“86400” l’ultima produzione artistica di Federico Sagona

“86400” l’ultima produzione artistica di Federico Sagona
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86400 è l’album che completa la produzione artistica di Federico Sagona ad oggi già ricca di esperienze come musicista, arrangiatore e autore.

Nonostante questo percorso artistico, per Federico è rimasto sempre molto importante il suo rapporto con il pianoforte e con la purezza del suo suono, e così gli ascolti onnivori stratificati negli anni tra colonne sonore e i grandi pianisti come Keith Jarrett e Michel Petrucciani hanno contribuito alla creazione di 86400.

Nasce così 86400, il debutto solista di Federico Sagona, un disco strumentale con radici lontane che ha visto il suo completamento nel 2021.

86400 sono i secondi che compongono un giorno, che come uno scrigno, contengono momenti anche diametralmente opposti, fatti di attimi di gioia, paura, speranza e sospensione fra presente passato e futuro. La musica, come la fotografia, ha il potere di immortalare i momenti ma anche di renderli aperti a interpretazioni e stati d`animo.

Anche la copertina immortala la ricerca di una tregua fra l`inevitabilità del mutamento e il tentativo di fermare i pensieri e le idee. Questo album segna un traguardo nel percorso di ricerca personale di Federico Sagona, ma costituisce anche la nascita della sua nuova consapevolezza musicale finalmente manifesta.

Ciao Federico benvenuto su The Soundcheck! Parlaci un po’ del tuo nuovo disco, appena uscito…

Ciao a voi di The Soundcheck e grazie dell’invito. 86400 è un disco che parla del tempo come contenitore delle nostre emozioni. 86400 sono i secondi che compongono una giornata nella quale ci sono attimi che spesso scorrono via senza lasciare traccia, mentre altri durano in eterno e  si imprimono nella nostra memoria. Ho cercato di analizzare alcuni di questi ultimi anche nella loro complessità ed è per questo che a volte nei miei brani convivono momenti diversi: tristezza, gioia, malinconia, il vuoto della perdita e la felicità di un inizio

Dopo una ricca esperienza come autore, musicista e arrangiatore, cosa ti ha spinto a voler produrre un album solista?

Per anni ho avuto la fortuna di poter mettere la mia professionalità al servizio della “visione” musicale di grandi artisti quali Litfiba, Piero Pelù, Gianni Morandi e Noemi. Ho fatto anche esperienze di condivisione con colleghi ed amici sia come autore che come musicista, ma sentivo il bisogno di esprimere qualcosa che fosse solo mio e in cui mi potermi riconoscere pienamente. Il lockdown per molti musicisti è coinciso con una pausa forzata e momenti di sconforto perché l`emergenza sanitaria ci ha privati della nostra linfa vitale: il palco. Buttarsi a capofitto su un progetto che ha radici lontane ma che aveva bisogno di tempo e convinzione per essere realizzato mi ha dato l’ossigeno di cui avevo bisogno. 

86400 è un album dal suono diretto, sincero e genuino; è stato difficile tornare ad un suono più puro dopo le tue numerose esperienze?

Il pianoforte è sempre stato il mio grande amore perciò la scelta è stata naturale. Dopo anni di lavoro con la tecnologia, ricominciare a comporre col pianoforte è stato come intraprendere un nuovo viaggio. Negli ultimi anni avevo ripreso gli studi di classica per riappropriarmi di una dimensione che avevo un po’ abbandonato. Nella scrittura sono partito a volte da idee completamente nuove, altre volte da spunti costruiti magari per essere suonati all’interno di una band, come ad esempio per Battiti, il mio primo singolo. 

Il pianoforte è sicuramente lo strumento su cui è costruito il suono di quest’album, quali sono le influenze che possiamo trovare al suo interno?

Uno dei miei peggiori difetti è che mi annoio facilmente quindi ho cercato delle strade musicali che avessero la forza di piacermi anche a distanza di mesi. Anche questa difficoltà nel non accontentarmi ha reso il processo creativo lungo e per me complicato.  Quanto ho avuto la costanza di lavorare in maniera continuativa al progetto il lavoro si è semplificato e tutto ha preso una forma più armoniosa. Il mio linguaggio musicale ha naturalmente degli elementi ispirati alla Classica ma direi che nella musica che ho scritto convivono  echi di Sakamoto, Piovani, Yann Tiersen ma anche Burt Bacharach miscelata col mio background pop e rock

Per concludere, ci sarà la possibilità di sentire questo album nei live in un prossimo futuro?

Il mio intento è assolutamente di portare questi brani dal vivo, essendo io un musicista che ama lo scambio di energie col pubblico. Sono contento che stiano già arrivando delle proposte per il mio progetto e a breve spero di poter annunciare i primi live che saranno in Primavera.  Prepararsi per reggere il palco solo con la forza delle tue note e senza il supporto di una band è un’esperienza che ancora mi manca e che mi stimola in maniera incredibile

a cura di
Stefano Cremonese

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