Salmo – Stadio San Siro – 6 luglio 2022

Salmo – Stadio San Siro – 6 luglio 2022
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“L’arte è cibo per la mente.” Dopo il successo di WaterWorld e il discusso concerto anonimo di Olbia, il re del rap italiano torna e fa sold out alla scala della musica. Il rap riempie gli stadi.

Che show di Salmo a San Siro! Energia pura. Una di quelle serate che per tante ragioni ti entrano dentro e ti fanno dire: “io c’ero”. Si apre letteralmente un’epoca: il rap italiano è arrivato all’apice, San Siro sold out riempito dal flow di Salmo e dei suoi numerosi ospiti. Ma andiamo per ordine.

Apre le danze Lazza. Padrone di casa. La folla che lenta entra allo stadio, sentendo le barre risuonare comincia a correre e a riempire in un attimo ogni posto disponibile. La gente è carica, c’è voglia di live, c’è voglia di rap.

Jacopo ha un look street da vero G, cammina carico, sente dentro che quel palco un giorno sarà suo. E lo merita per la gavetta fatta e per i numeri che ora parlano chiaro. Su “Morto Mai” credevo venisse già San Siro. Continua con le hit del momento e quelle storiche, ovviamente non manca “Uscito di Galera“.

Inizia (davvero) lo show

Ci siamo, energia a 1000 , è il momento! Sul megaschermo la faccia ologrammata di Maurizio, e un ritmo a cui nessuno, ma proprio nessuno può resistere… “90MIN“! Fortuna quest’anno vinciamo i mondiali… e in quel momento viene giù San Siro.

Non scherzo, tutti in quel momento erano carichi come delle mine: saltavano, urlavano, cantavano, stava davvero cominciando lo show! Salmo l’ho già visto almeno 7 volte, e uno degli ingressi più potenti arrivò all’Unipol Arena di Bologna quando sempre con “90MIN“, la band iniziò a suonare coperta da un telo nero enorme che si estendeva per tutto il palco, per poi calarlo al momento del rif del ritornello, facendo esplodere l’arena. Ma a San Siro un’esplosione di anime. C’era tanto bisogno di questo, in quel momento anni di chiusure, di limitazioni anche folli forse, le abbiamo lasciate andare per sempre.

Il palco era enorme, tre megaschermi con immagini 3d alternate alla regia dello stadio. Effetti speciali durante tutta la serata, fiamme, fuochi artificiali, show a 360 gradi.

Continua la scaletta con un mix tra pezzi storici e hit. La commistione di rock cattivo, di rap underground, e poi il ritorno del Salmone sulla traccia fa il resto. La band supporta al massimo, nota di merito alla batteria.

Continui cambi di look, ma la versione migliore è quella classica: petto nudo con catena e bracciale. Fa caldo, tanto caldo, ma lui continua come un treno, saltella su e giù, si immerge nel pubblico attraverso due lembi di palco che si immergono nel pit di San Siro.

Anzi no, ripensandoci, la versione migliore è quando esce sul palco vestito da parroco! Che genio. “Io che volevo trovare qualcuno per cui valga la pena pregare” … Irriverente e vero, ma mai banale!

Puoi amare Salmo, puoi odiare Salmo, ma non potrai mai dire che non sia un artista, un uomo che prende posizione, che dice la sua sempre, a discapito di politiche di buonismo o di tentativi di accaparrarsi il pubblico. “L’arte è cibo per la mente” dice Maurizio, lui pensa e fa pensare anche i giovani ragazzi, usando il flow come strumento. Se non è arte questa…

Al mio segnale scatenate l’inferno

Tra un pezzo e l’altro partono cori da stadio “ole, ole ole  ole, Salmo, Salmooo” un idolo per tutti, amato davvero in modo viscerale. Un rapporto col pubblico unico, si ferma anche per chiedere acqua per i ragazzi del pit visibilmente accaldati.

Poi un momento in cui l’artista forse realizza che sta vivendo l’apice del suo successo e dice questa frase: “questo era il primo pezzo che ho scritto del mio primo album, ed è incredibile che lo debba cantare ora qui”  E lo canta a cappella, con San Siro seconda voce. La prima volta non si scorda mai.

E poi… Ma-che-te flow! Che bolgia! Trema lo stadio. Si apre a metà il pit: metà di sinistra, metà di destra! Frase di rito: “il pogo non è una rissa” … un rif incalzante sotto… “aspettate solo il mio segnale…” … batteria che rulla sotto… ci siamo! E inizia il pogo delle migliaia del pit. Un gioco, ci si diverte e la gente è felice. Un marchio di fabbrica del Mau.

Fedez: sapevo che sarebbe entrato, era stato annunciato, ma ammetto che vederlo entrare, abbracciare Salmo, spaccargli una bottiglia in testa, e andarsene cosi col sorriso non l’avrei mai immaginato. Ci sta.

Ma la carrellata di ospiti è appena iniziata. Perché c’è un auto sul palco, Dj Treeplo ai dischi, Salmo ha una parrucca bionda, si accende una siga e… wow! Se pensavamo di aver dato tutto, non avevamo capito nulla, inizia la seconda parte, ancora più carica di prima! Primo guest: Lazza. E alla fine sono uscito! Che bolgia a San Siro. Non potete capire che carica!

Segue una versione remix di “Kumite“, con San Siro all’unisono, tirato giù lo stadio di nuovo.

Esce Ensi con EZ, fratelli veri, poi di nuovo solo con una hit come “Marylean“, ed esce Nitro per la sua strofa. Un ringraziamento finale verso Salmo, altri fratelli.

Pensi sia finita, esce Blanco (infortunato). “sono sotto la piaggia come la prima volta…”. Che pezzo. E quando entra Salmo sulla traccia, davvero magia. “L’amore è come un atto violento.” Magia davvero.

Ok, saremmo anche a posto, andiamo a casa contenti e appagati. No! Esce Noyz Narcos! Stiamo ancora giocando con i mega palloni usciti sul pubblico al pezzo precedente che Salmo e Noyz rappano come due animali sul bit di Dj Treeplo. Serve dire che San Siro quasi crolla?!

Il finale

Salmo va in mezzo al pit, si inginocchia tra la sua gente, con solo una chitarra acustica ad accompagnarlo, e ci arriva dritti dentro con “Lunedì“. Ritorna la band ed è “1984“. Lì ragazzi bisogna esserci, godersi il momento, andare ai live puoi raccontarlo ma quando la spider cam “vola” e inquadra il pubblico abbracciato, sudato, felice, come lo spieghi? Abbiamo le lacrime, perché la musica, quella bella, ti porta altrove. “Il cielo nella stanza” chiude la magia di una serata che ti fa dire: “io c’ero a San Siro quella sera“.

Una serata cosi “Non te l’aspettavi invece eccola qua”.

Standing ovation di diversi minuti, e tutti a casa col cuore colmo di gioia. “Ti vogliamo bene Milano, grazie di cuore”.

a cura di
Nicola Donati

foto di
Emanuela Giurano

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Nicola Donati

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