Dr. Myine ci cura con la sua musica

Dr. Myine ci cura con la sua musica
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Lo scorso 21 giugno è uscito su tutte le piattaforme “Botto… X”, il nuovo brano di Dr. Myine. Abbiamo scambiato alcune parole con lui

Camine Esposito, conosciuto come Dr. Myine, cantante napoletano ma ligure di adozione, ha appena pubblicato la sua nuova canzone: “Botto… X“. Da sempre appassionato di musica, basti pensare che ha fondato la sua prima band all’età di 7 anni, ha fatto diversi lavori, tra cui l’animatore e l’organizzatore di eventi.

Ed è proprio da questo background che sembra nascere “Botto… X“. Un brano spensierato con le sonorità giuste per essere suonato ad una festa. Un inno alla spensieratezza dopo il periodo che abbiamo passato.

“Botto…X” nasce come una canzone porta fortuna per chi l’ascolta. Basta esprimere un desiderio e la magia si compie, come mangiare la prima ciliegia di maggio.

Lo abbiamo intervistato per conoscerlo un po’ meglio.

Qual è l’origine del nome Dr. Myine? Chi è Dr. Myine e chi è Carmine Esposito? 

Dr. Myine è nato come Carminevagantishow, preso dalla bellissima pellicola “Mine vaganti” di Ferzan Özpetek, poi abbreviato con il finale del mio nome (Mine di Carmine) con l’aggiunta di una Y… ecco Myine!  Dr. Myine è il primario della leggerezza, l’ipnosi dei colori, l’energia di un sound.

Carmine Esposito è un sognatore, un viaggiatore, uno con tanti difetti, ma con dei buoni pregi. Curioso: se c’è qualcosa che brucia ha sempre voglia di metterci il dito, procurandosi delle brutte ferite, ma l’energia che lo avvolge riesce a cicatrizzarle in brevissimo tempo.

Tu sei napoletano di origine ma ligure d’adozione. Quanto e come hanno influito le due culture, musicali e non, nel tuo percorso artistico? 

Il connubio tra la Campania e la Liguria è una fusione perfetta, sia per la cultura musicale che per quella quotidiana. Due regioni affacciate sul mare che, guardate con attenzione, creano una sorta di seduta psicologica dalla quale puoi trarre ispirazione per la vita, trovare lo spazio e il tempo per poter scrivere ciò che emana ogni onda che si infrange sulla riva.

Hai fondato la tua prima band all’età di 7 anni. Suoni qualche strumento? Quali sono gli artisti che ti hanno influenzato di più? 

Erano i primi anni ’80, a Napoli, all’interno di un fabbricato fatiscente, avevo circa 7 anni e già con alcuni compagni di gioco formavo la mia prima band: suonavamo strumenti creati con avanti di legno. La musica echeggiava solo nella nostra mente, ma all’unisono tutti seguivamo un ritmo. La chitarra è lo strumento che mi accompagna, la mia compagna di viaggio, sia musicale che mentale.

Gli artisti che mi hanno influenzato sono sicuramente Vasco Rossi, Fabrizio De André, Lucio Battisti, Lucio Dalla, Roberto Vecchioni; erano i tempi di Luca Carboni del quale apprezzavo e apprezzo la sua scrittura. Senza dimenticare Renato Zero e Ligabue.

Qual è il messaggio che vuoi trasmettere con il tuo nuovo brano, “Botto… X”? 

“Botto…X” è un brano leggero, ma molto fra le righe. Usciamo da un periodo in cui siamo stati in fila per tantissimo tempo: fila al supermercato, in farmacia, nei negozi e per i vaccini. Eravamo chiusi tutti in una box. BOX equivale a case, uffici chiusi, teatri, piazza: praticamente una sorta di alterazione fisica, chimica letale.

Il messaggio che vorrei trasmettere è semplicemente far capire che il tempo non ha tempo, che un orologio non ha lancette, che tutti dobbiamo avere fiducia in noi stessi, applicarci e non inchiodarci. Ricordare che il tempo vola e noi no.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro, a breve e lungo termine? 

Con il mio amico Dako (Gianfranco Cuffaro) stiamo lavorando su nuovi brani. Questi nuovi singoli saranno sicuramente diversi rispetto a “Botto…X”, ma vicini negli arrangiamenti e nella voglia di comunicare.

Il mio sogno è vivere a Los Angeles, per poter scrivere e arrangiare pezzi sulle coste di Venice Beach, prettamente e unicamente in lingua italiana.

a cura di
Mirko Fava

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Mirko Fava

Mirko Fava nasce a Parma il 23/04/1991. Ha un diploma da geometra che ha usato per poco tempo, prima di diventare impiegato. Ha cominciato ad appassionarsi di musica negli anni delle superiori ed è andato alsuo primo concerto nel 2007, portandosi dietro una delle prime digitali compatte di suo padre, ottenendo scarsissimi risultati. La passione per la fotografia è cominciata parallelamente a quella per i concerti, anche se a tutti gli effetti si è sviluppata definitivamente dopo qualche anno. La macchina fotografica lo accompagna anche in viaggio, alla costante esplorazione del mondo. Tutte passioni economiche, in pratica.

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