Intervista a Giovanni Amighetti: il nuovo disco fotografa l’arte dell’interazione tra musicisti

Intervista a Giovanni Amighetti: il nuovo disco fotografa l’arte dell’interazione tra musicisti
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Da mercoledì 6 ottobre è disponibile in digitale “Play@ Esagono VOL.1”, il nuovo progetto discografico di Giovanni Amighetti realizzato insieme a Luca Nobis per Esagono Dischi. Per sapere qualcosa in più su questo lavoro abbiamo incontrato il produttore e compositore world music e gli abbiamo fatto qualche domanda!

Giovanni Amighetti è un musicista e produttore emiliano che inizia la sua carriera nei primi anni ’90. Con Luca Nobis ha deciso di realizzare questo lavoro nato sull’onda degli “Incontri sul palco” che hanno scandito l’Ahymè Festival, proseguendo sulla scia di composizioni nate a partire dall’interazione spontanea e naturale tra i musicisti.

Il progetto si configura come un disco fruibile anche a livello visivo, grazie alla realizzazione di video ad opera di Luca Fabbri, che hanno permesso di catturare e fissare nel tempo l’atto attraverso il quale i musicisti coinvolti danno vita a composizioni inedite senza spartiture o prove pregresse.

“Play@ Esagono VOL.1” è un disco di musica strumentale che nasce con lo scopo di rendere in maniera visiva, oltre che sonora, la sinergia che si crea in studio di registrazione una volta che i musicisti, a partire da un’improvvisazione, fanno scaturire composizioni inedite.

I video dei brani che compongono il poliedrico progetto “Play@ Esagono VOL.1” sono stati pubblicati su YouTube, uno ogni mercoledì.

Il disco vanta la partecipazione di Jeff Coffin (Dave Matthews Band), Petit Solo Diabaté, Fiorenzo Tassinari, Moreno “il biondo” Conficconi (Extraliscio), Giulia Chiapponi, Valerio “Combass” Bruno e Angela Benelli.

Tracklist

Il primo respiro del giorno (Amighetti, Nobis)
Snow Temple (Amighetti, Nobis, Bruno)
Li Darà (Amighetti, Diabaté, Bruno)
Fuoco dal profondo (Amighetti, Nobis, Chiapponi)
Semiramide (Amighetti, Tassinari)
Sunset river (Amighetti, Coffin, Nobis)
Andantino con brio (Amighetti, Benelli, Conficconi)
Una calma foresta autunnale (Amighetti, Nobis)
Ialla la vendemmia (Amighetti, Diabaté, Bruno)
Takeichi (Amighetti, Nobis, Chiapponi)
Lynx (Amighetti, Benelli)
Come una primavera (Nobis, Amighetti)
Bluthner 1883 (Amighetti, Chiapponi)
Per Elsa (Nobis)
Drops (Amighetti, Nobis)

Ciao Giovanni! Questo nuovo progetto è molto interessante e pieno di nomi importanti, come è nata la collaborazione con Luca Nobis? Come avete scelto gli altri collaboratori per il progetto?

Sia io che Luca avevamo suonato ad “Incontri sul Palco” dell’Ahymé Festival con i nostri progetti personali. Da lì è nata l’idea di collaborare e di farlo in questo modo, ovvero di suonare entrambi liberamente influenzandoci a vicenda creando composizioni sul momento. Gli altri musicisti li abbiamo scelti tra chi aveva voglia di mettersi in gioco così, cercando di ampliare la rosa dei generi di partenza: Moreno Conficconi e Fiorenzo Tassinari dal mondo del liscio, Angela Benelli e Giulia Chiapponi sono violiniste classiche, Valerio Combass Bruno viene da esperienze più pop, rock e world, Petit Solo Diabate è un percussionista e suonatore di cordofoni dal Burkina Faso, Jeff Coffin è il sax della Dave Matthews Band.

Per ogni pezzo è presente un video su YouTube, l’effetto visivo è importante per la musica? Cosa aggiunge ai brani?

La musica acquista tridimensionalità nel buio direi, mentre il video permette di far capire meglio come sono stati realizzati questi brani, diviene documento e documentario. In alcuni casi, nei pezzi più divertenti o solisti, aggiunge qualcosa, riesce a trasmettere meglio il divertimento immediato.

L’idea di registrare brani senza prove, improvvisando l’esecuzione e creando spontaneamente della musica è qualcosa di molto peculiare, non ti preoccupa di poter “sbagliare” qualcosa? C’è qualche brano di cui non sei soddisfatto che avresti voluto eseguire in maniera diversa?

Per la sua stessa natura questo modo di realizzar musica non include il concetto di “giusto” o “sbagliato”, mantiene però quello di “bello” o “brutto”, per cui il rischio concreto di far musica pessima in una giornata storta c’è  e non si ha il paracadute di partiture composte precedentemente. Per questo credo che questo metodo venga poco utilizzato, perché mette a nudo la capacità della persona-musicista in quel dato momento, quindi può far paura. Noi però con coraggio continuiamo su questa strada, senza remore di far brutte figure. D’altra parte il vantaggio di realizzare musica in questo modo è che questa uscirà “viva”, “vera”. Trovo invece molto noioso intendere lo spettacolo come una riproduzione di qualcosa di composto precedentemente. Per i brani no, direi che tutti e 15 quelli inclusi nell’album mi soddisfano.

Ti esibisci sia in Italia che all’estero, quali sono le differenze maggiori che hai riscontrato nel pubblico internazionale rispetto a quello italiano? Chi sa apprezzare meglio questo genere di spettacolo?

Per il genere direi che, pur in modo diverso, viene apprezzato bene sia in Europa che in America. Il pubblico tedesco è quello più preparato, quello italiano, spagnolo e portoghese tipicamente più “caldo”. Il pubblico francese è quello più attento e più abituato al melting pot, quello inglese supportante, mentre quello USA legato al passato anni ’70 che rivedono in parte nella nostra proposta sonora.

“PLAY @ ESAGONO VOL.1” suggerisce che ci saranno altri volumi… è corretto? Dobbiamo aspettarci un progetto continuativo nel tempo?

Sì l’idea è questa. Usciremo ad inizio 2022 con The Fermi Paradox che è una sorta di spin off in collaborazione con scienziati della NASA, quindi prima dell’estate con un volume 2 vero e proprio, un’evoluzione di questo primo lavoro. In Estate saremo anche live in Germania, Scandinavia e in diverse regioni italiane.

a cura di
Valentina Dragone

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