Reminder: Social media is not real life

Reminder: Social media is not real life
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Viviamo in un mondo di condivisione istantanea, e quel mondo, ha creato una cultura in cui tutto il nostro amor proprio proviene dalle affermazioni degli altri invece che da qualche parte dentro di noi

I social oggigiorno sono protagonisti indiscussi delle vite di ognuno di noi. Quest’ultimi sono siti o “piazze virtuali” che consentono di mettere le persone in contatto e di far nascere relazioni sociali, venendo ad abbattere ogni confine e limiti di tempo. Permettono di comunicare e condividere la propria vita con altri utenti che vivono ovunque nel mondo: ecco perché con i Social Network i confini geografici ed aziendali diventano sempre più labili. Si può comunicare da remoto senza alcun problema di contatto fisico e di vicinanza geografica.

In pratica, fare parte della community, permette di attivare varie modalità di interazione all’interno del gruppo di utenti, il cui numero dei membri è destinato a crescere. Se da una parte questo può agevolare la stragrande maggioranza della popolazione, dall’altra può nuocere gravi danni. I Social Network infatti, con il passare del tempo, hanno inserito al proprio interno anche i “filtri bellezza”, diventati subito un trend mondiale. La nostra idea di bellezza l’hanno cambiata eccome, influenzando tutti a partire dalle star più famose fino ad arrivare alla vicina di casa.

Tutti, almeno una volta nella vita, hanno usato i filtri per apparire migliori agli occhi altrui. Nella storia della bellezza quindi c’è un prima e un dopo. Prima dell’avvento dei social media e dopo l’avvento dei social media. “Pensateci: vi siete mai preoccupati di un difetto fisico prima dei selfie e dei Social media”? si (e ci) interroga il professor Marcos Sforza, specializzato in BDD (Boby Dysmorphic Disorder, per meglio dire il Disturbo da Dismorfismo Corporeo) su Harpers Bazaar.

Partendo da questa domanda, abbiamo deciso di interrogare le persone più comuni per capire se l’effetto dell’”apparire” in una certa maniera, quasi alla Dorian Grey, facesse parte delle vite di tutti.

La storia dei Social

La storia dei Social Network inizia nell’ormai lontano 1997 (per il mondo di internet si tratta di “secoli”), quando uno statunitense di nome “Ellison” lancia il sito SixDegrees.com. L’obiettivo del primo Social Network era quello di creare delle relazioni fra persone. Dopo questo primo tentativo di Social Network (per inciso il termine Social Network non era ancora stato “coniato”), nel 2003, ancora una volta in America, nasce il termine “Social Network” grazie ad un nuovo social che prese molto piede in America: Friendster.

In America in quel periodo sono nati diversi Social Network, fra cui Ryze, di Jonathan Abramsm, un Social network dedicato ai professionisti ma Friendster era il primo social che mostrava le foto degli utenti ed il loro vero nome e che permetteva di cercare persone e vedere li loro profilo per poi “collegarsi alla loro rete”… E’ noto che il Social ebbe sin da subito un gran successo, tanto che Friendster non era preparato a sopportare il numero di utenti e di richieste che arrivavano e le pagine, di conseguenza, erano molto lente nel caricamento.

Facebook- Instagram

Dopo poco tempo gli utenti cominciarono a creare profili falsi, tanto che si parlava addirittura di “Fakester”, utenti che creavano questi profili e che desideravano più interazione. Facebook dava la possibilità di aggiungere delle persone nella propria cerchia di amici, di condividere i propri stati, le proprie foto o seguire delle pagine ben specifiche. Proprio sulla base di due di questi elementi, ovvero le foto e il seguito, si basa Instagram.

Instagram nasce infatti come applicazione per scattare fotografie di viaggi, momenti, dettagli e condividerle con amici e familiari. Systrom racconta la nascita del social media come un fatto piuttosto particolare: inizialmente era intenzionato a dare vita ad una piattaforma di raccolta fotografica, ma la moglie gli suggerì l’idea vincente, un social media.

Si tratta di un applicazione, lanciata nel 2010 per sistemi IOS e nel 2012 per Android, che permette di scattare foto tramite il cellulare e applicare dei filtri. Le foto poi andranno nella propria bacheca. Non esistono gli amici, ma i follower e i following: persone che ti seguono e che tu segui, senza che la cosa sia necessariamente reciproca. Instagram riscosse molto successo proprio per questa sua particolarità, infatti grazie ai filtri era possibile rendere più accattivanti le foto.

E nel momento in cui gli smartphone stavano cominciando ad invadere il mondo, l’app riuscì a ritagliarsi una grossa fetta di utenza. Nel 2012 Mark Zuckerberg ebbe la lungimirante idea di acquistare la società per 1 miliardo di dollari, andando ad ingrandire il suo impero. Nel tempo Instagram ha cambiato faccia più di una volta, introducendo anche le stories, cioè delle clip video. Inoltre la piattaforma ha aiutato notevolmente a far crescere la nuova figura lavorativa dell’Influencer.

I Social fanno bene alle nostre vite?

