Inwards: il viaggio interiore di Federico Mecozzi

Inwards: il viaggio interiore di Federico Mecozzi
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A tre anni dal precedente “Awakening” esce “Inwards” (Warner Music Italy) il secondo album di Federico Mecozzi. Se il precedente disco era frutto della sua esperienza come musicista nei più affermati teatri e arene in tutto il mondo, “Inwards” è frutto di una ricerca e una maturità interiore che si traduce magicamente in musica.

Conosco personalmente Federico Mecozzi e non vi nascondo la soddisfazione di vederlo anni fa come il più giovane direttore d’orchestra nella storia del Festival di Sanremo, dove ha contribuito nel 2019 e 2021. Posso garantire che è rimasto il ragazzo sempre, disponibile e sorridente. Oggi esce il suo nuovo lavoro: Inwards e noi ve lo raccontiamo…

Verso l’interno

Si chiama Inwards, quindi verso l’interno, una riflessione su come siano nati i brani e cosa rappresentano per me. Un discorso legato a un’idea di introspezione. Quasi tutti i brani sono nati nel periodo della piena pandemia

racconta l’autore

Mecozzi è passato da dover descrivere il suo stato d’animo di uomo e musicista con l’album d’esordio “Awakening” ad un’esperienza diametralmente opposta. Ai continui viaggi e performance nei più prestigiosi teatri del mondo, si sono sostituiti mesi di permanenza forzata in casa.

La pandemia non è stato un periodo facile per nessuno di noi, ma Federico Mecozzi ha avuto la saggezza di riportare tutto a casa. Ha raccolto i musicisti che lo hanno sempre accompagnato e ha messo a frutto le nuove composizioni.

Brani che descrivono i tanti stati interiori che si provano in questi momenti. Appena c’è stata la possibilità mi sono chiuso in studio (Numeri Recording di Cristian Bonato) cercando una chiave di produzione e arrangiamernti insieme a Cristian. In un secondo momento ho coinvolto gli altri elementi della mia band (Massimo Marches, Stefano Zambardino, Tommy Graziani e i due violoncellisti Anselmo Pelliccioni e Veronica Conti).

racconta Federico

Lavoro d’insieme

Per Federico i brani di Inwards non sono solo una proprietà individuale, ma nascono da un’ispirazione per svilupparsi in un lavoro d’insieme.

E’ sempre molto bello per me partire da un’idea individuale molto mia però amo molto il confronto. Da qui nasce il lavoro completo. E’ magico quando ognuno contribuisce con la sua bravura alla mia musica.

Una cosa che Federico Mecozzi ha imparato nella lunga e bellissima esperienza con Ludovico Enaudi

Lui stesso, pur essendo il compositore delle sue musiche, ci chiede sempre di aggiungere del proprio. Questa è una cosa che arricchisce sempre tanto in qualsiasi tipo di musica.

Ricordiamo che Federico Mecozzi dal 2009 affianca il celebre compositore Ludovico Enaudi. Con lui ha calcato palchi e arene di tutto il mondo (Royal Albert Hall, Sydney Opera House, Carnegie Hall, Philharmonie Berlin per citarne alcuni). Negli ultimi anni ha lavorato come assistente musicale e musicista per i lavori di Enrico Nigiotti, Pacifico, Angelo Branduardi, Blonde Redhead, Remo Anzovino, Filippo Graziani, Andrea Mingardi, I Ministri.

Il disco

Il disco parte con Inwards, lo stesso titolo all’album. L’apertura di questo viaggio introspettivo in maniera burrascosa e irrazionale, quasi come una tempesta che si scatena nel momento in cui viviamo, impreparati, il primo impatto con il nostro mondo interiore e la nostra coscienza.

Breeze invece è l’inizio del viaggio, una brezza leggera che ci solleva e ci trasporta con ritmo ostinato, quasi ossessivo, percorrendo il nostro corpo.

Winter Wail è un momento riflessivo e malinconico, un brano disteso ed evocativo che descrive quella tristezza ma anche quell’incanto tipici dell’inverno e del freddo. 

Escape è un momento tumultuoso del viaggio interiore, dipinto da un andamento incessante come la fuga da qualcosa, dalle paure, dal passato o dal futuro.

Momenti di luce

Dopo la fuga dalle parti più oscure di noi stessi, Motionless evoca il raro raggiungimento di uno stato di pace, un’assenza di movimento che è meditativa e curativa.

The end of the day è una ballata dal sapore allo stesso tempo antico e moderno, che descrive quell’ultimo meraviglioso momento di luce prima che arrivi il buio, quell’istante in cui le certezze del giorno muoiono, ma allo stesso tempo una consapevolezza diversa si risveglia. Alla fine del giorno tutto inizia a diventare sfocato e questa perdita di nitidezza ci spinge a cercare più nel profondo. 

Skywards è una lenta ascesa, un brano dilatato in cui la salita melodica del violino tende all’infinito, accompagnata da un grande crescendo di elementi e di dinamica. È la ricerca della luce.

Point of view è immedesimarsi in un altro punto di vista, più selvaggio, più ingenuo, più inconscio, quasi una visione animale, un contatto con la nostra irrazionalità.

Chude il disco Backwards la poesia del ricordo, delle esperienze passate. Il tema del pianoforte nasce da uno stato di malinconia che tende alla luce, come la memoria di immagini offuscate ma felici. La coda del brano, “cantata” invece dal violino, chiude il percorso dell’album “Inwards” lasciando l’ascoltatore in sospensione tra l’interno e l’esterno, tra il passato e il futuro.

In definitiva

Inwards è un percorso musicale che parte da un’esigenza espressiva che si sviluppa in enfasi. In esso confluiscono le esperienze di Federico Mecozzi e la sua maturità di uomo e musicista. Un violino che sembra essere la sua stessa voce e riesce ad innalzarsi sopra gli elementi.

Vola leggero sopra le coordinate elettroniche di Breeze ed Escape, il flato orchestrale di Winter Wall. Ridona conforto nelle note di Motionless, ritmo dolce in The End of The Day. Ogni brano del disco ha una sua particolarità. Il violino trova la sua massima espressione supportato da un tappeto sonoro dai mille colori. Sta a voi cercare, fra i brani, quella nota che vi procurerà sensazioni mai provate.

Tour

Per chi volesse godere appieno delle sonorità del nuovo album Inwards e del repertorio di Federico Mecozzi vi raccomandiamo le date previste per il nuovo tour che si svolgerà l’8 ottobre a Salsomaggiore Terme (data zero), 9 ottobre Milano al Teatro dei Filodrammatici, 25 ottobre a Rimini presso Teatro Galli, 27 ottobre Bologna Teatro Duse.

a cura di
Beppe Ardito

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Beppe Ardito

Da sempre la musica è stata la mia "way of life". Cantata, suonata, scritta, elemento vitale per ridare lustro a una vita mediocre. Non solo. Anche il cinema accompagna la mia vita da quando, già da bambino, mi avventuravo nelle sale cinematografiche. Cerco di scrivere, con passione e trasporto, spinto dall'eternità illusione che un mondo di bellezza è possibile.

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