Il Mostro della Cripta: l’horror anni ’80 di Daniele Misichia

Il Mostro della Cripta: l’horror anni ’80 di Daniele Misichia
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La pellicola diretta da Daniele Misichia è disponibile in streaming dal 25 ottobre su Amazon Prime Video

Dopo un travagliato percorso causa COVID-19 arriva in streaming su Now Tv e Amazon Prime Video Il mostro della cripta il nuovo lungometraggio di Daniele Misischia.

Regista che già aveva sorpreso il pubblico italiano con lo zombie movie The End – L’inferno fuori (2016). Il regista romano sarà riuscito nell’impresa con questo horror ambientato negli anni’80?

Di cosa parla Il Mostro della Cripta?

Ci troviamo a Bobbio nel 1988, piccolo e sonnacchioso comune del piacentino in cui l’unico punto d’interesse è una misteriosa colonna di cemento.

Qui abita Giò (Tobia De Angelis), un giovane nerd appassionato di cinema horror e fumetti che scoprirà la vera natura del piccolo paesino emiliano tra famiglie d’invasati, culti religiosi, astronavi, mostri alieni e, ovviamente, cripte.

Tra citazionismo e omaggio agli anni ’80

Daniele Misischia gira una sceneggiatura scritta dai Manetti Bros. che s’ispira fortemente alle pellicole horror e fantastiche per ragazzi degli anni ’80.

La struttura è quella classica in cui il protagonista (apparentemente) sfigato intraprende un percorso di crescita personale che lo porterà a credere in se stesso e nei suoi sogni e a conquistare la bella ragazza di turno.

Una trama semplice che pur non brillando per originalità e colpi di scena, riesce comunque ad intrattenere il pubblico, grazie ad una buona messa in scena degli ambienti, tutti ben caratterizzati e pieni di dettagli, e alla forza dei personaggi che, sebbene siano un mix di stereotipi, hanno personalità ben distinte che s’intrecciano sfociando in divertenti siparietti comici.

Avrete capito da voi che il nucleo centrale dell’intera pellicola sono gli anni ’80 che in questi ultimi anni abbiamo visto tornare alla ribalta come ambientazione ideale per serie e film di successo come la notissima serie originale Netflix Stranger Things (Netflix, 2016-), uno dei primi prodotti a riportare alla ribalta la cultura pop e visiva di quel decennio.

Un immaginario sfruttato spesso per scatenare la nostalgia del pubblico.

Una scusa dell’industria per inondare le sale cinematografiche di reboot e remake con il minimo sforzo e la massima resa economica.

Il fattore nostalgia è presente anche nel film di Daniele Misischia che si allontana dalla logica commerciale per lanciarsi in una spassionata dichiarazione d’amore con omaggi e citazioni per un tipo di cinema che ormai non c’è più.

Una dichiarazione d’amore disseminata nella miriade di poster appesi nella camera di Giò, nelle iconiche battute ripetute dai personaggi, dalla colonna sonora e dai movimenti di macchina che ripropongono alcune sequenze di famosi film d’azione come Aliens – Scontro finale (J. Cameron, 1986) in salsa comedy.

Tecnica, effetti speciali e cast

Oltre l’abilità d’inserire easter egg e citazioni in ogni frame, Misischia dimostra anche di essere un buon regista facendo un ampio uso dei tipi d’inquadratura che mutano a seconda del genere citato o dell’atmosfera che si vuole creare passando dal fantastico, all’horror sino all’action movie muscolare.

Un reparto tecnico che può anche vantare degli ottimi effetti speciali di alta macelleria curati da Carla Martino in collaborazione con Sergio Stivaletti.

Il cast di giovani attori composto da il protagonista Tobia De Angelis, Amanda Campana e Nicola Branchini riesce ad essere credibile ma allo stesso tempo grottesco e divertente come le atmosfere del lungometraggio.

Tra tutti questi spicca però il navigato Lillo che riesce dare origine ad un personaggio tanto sopra le righe quanto codardo e divertente.

Allo stesso modo riescono ad essere inquietanti tutti i membri della famiglia Valmont ricalcati sulla farsa riga della famiglia Sawyer di Non aprite quella porta.

Un film che fin qui sembra perfetto, ma che nei fatti non è così.

Il citazionismo de Il Mostro della Cripta fuoriesce dai confini dell’omaggio interrompendo il ritmo del film, la CGI in alcuni casi non è all’altezza e alcune battute (quella finale che cita Ghost Buster per fare un esempio) mancano completamente il tempo comico.

L’atto finale del film non rende giustizia ai due precedenti presentando un finale molto sbrigativo che non lascia spazio al pathos e alle reazioni dei personaggi.

Nessuno infatti sembra curarsi del fatto che nel finale molti dei personaggi facciano una brutta fine

Il Mostro della Cripta: promosso o bocciato?

Tolti questi difetti Il Mostro della Cripta rimane comunque un ottimo esempio di come in Italia si possa ancora creare un cinema diverso.

Un cinema a basso budget che riesce a coniugare la varietà tipica del cinema italiano del passato e vendibilità sia all’estero che in Italia.

Un film che, nonostante i difetti e le sbavature, riesce a divertire. Consigliato per una serata all’insegna della leggerezza e del divertimento.

a cura di
Alessio Blabi

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Alessio Balbi

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