Ivan Comar e “Latin Love”: l’intervista
Un invito a prendere la vita con leggerezza, a godere a pieno di ogni momento senza preoccuparsi per il futuro, che sicuramente sarà diverso: questo è Latin Love, il nuovo singolo di Ivan Comar
Con il suo ritmo energico e coinvolgente, Latin Love di Ivan Comar è un brano perfetto per ballare spensierati sotto un palco d’estate. Il ritmo è energico e coinvolgente, si caratterizza per il sound moderno ed elettronico con il quale l’artista si avvicina al genere indie-pop.
È stato prodotto in collaborazione con Francesco Contadini presso il Supersonic Studio, distribuito da Believe Digital ed edito da Mea Record Company.
“La canzone racconta una di quelle storie d’amore da sogno dove dietro c’è una donna bella, forte e indipendente che ti fa letteralmente perdere la testa. Ma i sogni, si sa, non sono per sempre… “Latin Love” descrive tutto ciò con un ritornello che difficilmente riuscirete a togliere dalla vostra testa”
Ivan Comar
Ivan Comar
Ivan Comar nasce a Udine il 12 settembre 1982. Comincia a scrivere le prime canzoni in lingua inglese all’età di 14 anni, trovando ispirazione negli artisti della scena britpop inglese e dai grandi cantautori internazionali. Il debutto discografico avviene nel 2006 con l’Ep Here to Stay dei Lost Exit. Nel 2008, insieme agli Spinal Crackers, pubblica l’Ep What does it shine? e nel 2011 intraprende la carriera da solista, con il nome d’arte Evan Lennon, pubblicando l’Ep Made in Evan, nel quale vengono esplorate sonorità synth pop. Dal 2013 inizia la sua attività di autore.
Nel 2019 dà vita al suo nuovo percorso artistico scrivendo canzoni in italiano, pubblicando il 5 luglio 2021 Sotto il Sole, brano estivo che è frutto della voglia e del bisogno di rinascita dopo i lunghi mesi di lockdown, un inno alla gioia e alla spensieratezza. Nell’ottobre 2021 firma con la Mea Record Company di Angelo Anselmi, con cui realizza i singoli Ambre Marie e Universo.
Dopo l’uscita di Latin Love lo abbiamo intervistato per voi. Ecco cosa ci ha raccontato.
Ciao Ivan, benvenuto su The Soundcheck! Parliamo di Latin love, il tuo nuovo singolo. Parla con leggerezza di un amore da sogno, perfetto, che però non durerà e di ciò ne sono consapevoli entrambi. Pensi quindi che la perfezione non esista, non sia duratura nel tempo, oppure è più un invito a lasciarsi andare e a godersi il momento, accogliendolo come viene senza preoccuparsi del futuro?
Assolutamente la seconda. Voglio portare ottimismo, positività, spensieratezza e divertimento nelle persone. È il mio modo di vivere la vita in tutti i suoi aspetti, è un qualcosa molto presente nella mia quotidianità. La musica che faccio e le parole che scrivo riflettono esattamente chi sono. Nella vita le cose hanno sempre un inizio ma anche una fine, bisogna quindi approfittarne e godersi al meglio tutto ciò che si ha e si fa.
Il tuo percorso da musicista è iniziato scrivendo canzoni in inglese per poi passare all’italiano solo qualche anno fa; a questo cambiamento ha corrisposto anche un cambiamento di stile. Come mai è avvenuta questa evoluzione?
A dire il vero i primissimi testi che ho scritto nel 2008 erano in italiano, ma erano distanti da ciò che volevo esprimere a quel tempo. Riuscivo a comunicare e trasmettere meglio le emozioni attraverso la lingua inglese. Tra il 2013 e il 2018, dopo aver lavorato diversi anni come produttore, ho ritrovato lo stimolo e l’ispirazione per iniziare un nuovo capitolo della mia carriera e per ricominciare a scrivere in italiano. Sono felicissimo di averlo fatto, oggi mi viene molto più semplice e naturale comunicare ciò che sono, ciò che penso e soprattutto ciò che sento.
Cosa ti ha portato ad avvicinarti alla musica?
Mi piace pensare che è stata la musica ad avvicinarsi a me. Ogni ricordo che ho sin da bambino è circondato da musica e suoni (nella mia famiglia non ci sono musicisti ma solo grandi appassionati). Io ne sono rimasto folgorato da subito, il tempo passava e questa “cosa” della musica è diventata sempre più chiara e presente nella mia vita. Intorno ai 4/5 anni ho cominciato a cantare, poi a scrivere canzoni e poi a suonare, mixare, produrre. Sono molto curioso di scoprire quali saranno i prossimi step che prenderemo insieme, io e la musica. Quando dico che per me non è una passione, ma una ragione di vita, dico la pura e semplice verità.
Come hai vissuto e superato il periodo pandemico? Ti ha cambiato e ha portato a cambiare anche la musica che fai? Se sì, in che modo?
L’ho superato con la stessa mentalità con cui ho affrontato altri periodi difficili della mia vita. Mi sono buttato a capofitto sul lavoro, nel tentativo di costruire qualcosa di migliore per quando il brutto momento sarebbe finito. Ogni volta ne esco più forte e maturo, ma, soprattutto, più fiducioso e ottimista, come le mie canzoni: cresco come persona insieme alla musica che faccio.
C’è un tuo brano al quale sei più affezionato e uno dal quale invece ti senti più distante? Se sì, quali?
Se dovessi menzionare un brano degli inizi in inglese, ti direi sicuramente “What does it shine?” del 2003. L’ho scritto durante una mia esperienza in Scozia, a Edimburgo per la precisione. Per quanto riguarda i brani più recenti direi che proprio “Latin Love” è il mio preferito: ha quella carica e positività che da sempre cerco di infondere in una canzone. Ora non mi resta che rimettermi al lavoro e creare qualcosa di ancora migliore!
Per quanto riguarda i brani da cui mi sento distante, non ne ho uno in particolare: quando scrivo qualcosa che non mi emoziona e non mi racconta abbastanza, tendo a scartarlo o lasciarlo da parte fino a che non trovo una svolta.
Che messaggio vorresti far passare con la tua musica?
Un messaggio di forza, di positività e di coraggio nel vivere la propria vita al massimo. Sia quando si racconta di momenti felici e di altri meno felici. La ricerca della felicità non dovrebbe essere solo una scelta, ma un nostro dovere!
a cura di
Gaia Barbiero
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