che le trattative proseguivano Cruise si diceva sempre meno convinto, e alla fine abbandonò.

Infine, non si può che concludere con quello che è forse uno dei più grandi “what if” della storia della settima arte. Non ancora trentenne, Robert De Niro sostenne un provino per la parte di Sonny Corleone (del quale se ne può trovare una rapida traccia sul web). La parte fu poi affidata a James Caan, che ricevette una candidatura agli Oscar.

Francis Ford Coppola rimase però talmente impressionato da De Niro che gli offrì la parte del giovane Vito Corleone nel secondo film della saga. Non poteva esserci un incastro migliore. De Niro non solo vinse l’Oscar, ma regalò ai posteri una delle più grandi interpretazione della storia.

a cura di
Simone Stefanini

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