Nonostante Instagram sia una piattaforma bellissima, si deve stare attenti a come la si usa, poiché a lungo andare potrebbe rivelarsi deleteria per la nostra psiche. Molto più degli altri Social Network, Instagram traduce le nostre vite professionali e personali in semplici immagini da proporre ad altre persone, come piccoli scorci di una vita, che però noi fingiamo di vivere, poiché per come viene proposta sul web è fittizia, adatta solo per essere posta sul social al fine di avere più like sotto la propria foto.

Ovviamente non bisogna generalizzare, tutto questo non ci dice nulla sulla psicologia delle persone che vivono ai nostri giorni, poiché è lecito pensare che dietro quelle foto ci sia molto di più di quello che vediamo.
Tutti i Social media fanno della nostra persona una sorta di avatar virtuale, mostrando potenziali vite che noi facciamo finta di vivere.

Molte persone finiscono per essere ossessionate dai social, tanto da riuscire a influenzare perfino i propri comportamenti: non è sempre facile scindere la realtà dalla mera finzione. I problema è che le persone hanno da secoli un unico desiderio: quello di vivere la vita attraverso gli altri.

I dati raccolti dalle indagini fatte

Partendo dalle riflessioni affrontate sopra, son state intervistate e interrogate un numero cospicuo di persone. Gli è stato chiesto quanto i social network influenzassero ogni giorno le loro vite. Si è giunti alla conclusione che il 91,3% degli intervistati passa il 50% della propria vita su Instagram. l’82% prende ispirazione dalle vite altrui, contro il 13,5% che è in forse. L’87% delle persone coinvolte fa vedere, a 360 gradi, la propria vita sui social e la stessa percentuale cerca di apparire sempre al meglio.

Il 26,1% usa i filtri di Instagram, dato che fa riflettere in quanto non tutti son caduti nella “trappola” della bellezza finta. Il 60% crede che i filtri di Instagram aiutino ad apparire più belli agli occhi degli altri. E’ stato poi chiesto se si è d’accordo sulla popolarità che stanno avendo i filtri oggigiorno, il 60,9% è in forse. Il 78,3% sostiene infatti che i filtri stiano condizionando troppo l’autostima di chi li usa.

Alla domanda “Credi che sia giusto far vedere sui social una realtà che non esiste?” Il 90,6% ha risposto di no. Son state poi proposte varie foto in cui era presente l’uso dei filtri di Instagram. La maggioranza ha ritenuto opportuno rispondere che non è giusto mostrare quella tipologia di immagini. Il 78% degli intervistati dopo il sondaggio si è reso conto di quanto i social condizionino le nostre vite.

Il crescente ricorso alla chirurgia

Con i media che ritraggono costantemente la bellezza ideale e sommersi da video in cui compaiono sempre più spesso challenge come -mostrare il proprio naso perfetto di profilo- o far vedere quanto si è magri, sta generando cambiamenti soprattutto nel comportamento alimentare, aumentando le possibilità di problemi di peso e disturbi alimentari. Le foto sui social sono piene di persone che presentano la parte migliore di se stesse, con l’aiuto di programmi di editing fotografico e filtri che distorcono la realtà fino a rendersi, a volte, irriconoscibili.

Una ricerca dell’International Business Times ha attestato che il crescente ricorso alla chirurgia estetica da parte delle ragazze è una risposta all’ossessione dei selfie sui social media. I trattamenti estetici non sono economici, perciò molte persone iniziano a cercare offerte più economiche, molte delle quali possono essere trovate sui Social media.

Forse l’effetto più preoccupante è l’aumento del rischio per la salute. Chiunque può aprire un negozio per offrire questi trattamenti e questo ha portato a un numero crescente di persone che sperimentano effetti collaterali dolorosi e persino permanenti.

Secondo i risultati del sondaggio annuale pubblicato di recente dall’American Academy of Facial Plastic and Reconstructive Surgery (AAFPRS), sulle tendenze della chirurgia plastica per il 2019, la domanda di procedure preventive e minimamente invasive (es. iniettabili) era altissima, soprattutto tra i giovani.

Il numero complessivo di procedure di chirurgia plastica nel 2019 è aumentato del 6%. Le procedure più comuni eseguite sono state rinoplastica, lifting e blefaroplastica (intervento chirurgico per correggere le palpebre cadenti). In cima alla lista sei trattamenti abbiamo botox e filler.

Conclusioni

Nel quotidiano siamo molto stressati dal lavoro, dalla famiglia e dagli obblighi che ci impone la società contemporanea, per questo abbiamo bisogno di una fantasia in cui evadere, che ci protegga dal mondo esteriore troppo carico di doveri. Ma questo non ci autorizza a far diventare la nostra fantasia realtà. Vogliamo concludere la ricerca eseguita con una frase: “Per fare in modo che si veda un filtro devi andarci pesante, ma penso sia meglio se uno riesce a rimuoverlo e andare il più vicino possibile alla verità di quello che l’immagine cercava di dire”.

a cura di
Gemma Nurra
Martina Iudici

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