Nightmare Alley: la fiera delle illusioni di Guillermo Del Toro

Nightmare Alley: la fiera delle illusioni di Guillermo Del Toro
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Dopo la tiepida accoglienza ricevuta in patria, il nuovo film di Guillermo Del Toro è approdato il 27 gennaio anche nelle sale italiane. Si tratta del secondo adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di William Lindsay Grischam, scritto nel 1946, dopo il film del ‘47 diretto da Edmund Goulding e interpretato da Tyron Power.

La locandina di Nightmare Alley (Fonte: Imdb)
Il ritorno del regista premio Oscar

Era il 2018 quando Guillermo Del Toro, visibilmente emozionato, salì sul palco del Dolby Theatre di Los Angeles per ricevere l’Oscar alla miglior regia prima, e al miglior film poi, per La forma dell’acqua. Una meravigliosa fiaba gotica che richiama alla memoria quella dimensione fanciullesca del regista, già ammirata ne Il labirinto del fauno.

Ne La fiera delle illusioni (Nightmare Alley se preferite il titolo originale), Il regista messicano rinuncia, però, al solito racconto fiabesco, per mettere in scena la mera mostruosità e crudeltà dell’uomo.

L’elemento fantascientifico, presente nei suoi precedenti lavori, lascia qui lo spazio al terrore e alla crudezza della realtà, in una lenta ma inevitabile discesa negli angoli più bui della condizione umana.

La fiera delle illusioni

Con una suggestiva sequenza d’apertura, dominata dalle fiamme, ci viene presentato il protagonista Stanton Carlisle (Bradley Cooper). L’uomo è impegnato a seppellire un cadavere, dando in seguito fuoco alla casa dove abita. Abbandonata la vecchia dimora, prende un autobus e si dirige verso l’ignoto.

Giunto al capolinea, si ritrova davanti a una fiera animata da imbonitori, freaks e fenomeni da baraccone. Qui stringe un accordo di lavoro col proprietario Stem (Willem Dafoe) e inizia a lavorare come semplice giostraio. Successivamente, grazie agli insegnamenti di Pete (David Strathairn), ubriacone ed amante della veggente Zeena (Toni Collette), apprende la pratica del mentalismo.

Clem (Willem Dafoe) e Stan (Bradley Cooper) (Fonte: Imdb)

A poco a poco, Stan guadagna la fiducia dell’intera compagnia, eccezion fatta per il burbero e scontroso Bruno (Ron Perlman), e l’amore della giovane e bellissima Molly (Rooney Mara). Proprio con quest’ultima lascia il circo per iniziare una nuova vita.

Il futuro che li attende, però, è alquanto torbido, diventando ancora più pericoloso dopo l’incontro di Stan con l’ambigua psicologa Lilith Ritter (Cate Blanchett).

“Non è una speranza, se è una bugia”

Misteri, illusioni e bugie costellano il nuovo, spettacolare e ipnotico lavoro di Guillermo Del Toro. Ci troviamo dinanzi, probabilmente, alla sua opera più cattiva e cinica, governata da violenza e crudeltà, dove le bugie sono travestite da (false) speranze, con le quali il nostro protagonista costruisce la propria fortuna, a discapito dell’amore di coloro che lo circondano.

Perché in fondo, è proprio di questo che parla la pellicola del regista messicano premio Oscar: di perdizione. Lungo le due ore e mezza del film assistiamo all’ascesa del Grande Stanton Carlisle e alla sua irreversibile caduta nell’oblio. Divorato dalle sue ambizioni e dalle sue stesse bugie, Stan si ritrova da solo a fronteggiare i demoni del suo passato e la miserabile condizione del proprio presente.

Del Toro rinuncia per una volta a portare sullo schermo la versione più romantica e poetica dei suoi racconti, decidendo di narrare il potere che corrompe l’anima, capace di trasformare ogni uomo nell’essere più spregevole della terra.

Molly (Rooney Mara) e Stan (Fonte: Imdb)

La mostruosità, altro tratto distintivo del cinema di Guillermo Del Toro, dal Labirinto del Fauno a Hellboy, fino ad arrivare proprio alla Forma dell’acqua, viene qui messa in scena in modo differente.

Questa volta non ci sono strane creature a incarnarne l’essenza, bensì l’essere più brutale della terra: l’uomo. Uomo e bestia. Una bestia disposta a tutto pur di ottenere ciò che vuole, fagocitando l’anima dell’uomo che la ospita e condannandolo a una misera esistenza.

