Le Vibrazioni in Orchestra di e con Beppe Vessicchio – EuropAuditorium, Bologna – 29 novembre 2021

Le Vibrazioni in Orchestra di e con Beppe Vessicchio – EuropAuditorium, Bologna – 29 novembre 2021
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Le Vibrazioni e l’orchestra di Beppe Vessicchio. Un’accoppiata vincente, nata anni e anni fa sul palco dell’Ariston di Sanremo, ora in giro per l’Italia. Oltre le aspettative, tra qualche risata, successi mainstream e alcune schitarrate inaspettate (per i più).

Cinque gradi a Bologna, venticinque dentro l’EuropAuditorium. Una salvezza che accomuna il buon numero di partecipanti a questo evento che vede Le Vibrazioni tornare nella città emiliana dopo un bel po’ di tempo. Non è sold out, ma il colpo d’occhio è comunque soddisfacente. D’altronde, l’accoppiata con il Maestro Beppe Vessicchio ha sicuramente attirato anche l’attenzione di qualche curioso che, forse, conosce la band di Francesco Sàrcina solo per i singoli come “Dedicato A Te”, “Vieni da me” o la sanremese “Dov’è”.

Un’apertura d’alta classe

Alle ore 21:00 spaccate, fa la sua comparsa sul palco Gianluca De Rubertis. Elegante, il tempo di una manciata di brani accompagnati solo dal pianoforte e dal sassofono a intessere una struttura leggera eppure robusta. Peccato per le luci in sala rimaste accese, con solo un occhio di bue dal colore cangiante di tanto in tanto. Tuttavia, la proposta molto soft, sofisticata, ha accolto molti applausi e molta soddisfazione da parte del pubblico.

Il tempo di accorgermi che le poltrone dell’auditorium bolognese sono occupate da una fascia d’età che varia tra i 28 e i 45 anni (anno più, anno meno – indicazioni ottenute grazie alla misurazione al carbonio della vista e del giudizio del sottoscritto) e che il mio smartphone è intasato di comunicazioni melliflue, la sala viene avvolta dall’oscurità.

L’acqua cheta

Luce blu intensa, candelabri appesi, un’orchestra. Un preludio di soli archi prende la scena, per poi accompagnare l’arrivo di una camicia leopardata. Sembra una cafonata, invece non lo è. È un mix di che funziona, quell’unione tra eleganza e “veracità” che strania, ma funziona. Francesco Sàrcina e compagni iniziano a toccare le note di “Se”.

Da subito la risposta del pubblico è intensa, in più la presenza scenica della band è notevole, gli ex-ragazzi, come si definiscono, ci sanno ancora fare. Lo stesso Beppe Vessicchio, che di tanto in tanto interviene raccontando aneddoti o scherzando con Sàrcina, si dimostra abile e pacato mattatore. Uno show nello show, direbbero nella televisione generalista degli anni ’90.

1 a 1, palla al centro

Torniamo alla musica. Come dicevamo, il pubblico è partecipe in maniera costante; d’altronde si gioca facile coi successi più in vista della carriera della band e con tutti i membri in stato di grazia (la voce di Francesco Sàrcina è cristallina e in grado di reggere ancora le note più alte). È indubbio, tuttavia, che gli archi dell’Orchestra giovanile Sesto Armonico impreziosisce gli arrangiamenti di molti brani.

In più lasciatemi dire che in sede live Le Vibrazioni hanno un sound molto, molto più soddisfacente. Non nascondo che durante “Musa” credo di avere avuto un sussulto da qualche parte.

In America hanno i Metallica e la San Francisco Symphony Orchestra, noi Le Vibrazioni e Vessicchio. Ok, ho esagerato, ma nell’essere sopra le righe voglio sottolineare come la combo Le Vibrazioni – orchestra d’archi risulta vincente. Si sarebbe potuto osare un po’ di più, ma è stata un’ora e mezza molto piacevole, con l’apex, l’apice raggiunto a mio avviso durante la coda di “Musa”: un’orgia di distorsioni e martellate, con gli archi che arrivano solo alla fine come fossero il culmine di una tempesta. Esecuzione ed esibizione pazzesche.

“Vieni da me”. Ok, si può fare.

La chiusura del concerto passa per i due estremi: “Drammaturgia” col suo rock d’alta caratura (e il mio scapocciare fuori luogo) e il classico dei classici “Vieni da me”, cantata a gran voce da tutti i presenti. Sono proprio le due anime de Le Vibrazioni: musicisti con una formazione di distorsioni e orpelli d’antanne e furbi ammaliatori di folle. Il che, in un mix riuscito come questa serie di concerti, è un win-win quasi inaspettato.

Vengo da voi, cari Sàrcina & Company. Intanto, lascio ai lettori la possibilità di godersi la fotogallery a cura del nostro caterpillar Enrico Ballestrazzi.

a cura di
Andrea Mariano

foto a cura di
Enrico Ballestrazzi

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Andrea Mariano

Andrea nasce in un non meglio precisato giorno di febbraio, in una non meglio precisata seconda metà degli Anni ’80. È stata l’unica volta che è arrivato con estremo anticipo a un appuntamento. Sin da piccolo ha avuto il pallino per la scrittura e la musica. Pallino che nel corso degli anni è diventato un pallone aerostatico di dimensioni ragguardevoli. Da qualche tempo ha creato e cura (almeno, cerca) Perle ai Porci, un podcast dove parla a vanvera di dischi e artisti da riscoprire. La musica non è tuttavia il suo unico interesse: si definisce nerd voyeur, nel senso che è appassionato di tecnologia e videogiochi, rimane aggiornato su tutto, ma le ultime console che ha avuto sono il Super Nintendo nel 1995 e il GameBoy pocket nel 1996. Ogni tanto si ricorda di essere serio. Ma tranquilli, capita di rado. Note particolari: crede di vivere ancora negli Anni ’90.

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