Harry Potter torna al cinema: scatta la richiesta di boicottaggio

Harry Potter torna al cinema: scatta la richiesta di boicottaggio
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Harry Potter torna al cinema per celebrare i 20 anni dalla sua prima uscita. Da mercoledì 8 dicembre a domenica 12 dicembre, in tutte le sale d’Italia sarà proiettato il primo film della saga: Harry Potter e la Pietra Filosofale. 

La pellicola uscì per la prima volta nelle sale nel dicembre del 2001 e ad oggi, la notizia di questo ritorno ha mandato in visibilio tutti i fan, pronti a tornare nella loro magica casa a Hogwarts

Tuttavia, il ritorno in sala della famosa saga cinematografica ha diviso il pubblico in due: c’è chi non vede l’ora di tornare a vivere la magia della saga e chi invece si rifiuta di continuare a finanziare la creatrice J.K. Rowling a causa delle sue affermazioni transfobiche

Da ormai più di un anno, periodicamente gli scontri si riaccendono e in occasione del ventesimo anniversario, molte polemiche sono scoppiate su twitter. Molti membri della comunità LGBTQ e altri in loro difesa, si sono schierati contro Rowling arrivando a parlare di un vero e proprio boicottaggio nei confronti dell’opera cinematografica. 

I tweet contro il ritorno di Harry Potter al cinema

Come risulta da questi tweet, i fan della saga vengono invitati a boicottare la visione del film per non finanziare ulteriormente Rowling. Il pensiero di fondo è che sostenendo il film, si sostengono implicitamente anche le ideologie dell’autrice. 

Ma da dove nasce l’astio nei confronti di J.K. Rowling, a quali ideologie fanno riferimento questi tweet? Per andare più a fondo nella vicenda, sarà necessario fare un passo indietro e tornare a dicembre 2019. 

Origini dell’avversione nei confronti di J.K. Rowling

Cerchiamo adesso di capire come mai la comunità LGBTQ+ provi un così forte astio verso una delle scrittrici più famose del pianeta.

I primi attriti tra la comunità e J.K. Rowling risalgono al dicembre 2019, quando la mamma di Harry Potter pubblicò un tweet a sostegno di Maya Forstater, ricercatrice britannica licenziata a causa delle sue opinioni riguardo le persone trans.

Attraverso il suo account Twitter, Maya Forstater espresse il proprio dissenso verso una proposta del governo britannico atta a facilitare alle persone transgender la rettifica dei propri dati anagrafici.

In seguito a tale post, la ricercatrice perse il proprio posto di lavoro. A nulla servì la replica della donna, che il 18 dicembre si vide respingere il ricorso da parte del Tribunale britannico, che stabilì come il licenziamento fosse legittimo. È proprio qui che entra in scena J. K. Rowling la quale, stizzita da una tale sentenza, twitta così il 19 dicembre:

La presa di posizione della scrittrice britannica sconvolse molti fan e, soprattutto, comportò una dura reazione da parte anche della comunità LGBTQ+. Alcune persone, infatti, apostrofarono Rowling come transfobica e TERF (Trans Exclusionary Radical Feminist, ovvero femminista radicale che esclude i trans), mentre persino alcuni esponenti del mondo dello spettacolo presero le distanze dalle sue parole.

Rowling ci ricasca

A distanza di sei mesi dal discusso tweet, ecco che la creatrice di Harry Potter si ritrovò nuovamente nella buferaaccusata di transfobia. Questa volta, sul tavolo degli imputati c’è un tweet datato 6 giugno 2020. In questo post Rowling associava le mestruazioni alla figura di una donna naturale, sostenendo quindi (implicitamente) che le donne trans non possono essere definite donne in senso proprio.

Un’esternazione che ovviamente non ha lasciato indifferente la comunità LGBTQ+ e i fan della scrittrice, tanto da spingere la stessa Rowling a pubblicare una serie di ulteriori tweet, attraverso i quali spiegare meglio la propria posizione.

Un tentativo goffo quello di Rowling, che ha cercato di chiarire il suo punto di vista, manifestando vicinanza e sostegno alle persone trans e alle loro lotte. Questi post però, non hanno impedito alla scrittrice britannica di finire nell’occhio del ciclone, tanto da ricevere pesanti accuse dalla comunità LGBTQ+. 

Oltre alla delusione dei fan, persino alcuni storici componenti del cast originario della saga si schierarono a sostegno delle persone trans, come Daniel Radcliffe ed Emma Watson, ammonendo così le affermazioni della scrittrice.

Tweet del cast

Proprio il cast originario della saga, in occasione del ventesimo anniversario dell’uscita nelle sale di Harry Potter e la pietra filosofale, prenderà parte a un evento speciale organizzato da HBO Max. Una reunion alla quale, però, non è stata invitata proprio la creatrice del maghetto più famoso del mondo, a causa dei suoi chiacchierati post. 

Le discutibili uscite social di Rowling hanno persino spinto, recentemente, la comunità LGBTQ+ a chiedere di boicottare il ritorno in sala di Harry Potter e la Pietra Filosofale. 

Siamo sicuri, però, che boicottare il ritorno al cinema del film sia la corretta forma di protesta? È giusto che un prodotto commerciale, rivolto al pubblico, venga penalizzato per le parole dell’autrice?

Riflessioni

Indipendentemente dalle affermazioni e dalle ideologie dell’autrice, Harry Potter rimane una delle saghe più iconiche e amate degli ultimi vent’anni. La saga è sempre stata portatrice di valori come l’amore, l’amicizia, l’inclusività e il rispetto nei confronti di qualsiasi categoria discriminata.

Tornare al cinema dovrebbe pertanto rappresentare un’occasione per ricongiungersi con quei valori, per ritrovare quei personaggi che ci hanno accompagnato durante la nostra infanzia e per tornare a vivere quelle storie che abbiamo tanto amato. 

Rivivere la magia del primo film in sala non significa quindi, tradire quei valori o appoggiare le ideologie e le affermazioni dell’autrice, così come boicottarne la visione non significa combattere l’omotransfobia.  

Il ritorno del film nelle sale dovrebbe invece ricordare la vera eredità di J.K. Rowling: Harry Potter non appartiene alla sua creatrice, appartiene a chiunque abbia amato e vissuto la sua storia.

a cura di
Francesca D’Orta
e Alessandro Michelozzi

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