Samuele Proto ci racconta “Fuliggine”

Samuele Proto ci racconta “Fuliggine”
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Samuele Proto pubblica il suo nuovo singolo “Fuliggine”, disponibile sulle piattaforme dal 20 maggio.

Samuele Proto, classe 1997, è un cantautore fiorentino. In piena adolescenza decide di seguire le orme del fratello maggiore e imbraccia la chitarra, all’inizio non riesce a trovare il vero approccio con la musica ma poi, vedendo un video live di John Mayer, si accende la lampadina: “Questo è ciò che voglio fare da grande”. Comincia a scrivere canzoni e non si ferma più.

Nel 2015 esce Un’impronta sul cemento, brano d’esordio che gli regala le prime esperienze. In studio di registrazione Samuele impara da un grande maestro e si dedica anche alla produzione. Dopo la pubblicazione di altri due singoli arriva il 2019, anno importante che gli permette di suonare live al Duomo di Milano per Radio Italia e di vincere Deejay on stage portando il suo ultimo singolo Fukushima in Galleria in rotazione su Radio Deejay.

Il disco d’esordio esce il 4 ottobre 2019 e si chiama 33 Stradale. In tre mesi supera i 170K stream complessivi e ad inizio del 2020 pubblica il singolo Sciamani di Plastica, nato con l’intento di far ondeggiare la testa. Nel 2021 inizia la sua avventura in Shed626 dove è fondatore, produttore e anche artista. Durante l’estate dello stesso anno pubblica Preludio e Universe, brani che compaiono nel documentario in memoria di Davide Astori.

“Fuliggine” è il racconto di un sentimento personale e la liberazione da ciò che lo rende infelice. Samuele Proto ce lo racconta.

In “Fuliggine” le sonorità sono più elettriche e il sound molto “americano”, vicino a quello di una ballata rock. Perché la scelta di questo sound e non più sulle note del bluse e R&B, come invece è stato per il singolo “Fragili Rose”?

Il Sound di “Fuliggine” è arrivato a distanza di mesi rispetto al singolo precedente. Probabilmente le differenze nello stile derivano da un cambiamento personale di ascolto. Ma credo che sia soprattutto un motivo legato “all’elasticità” che in generale caratterizza il mio disco. Alla base c’è un concetto di musica suonata, ma le varie atmosfere cambiano da canzone a canzone. 

Protagonista sul palco”, perché l’immaginario di una ragazza sul palco che racconta il suo amore sofferto? Per dare la sensazione di vulnerabilità?

La scena raccontata serviva a descrivere un sentimento comune, la necessità di liberarsi dai propri conflitti interiori. Per farlo ho utilizzato, insieme al coautore del testo Edoardo Rossi, una tecnica descrittiva quasi cinematografica. Con l’intento di impersonificare il concetto in una figura e trasformando questa figura in un’attrice pronta a recitare su un palco. L’idea ci piaceva e abbiamo cercato di renderla al meglio con il giusto utilizzo delle parole. 

Questo pezzo parla di un amore difficile, trasformarlo in musica allevia e può dare un senso al dolore provato?

Sicuramente la musica ha anche questo compito. Nel bene o nel male la musica permette di meditare. Concentrarsi su “un puntino nero” liberando la mente da altri pensieri. Ci sono canzoni poi capaci di arrivare diritte all’ascoltatore perché raccontano storie che le persone riescono ad interiorizzare. Spero che “Fuliggine” sia una di queste. Fosse così, il finale è liberatorio e lascia un’atmosfera speranzosa e di rivalsa.

La tua scrittura è molto descrittiva, se un giorno “Fuliggine” dovesse uscire anche con un videoclip, come vorresti venisse rappresentata? Quale atmosfera vorresti venisse trasmessa attraverso le immagini?

“Fuliggine” uscirà sicuramente con un videoclip. Videoclip che tra l’altro è stato già realizzato. A tal proposito forse la cosa più giusta potrebbe essere quella di non raccontare niente riguardo la trama del video. Una volta pubblicato sono curioso di sapere se la scelta artistica sulla trama del video sarà azzeccata.

Quale è il motivo nella scelta di rappresentare visivamente ogni brano del nuovo disco, attraverso i lavori di Giulia Gaia Rossi?

La scelta è dovuta ad una voglia molto forte di collaborare con altri artisti. Ci si ispira a vicenda e soprattutto lo stimolo che deriva da altri artisti ti permette di creare nuove cose, magari sempre migliori. In generale io penso che questo sia un elemento fondamentale per chi fa arte ed è anche probabilmente la base dello sviluppo artistico. Detto questo, le opere di Giulia Gaia le ho trovate molto belle e soprattutto vicine alla rappresentazione che mi immaginavo sulle mie canzoni.

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a cura di
Margherita Castello

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