Nel vortice della perdizione

Dal successo alla miseria. Si potrebbe riassumere così l’evoluzione di Stan. Un uomo venuto dal nulla, con un passato avvolto dal mistero e dalle fiamme, che viene a contatto con un mondo dove regnano stranezze e brutalità, ma anche inganno e illusione. Dentro questo microcosmo ecco che muove i suoi primi, incerti passi, stringendo accordi, conoscendo stravaganti personalità e apprendendo l’arte del mentalismo.

Ovviamente stiamo parlando di un’arte fasulla, inesistente. La pratica messa in atto da Stan per tutto il film non si basa certo sulla magia o su chissà quale forza soprannaturale.

La chiave di tutto è l’osservazione, condita da una buona dose di charme. L’attenzione anche al più piccolo particolare, il modo di camminare, di parlare, una catenina, un vecchio orologio, persino una scarpa possono rivelare tutto di un individuo.

Senza nemmeno parlare, le persone raccontano la propria vita, rivelando alcuni reconditi segreti, pronti ad essere usati contro di loro. Stan non deve fare altro che attendere che uomini e donne si rivelino a lui, si smascherino, si spoglino di ogni loro corazza. Ed ecco che avviene l’inganno.

L’illusione ha però le sue conseguenze, e Guillermo Del Toro è abilissimo nel mettere in scena la discesa nell’abisso di Stan, consumato dalle sue stesse bugie, che lo conducono in una situazione che sfugge al suo controllo, culminando in un finale agghiacciante, cinico e terrificante.

Una gioia per gli occhi

La bellezza delle pellicole di Del Toro non risiede unicamente nel fascino delle sue storie, ma anche nella magnificenza delle scenografie, nella perfetta composizione di ogni inquadratura, nella minuziosa cura dei dettagli. I film del regista di Crimson Peak non devono essere semplicemente guardati, ma necessitano (e meritano) di essere vissuti a pieno.

La fiera delle illusioni non fa eccezione. Le scenografie gotiche e spettrali del circo, i colori caldi e freddi della magnifica fotografia di Dan Laustsen, la colonna sonora ipnotica e ammaliante di Nathan Johnson. Il tutto orchestrato dalla mano esperta e inconfondibile di Guillermo Del Toro. Una vera e propria gioia per gli occhi.

Lilith (Cate Blanchett) e Stan (Fonte: Imdb)
Un cast stellare

Non si può parlare di Nightmare Alley senza menzionare la straordinaria prova del cast. Tra tutti spicca un grandissimo Bradley Cooper, che ritrova quella brillantezza che non vedevamo sul grande schermo da diversi anni.

Cooper porta in scena un personaggio enigmatico e violento, con una performance annoverabile tra le migliori della sua carriera. Misterioso e cupo, il suo Stan cattura fin da subito l’attenzione del pubblico, lo incanta col suo charme e lo inganna con le sue bugie.

L’unica che cerca di salvare Stan dal suo nefasto destino è la dolce e fragile Molly, interpretata dalla talentuosissima Rooney Mara. Il film è poi condito dalle meravigliose prove di Willem Dafoe, David Strathairn, Toni Collette, Cate Blanchett, Ron Perlman, Richard Jenkins e Tim Blake Nelson. Un cast perfettamente assortito, che eleva il livello dell’opera di Guillermo Del Toro.

Ve lo consigliamo?

Come avrete di certo intuito dalla mia recensione, la risposta è sì. Tutto in questo film funziona alla perfezione, dalla regia alla fotografia, dal cast fino alla composizione di ogni singola scena.

Non mi stancherò mai di consigliare alle persone, di pregarle se è necessario, di andare al cinema. Solo in questo modo si può vivere un’esperienza immersiva. La fiera delle illusioni è uno di quei casi. Vincete la pigrizia, armatevi di biglietto ed entrate in sala. Non aspettate che il film arrivi su qualche piattaforma, perché per quanto possa risultare una visione comoda, non sarà mai del tutto soddisfacente.

Se non siete ancora convinti, date retta alle parole di Martin Scorsese.

“Se avete deciso di ignorarlo completamente, vi prego ripensateci. […] un regista come Guillermo, che realizza pellicole dotate di così tanta passione, con tanto amore, non ha solo bisogno del nostro supporto: lo merita”.

Martin Scorsese

a cura di
Alessandro Michelozzi

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