Due anni senza il maestro del gotico, Carlos Ruiz Zafòn

Due anni senza il maestro del gotico,  Carlos Ruiz Zafòn
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Nascita di uno scrittore

Due anni fa, precisamente il 19 giugno 2020, ci lasciava Carlos Ruiz Zafòn, lo scrittore osannato dalla critica e consacrato a maestro del gotico.

Zafòn nasce il 25 settembre del 1964 a Barcellona. Una città che rimarrà sempre nei suoi pensieri e dove ambienterà le sue opere, divenendo essa stessa la principale protagonista delle sue storie.

Alla fine degli anni Settanta Barcellona era un’illusione di vicoli e viali in cui si poteva viaggiare a ritroso nel tempo di trenta o quarant’anni semplicemente oltrepassando la soglia di una portineria o di un caffè.”

Dopo aver terminato gli studi, il giovane Carlos intraprende un percorso lavorativo nell’ambito pubblicitario come copywriter e direttore creativo.

Ma, nonostante il successo anche in questo campo, la sua passione per le parole continua a spingerlo verso la strada della scrittura. Invero, fin dall’età di 14 anni, l’adolescente scrittore aveva già abbozzato un libro per ragazzi che verrà pubblicato solo nel 1993 col titolo Il principe della nebbia, che otterrà fin da subito numerosi premi.

Il fenomeno Zafòn

Iniziata col botto, la nuova carriera di scrittore continuerà con grande successo. Si avvicenderanno così altri romanzi e sceneggiature cinematografiche, ma solo nel 2001 esploderà la vera e propria fama. Con il romanzo L’ombra del vento nascerà definitivamente il “fenomeno Zafòn”.

L’ombra del vento sarà solo il primo della famigerata tetralogia de Il cimitero dei libri dimenticati che prosegue con Il gioco dell’angelo, Il prigioniero del cielo e Il labirinto degli spiriti.

I quattro volumi, però, non seguono un ordine cronologico. L’intera storia è ripresa in momenti temporali diversi, con punti di vista di altrettanti narratori. Le quattro angolazioni si stringeranno però tutte intorno ad un unico punto, intrecciate tra loro con molteplici fili narrativi.

Questa tetralogia è sicuramente l’opera che più di tutte ha consacrato Zafòn a maestro del gotico. Le atmosfere oscure, le strade e i cunicoli bui della sua amata Barcellona, i personaggi straziati, i libri misteriosi in biblioteche segrete. Tutto è atto a costruire storie che strizzano l’occhio al fantasy ma che non potrebbero essere più realistiche.

Le amicizie e i legami che descrive, infatti, ispirano il lettore a immedesimarsi nei personaggi, a rivedersi nei loro valori e a calarsi nelle avventure fino a credere di conoscere i protagonisti e a sentirne nostalgia al termine delle pagine.

Nonostante l’inquietudine che pregna tutte le opere dello scrittore, sarebbe fin troppo semplicistico e superficiale inquadrare le sue storie nell’alveo dei racconti dell’orrore. La bruttezza dei suoi mostri, l’ansia e la sofferenza non sono mai fini a loro stessi. Nelle atmosfere spettrali dell’autore, e dietro ogni antagonista, c’è sempre una storia incredibile e appassionante che porterà il lettore a giustificare le mosse del cattivo, ad affezionarsi, fino a fare quasi il tifo per lui!

I continui tuffi nel passato che descrivono le vite strazianti dei personaggi aprono le porte ad una comprensione che si trasforma in indulgenza e lasciano a chi legge, sempre, un solo grande insegnamento: non esistono anime cattive, solo dei brutti passati.

La notte in cui lo conobbi, Michail mi disse che, per qualche motivo, la vita è solita offrirci quello che non abbiamo cercato. A lui aveva concesso ricchezza, fama e potere, mentre desideva soltanto la pace dello spirito e di poter tacitare le ombre che gli tormentavano il cuore.”

Con la saga de Il cimitero dei libri dimenticati Zafòn segna un vero e proprio passaggio nella letteratura contemporanea creando quello che per la critica è un vero e proprio sottogenere letterario incentrato sul potere magico dei libri e dei loro custodi.

Molti, dopo di lui e ispirati da lui, hanno provato ad immergersi e ad emulare mondi fatti di biblioteche, tomi misteriosi e librai eroi. Quasi inutile dire che Zafòn resta sul podio degli esponenti del genere e, a due anni dalla sua morte, la sua fama non ha subito alcuna scalfittura.

Marina

Seppur meno note, le altre sue opere non sono da meno. La lettura dei suoi libri più famosi, anzi, non farà altro che generare nei lettori la voglia di scoprire e scavare nella mente dell’autore per tuffarsi, ancora e ancora, nelle sue magiche avventure.

È per questo che, in realtà, sento di dover fare un coming out che non tutti approveranno, confessando che l’opera che più mi ha colpito (e in cui vorrei vivere se potessi rinascere personaggio letterario) è Marina.

Il libro, pubblicato nella sua prima edizione nel 1999, arriva in Italia solo dieci anni dopo. Il protagonista è Oscar Drai un ragazzo che studia in un collegio di Barcellona (appunto) e che nelle pause dal noioso studio, ama bighellonare tra le strade più recondite e deserte della città. Sarà proprio durante una delle sue passeggiate che incapperà in una via nascosta e stretta e si ritroverà ai piedi di una casa, all’apparenza sinistra e misteriosa.

Qui farà la conoscenza della ragazza più bella che abbia mai visto e nascerà un’amicizia forte di quella forza che solo le avventure condivise danno.

I due, spiando una misteriosa signora in nero tra le tombe del cimitero, si ritroveranno a scavare in un passato oscuro e lugubre che li porterà a fare la conoscenza di personaggi che si nascondono dalla moderna Barcellona continuando a vivere in un mondo fatto di ricordi e rimpianti.

Scopriranno, infatti, la storia del famoso Michail Kolvenik, un fabbricante di protesi morto vent’anni prima, ossessionato dall’idea della vita eterna. Nel mentre, non mancheranno le storie personali dei personaggi, appassionanti e tristi, come quella del padre di Marina che vive solo dei ricordi della sua defunta moglie.

Il lettore verrà trasportato in un’epoca che non vorrà mai più lasciare. Io stessa avrei voluto essere con Marina e Oscar, anche nei momenti più paurosi. Avrei voluto giocare a scacchi con il padre di Marina, visitare il cimitero nascosto e bighellonare per le strade soleggiate e deserte della città alla ricerca di un’idea.

Non è un caso che Barcellona sia diventata meta di veri e propri pellegrinaggi ispirati dalle opere di Zafòn. Diversi sono, infatti, i siti e le pagine internet che stilano elenchi di luoghi e monumenti che hanno fatto da cornice alle sue storie.

Non è un addio, solo un arrivederci

È indubbio che la morte dello scrittore sia stata un duro colpo per tutti i suoi “seguaci”, ma i suoi libri rimarranno la più preziosa eredità in cui rifugiarsi.

Basta aprire le sue pagine per ritrovarsi tutti a Barcellona, tra biblioteche nascoste e strane case, in compagnia di amici fidati o di strane creature, certi di non star solo leggendo delle parole.

-A volte le cose più reali succedono solo nell’immaginazione, Oscar- disse lei. -Ricordiamo solo quello che non è mai accaduto-”

a cura di
Rossana Dori

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