The Victim: la recensione della mini serie in onda su Sky

The Victim: la recensione della mini serie in onda su Sky
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Il legal drama che scava sul senso di colpa che coinvolge vittima e carnefice

The Victim è una mini serie ideata da Rob Williams (creatore delle serie Man in the High Castle e Killing Eve) e diretta da Niall McCormick. Fra gli interpreti abbiamo Kelly Macdonald, John Hannah e James Harkness. La serie è stata mandata in onda nel Regno Unito fra l’8 e 11 aprile 2019 ed è arrivata in Italia il 31 ottobre 2021. Potete guardarla su Sky Investigation e in straming su Now.

La storia

La storia è ambientata in una Edimburgo in stile dark con protagonista Anna Dean (Kelly McDonald) che non ha ancora superato la perdita del figlio di 9 anni, Liam. Il bambino è stato ucciso selvaggiamente da Andy J. Turner che all’epoca era adolescente. Sedici anni più tardi la pubblicazione di un post sui social accusa, senza reali prove oggettive, l’ignaro Craig Myers (James Harkness) di esserne il carnefice.

Le indagini affidate a Stephen Grover (John Hannah) arrivano alla scoperta di Anna Dean come autrice del post. Questo gesto estremo nasce dal risentimento della donna verso Turner che ha scontato una pena di appena sei anni e un successivo cambio di identità promosso dal governo britannico. Anna Dean si ritrova così con l’accusa di istigazione all’omicidio.

The Victim: oltre il legal-drama

Malgrado, all’apparenza, la storia non presenti spunti rilevanti, in realtà l’autore Rob Williams e il regista Niall McCormick non fanno mancare i colpi di scena e hanno l’abilità di ribaltare completamente le aspettative degli spettatori fino al colpo di scena finale. Allo stesso tempo riescono a mettere in risalto l’aspetto psicologico dei personaggi e lo sfaldamento dei punti di riferimento sociali.

Un altro elemento che arricchisce The Victim, e suscita interesse, è la ricerca della verità da parte di Anna Dean malgrado le accuse a lei rivolte dalla giuria. La sua sete di verità la porteranno a percorrere diversi livelli di investigazione che finiscono per coinvolgere lo spettatore ribaltando o confermando la verità finale.

Tuttavia Anna Dean vive nel costante rimorso e nell’odio che rischierà di travolgere gli affetti famigliari in un vortice di incomprensione e atteggiamenti ai limiti della paranoia. Craig Myers è quello che ne pagherà le spese perdendo il lavoro di conducente di autobus, additato da tutti come assassino. Un’atmosfera di incomprensione e dubbi che coinvolgerà anche sua moglie fino a demolire del tutto i suoi punti di riferimento sociali. Pur essendo diverse le due famiglie condividono una rovina insanabile.

La condivisione della colpa

Malgrado questo, la serie The Victim non si sofferma solo sull’aspetto legal-drama, che viene ben rappresentato anche con continui flashback della storia. L’investigatore Grover poi condivide con Craig la frustrazione di essere stato messo all’angolo nel lavoro e negli affetti. Inoltre la dissoluzione degli affetti famigliari viene presentata e analizzata nei suoi aspetti più profondi e dissolutivi. Questo coinvolgimento nelle vicende personali arricchisce lo spessore della serie.

L’epilogo finale poi, ancora una volta, riesce nell’intento del peso della colpa che Anna Dean e Turner condividono, in una chiara rappresentazione dostojieskiana. Il cattivo, alla fine, non è rappresentato da una bestia da punire ma come un uomo vittima egli stesso vittima di un sopruso, di un risentimento. Alla vittima e il carnefice restano due dolori insanabili e, forse, la soluzione finale è quella di avere la forza di guardare avanti e provare a ricominciare.

a cura di
Beppe Ardito

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Beppe Ardito

Da sempre la musica è stata la mia "way of life". Cantata, suonata, scritta, elemento vitale per ridare lustro a una vita mediocre. Non solo. Anche il cinema accompagna la mia vita da quando, già da bambino, mi avventuravo nelle sale cinematografiche. Cerco di scrivere, con passione e trasporto, spinto dall'eternità illusione che un mondo di bellezza è possibile.

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