Gli Imagine Dragons completano il ciclo di “Mercury”

Gli Imagine Dragons completano il ciclo di “Mercury”
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Ritornano gli Imagine Dragons dopo 4 anni dall’ultimo disco. Si completa il ciclo di “Mercury” con l’uscita del secondo atto per regalare un disco ricco di canzoni e pieno di confessioni, riflessioni e pensieri

Gli Imagine Dragons rilasciano il secondo atto del ciclo “Mercury“; il primo è uscito infatti nel 2021. Si vanno ad aggiungere altre 18 tracce in un lavoro corposo come pochi altri di questi tempi dove si cerca sempre di “stimolare” poco la durata degli album. Ma sarà stata la mossa giusta?

Gli Imagine Dragons presentano una carriera più che decennale con 5 album in studio, se contiamo come unico “Mercury – Acts 1 & 2“, con diversi traguardi, premi e soddisfazioni inimmaginabili pensando agli esordi con “Night Visions“. La band continua a essere amata e apprezzata in tutto il mondo, ultimamente sono anche passati per l’Italia dove ne abbiamo raccontato l’esperienza agli “I-Days” a Milano.

Primo atto

Il primo atto è stato rilasciato un anno fa e la sua copertina raffigurava un umano che cadeva verso il basso. Un’illustrazione emblematica rispetto ai brani che si ritrovano nel disco. Diverse tracce sono molto impegnative dal punto di vista dei testi per ciò di cui parlano: morti, complessi esistenziali, perdite, accettazione del sé…

È possibile trovare comunque qualche eccezione di mood positivo in “Monday“, pezzo dedicato all’amore per la moglie, e le due tracce a fine disco “No Time For Toxic People“, in sostanza “vivi la vita e allontana le persone del c*zzo da te, e “One Day“, traccia speranzosa sempre sulla vita. Il resto del disco è una batosta al lato più sensibile di voi. Preparatevi quindi a versare lacrime e a soffrire insieme a Dan Reynolds, il cantante.

Tra tutte le presenti quelle più struggenti sono probabilmente “Wrecked“, dove si parla della perdita della sorellastra per il cancro, e “Giants“, un brano dedicato al conflitto interno per la sobrietà. Questi due brani tra vocalità, parte strumentale e testo sapranno come spaccarvi il cuore.

Secondo atto

Nonostante la copertina con il completamento dell’album abbia visto il cambiamento della posizione della persona raffigurata, ora ascendente, molte tracce sono borderline e rimangono sempre sul filo tra aspetti positivi e negativi della vita. Sicuramente è presente più speranza e più presa di consapevolezza da parte della band. Non è un totale abbandono come nella prima parte del disco, ma non aspettatevi di ballare ecco.

Il tema principale affrontato dalla band nel secondo atto è quello della vita. Si parte dallo sfruttare al massimo il tempo a disposizione per vivere, a rivivere momenti malinconici passati, a un’insoddisfazione perenne a perdite durante il percorso ma anche amore, condivisione dei momenti più belli e i legami relazionali.

Il secondo atto però sembra presentare più tracce di scarto, o filler, rispetto alla prima parte. Nonostante i temi forti e sentiti in quasi tutti i brani, non riescono a rimanere incollati a chi li ascolta. Sia questo dovuto alle sonorità o alla quantità esorbitante di brani, ma la prima parte è sicuramente più incisiva.

Rimane il fatto che qualche pezzo sia comunque da ascoltare e riascoltare. Pensiamo a “Sharks“, “Bones” o “Higher Ground” per esempio. Altri come “Tied“, “I Wish” e “Continual” sono troppo facilmente skippabili, nonostante come già sottolineato, la maggior parte abbiano significati importanti.

Bocciato o promosso?

È un lavoro sicuramente di un livello superiore a “Origins“, disco abbastanza deludente se non per qualche traccia, ma ne va fatta ancora di strada per tornare ai livelli dei primi album. Si è forse puntati forte sulla quantità per cercare di fare un po’ di “fan service” e accontentare tutti ingozzandoci di musica? Meh.

O semplicemente c’erano tanti messaggi da comunicare? Anche in questo secondo caso molti brani erano sicuramente perfettibili e mancanti di quel quid.

In questo disco c’è pochissima sperimentazione da parte degli Imagine Dragons rispetto al loro solito pop. “Cutthroat” è forse l’unica traccia che si allontana realmente dal solito sound della band. Gli Imagine Dragons e i loro brani rimangono piacevoli da ascoltare, ma sembrano tracce sempre uguali, se venisse creata una traccia unica, non ci sarebbero molte differenze.

Non c’è quel “guizzo” o quella voglia di sperimentare qualcosa di diverso rispetto alla “solita roba”. Si saranno forse adagiati sugli allori i nostri cari amici Imagine Dragons?

Il disco è assolutamente ascoltabile e qualche pezzo che rimane nel cuore è presente in entrambi gli atti. Forse una quantità così importante di brani ha portato a inserire diversi filler, brani senza troppe pretese, sicuramente evitabili. Se pensiamo però ad album come “Evolve” e “Night Visions” dove ogni canzone era praticamente una hit e ti entrava in testa, questo lavoro è non è da bocciare, ma da rimandare a settembre con due debiti.

a cura di
Luca Montanari

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