“Blankets”: la graphic novel che è diventata un cult

“Blankets”: la graphic novel che è diventata un cult
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Blankets racconta la storia del suo autore, Craig Thompson. Dalla giovinezza, trascorsa tra insicurezze, emarginazione e bullismo fino ad arrivare all’adolescenza, dove una rigida educazione religiosa si scontrerà con la sua prima cotta.

Blankets, uscito negli Stati Uniti nel 2003, è unico nel suo genere poiché è composto da circa 600 pagine. Questo particolare lo rende più simile ad un’opera narrativa che ad un fumetto. Non per niente l’hanno definito un vero e proprio “romanzo grafico”.

Inoltre ha segnato la rinascita del fumetto autobiografico; genere che, negli anni ’90 e nei primi 2000, era già stato trattato da altri autori, ma mai in un tomo così voluminoso.

Per citare alcune opere possiamo ricordare Palestina di Joe Sacco (1993- 1995), Figlio di un preservativo bucato di Howard Cruse (1995) e il celebre Persepolis di Marjane Satrapi (2000-2003).

Blankets rappresenta un’innovazione anche per via dei temi trattati; ha contribuito, infatti, all’inclusione del fumetto nella lista delle opere “serie”, alla pari del romanzo vero e proprio.

La trama

Craig è cresciuto in una cittadina del Wisconsin in una famiglia di fede ultra cristiana, con due genitori molto devoti, un padre padrone che incute terrore nei figli, e un fratellino, Phil, con il quale condivide le giornate.

La sua infanzia non è delle migliori: vive in una vecchia casa in campagna dove fa troppo caldo d’estate e troppo freddo in inverno. I suoi genitori gli hanno impartito un’educazione religiosa ferrea, per cui molte attività sono vietate. Anche le cose più banali e “innocenti” (come disegnare una donna nuda e, in generale, qualsiasi cosa che riguarda il sesso) sono considerate tabù.

Come se non bastasse a scuola, Craig viene emarginato perché è timido ed impacciato. Per questo è spesso vittima dei bulli che lo torturano con ogni genere di angheria.

L’unico rifugio per il ragazzo è il disegno, passione che condivide con Phil. L’unica via di fuga da una vita castigata e piena di sensi di colpa; e il solo modo per avvicinarsi al fratello minore.

Finché un giorno, al campo invernale della chiesa battista, il Craig adolescente incontra Raina e la sua vita subisce una svolta.

La ragazza, unoutsider come lui, fin da subito lo invita a fuggire dalle attività della parrocchia e gli fa riscoprire la libertà e la gioia di essere sé stessi.

Blankets è all’apparenza una storia d’amore, ma è anche il racconto di come una passione, in questo caso il disegno, possa salvarti la vita. Narra di come un ragazzo riesca ad affrancarsi dal passato e dalla propria educazione familiare, per trovare una fede tutta sua.

Craig riscopre la fede cedendo alle tentazioni carnali da cui i suoi genitori l’hanno sempre messo in guardia.

L’importanza del paesaggio

Le ambientazioni di Blankets sono perlopiù paesaggi innevati e silenziosi. I protagonisti sono immersi in questi contesti per dare sfogo ai propri pensieri, contemplando il cielo stellato e la neve che cade. Quest’ultima è spesso utilizzata per descrivere stati d’animo, come quando Craig incontra per la prima volta Raina o quando la va a trovare dopo un lungo periodo di lontananza. Il terreno innevato viene usato per descrivere il profondo disagio sociale che provava il protagonista, quando da piccolo sfidava il suo fratellino a camminare sulla neve tentando di non sprofondarci dentro.

Il fatto di procedere sopra la neve rappresenta per Thompson una sfida verso il mondo, il suo tentativo di rimanere in equilibrio in una società che non gli appartiene.

La vita dell’autore

Craig Thompson vive la maggior parte della sua vita nel Wisconsin, in una “piccola comunità agricola”, come l’ha definita lui, di nome Marathon. La sua famiglia fa parte della chiesa dei Cristiani Rinati. Questo vuol dire che fin da piccolo gli viene impartita un’educazione religiosa molto severa, che lo influenzerà per tutta la vita.

La sua infanzia si divide tra il lavoro nei campi di ginseng assieme ai suoi fratelli, e la lettura della Bibbia. L’unica via di fuga da quella realtà asfissiante sono i disegni.

Da adolescente frequenta l’istituto di Arte e Design di Milwaukee, ma non completa gli studi.

La sua prima fatica, Addio Chunky Rice, è stata pubblicata nel 1999 e gli è valsa un Harvey Award come miglior opera prima. Ma è con Blankets che Thompson fa il botto: la graphic novel viene pubblicata nel 2003 e riscuote subito un successo straordinario, tanto da essere tradotta in 13 lingue.

L’opera è stata definita dal Timeun grande romanzo americano” oltre che un fumetto innovativo per il suo genere. Inoltre Blankets è stato anche premiato: due Eisner Awards per la miglior opera e la miglior sceneggiatura, tre Harvey Awards, come miglior artista, fumettista e opera originale e due Ignatz Awards per la miglior opera e miglior artista emergente.

Oltre a Blankets, l’autore ha pubblicato anche altri fumetti diventati celebri come Habibi (2011), Polpette Spaziali (2015) e la più recente Ginseng Roots del 2020.

A cura di
Silvia Ruffaldi

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Silvia Ruffaldi

Silvia ha studiato Scienze della Comunicazione a Reggio Emilia con il preciso scopo di seguire la strada del giornalismo, passione che l’ha “contagiata” alle superiori, quando, adolescente e ancora insicura non aveva idea di cosa avrebbe voluto fare nella vita. Il primo impatto con questo mondo l’ha avuto leggendo per caso i racconti/reportage di guerra di Oriana Fallaci e Tiziano Terzani. Da lì in poi è stato amore vero, e ha capito che se c’era una cosa che voleva fare nella vita (e che le veniva anche discretamente bene), questa doveva avere a che fare in qualche modo con la scrittura. La penna le permette di esprimere se stessa, molto più di mille parole. Ma dato che il mestiere dell’inviato di guerra può risultare un tantino pericoloso, ha deciso di perseguire il suo sogno, rimanendo coi piedi ben piantati a terra e nel 2019 ha preso la laurea Magistrale in Giornalismo e cultura editoriale all’Università di Parma. Delle sue letture adolescenziali le è rimasto un profondo senso di giustizia, e il desiderio utopico di salvare il mondo ( progetto poco ambizioso, voi che dite ?).

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