“Encanto”: il nuovo musical targato Disney

“Encanto”: il nuovo musical targato Disney
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La recensione di Encanto, una fiaba energica e profonda

Colmo di magia, effetti speciali e un significato universale capace di parlare a ogni pubblico, il sessantesimo lungometraggio animato dei Walt Disney Animation Studios, “Encanto“, stupisce ancora una volta nella veste inedita di una fiaba musical.

Creato da Jared Bush, Byron Howard e Charise Castro Smith, “Encanto” è l’imperdibile film Disney del momento, che ha debuttato al cinema il 24 novembre 2021 e ora disponibile per tutti gli abbonati alla piattaforma streaming Disney+.

(Pagina ufficiale Instagram)
Trama

Il film parla di una famiglia di nome Madrigals, che vive in un villaggio magico in una parte remota della Colombia. La magia è stata originariamente creata dopo che la matriarca della famiglia, Abuela, perse il marito durante la fuga dalle violenze del villaggio d’origine, rimanendo sola con i tre figli piccoli (JulietaPepa e Bruno). Proprio in quel momento apparve una candela magica, che la famiglia custodisce da tre generazioni e che salvò Alma e la sua gente. 

La candela dà vita a casa Madrigal, regalando ad ogni singolo componente della famiglia un dono speciale, una sorta di superpotere che si rivela all’età di cinque anni, dopo una cerimonia speciale. La nostra protagonista, la piccola Mirabel resta l’unica a non aver ricevuto alcun dono.

La madre Julieta può curare qualunque ferita con i cibi che cucina, sua sorella Luisa ha una forza sovrumana e la “sorella perfetta” Isabela può far sbocciare i fiori a comando. Le emozioni di zia Pepa controllano il tempo, la cugina Dolores ha un udito senza precedenti. Il cugino Camilo è un mutaforma, che assume l’aspetto di chiunque incontri. Il cugino Antonio comunica con gli animali.

Sebbene apparentemente meravigliosi, questi poteri portano anche dei fardelli e rivelano le vulnerabilità dei personaggi, che a volte si sentono rinchiusi solamente al proprio talento, senza la possibilità di essere se stessi. Cresciuta in una famiglia dove tutti hanno modo di rendersi utili con i loro talenti, Mirabel si fa in quattro per sentirsi degna del nome che porta, aiuta i fratelli e i genitori ma spesso finisce per essere d’intralcio agli altri, sempre più bravi.

Eppure, sarà proprio Mirabel, a vedere che le mura della casita iniziano a creparsi, lasciandole intuire che qualcosa non quadra e allo stesso tempo Luisa perde parte della sua super forza: sembrerebbe che la magia di Encanto stia svanendo.

(Pagina ufficiale Instagram)

Così si mette in cerca di suo zio Bruno (dotato di preveggenza), bandito dalla famiglia tanti anni prima, quando predisse un disastro su cui nessuno si è mai permesso di indagare che vedeva la ragazza davanti la casa distrutta. Mirabel spera di farsi prevedere il futuro da Bruno per scoprire quale sarà il destino di “Encanto” e capire se lei ne sia in qualche modo responsabile.

La recensione

Da diversi anni ormai, la Disney si è allontanata dalle storie fantastiche più incentrate sulle fiabe per immergersi in storie fantasy basate più sulla cultura. Il cuore di “Encanto” è mettere in luce l’importanza dell’amore familiare, della comunità e dell’aiutare gli altri.

In particolare, non c’è nessun cattivo o un principe azzurro in questo film Disney, solo un nebuloso “sconosciuto” che minaccia la famiglia e la loro casa. Il conflitto è minimo, il che consente a Mirabel di dedicare più tempo a imparare cosa può fare nonostante la sua mancanza di poteri, ma lascia anche il film un po’ tortuoso e contorto. Per compensare l’azione perduta, il film brilla nella sua animazione e nel suo design creativo.

“Encanto” conquista il cuore con la sua trama rinfrescante, il tempismo comico azzeccato, lo sfondo estetico e l’unicità. Disney aiuta a vedere la bellezza di ogni cultura attraverso la sua finzione. “Encanto” fa lo stesso per la cultura colombiana con il suo ambiente pittoresco, l’abbigliamento tradizionale e la musica. Questi attributi hanno migliorato con successo la trama del film.

Musica

La musica gioca un ruolo significativo nella narrazione di “Encanto”. Il film coinvolge 44 canzoni. La maggior parte di queste sono opere di Lin-Manuel Miranda (artista acclamato e conosciuto soprattutto per aver scritto e recitato nei musical di Broadway In The Heights e Hamilton) e Germaine Franco.

Ogni canzone racconta una piccola storia e racchiude un piccolo mondo. Quelle che più ci hanno colpito sono state: “La famiglia Madrigal“, che introduce la famiglia allargata; il tema principale del film. “Dos Oroguitas” sicuramente il brano più emozionante in quanto racconta della necessità di essere liberi per poter cambiare. E infine “Non si nomina Bruno” impossibile non canticchiarla.

Tutto ha avuto inizio dalla famiglia. Il concetto di realizzare un musical per famiglie che affrontasse la complessità dei legami familiari era molto interessante. All’inizio abbiamo iniziato a raccontare molte storie personali… ad esempio, uno dei temi principali era l’idea che ognuno di noi incasella i suoi familiari in un ruolo preciso. Come cambiano quei ruoli nel corso del tempo? E in che modo restano uguali?

Lin-Manuel Miranda

(Pagina ufficiale Instagram)
Conclusioni

Mentre “Encanto” può essere tipicamente descritto come una commedia spensierata, ha diversi messaggi significativi. Il film fa luce sulle lotte personali con la vulnerabilità, l’auto-accettazione e l’abbracciare le imperfezioni. Ogni spettatore può relazionarsi con il viaggio di Mirabel alla scoperta di sé che porta a un finale gratificante . Non sorprende che per un film Disney, Encanto abbia una morale da impartire, in particolare, l’idea che tutti noi siamo speciali a modo nostro. Dopo tutto, sono i nostri difetti che ci rendono unici.

Nel complesso è un film splendidamente animato, ricco di ironia, musica, danza e un sacco di intrattenimento. Può ispirare il suo pubblico più giovane a riconoscere i propri doni e potenzialità. E chissà magari potreste sentirvi ispirati e cercare di riallacciare i rapporti con qualcuno della famiglia con cui non siete in contatto da un po’.

a cura di
Martina Iudici

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