“L’Educazione”: il mémoire di Tara Westover

“L’Educazione”: il mémoire di Tara Westover
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La storia dell’autrice, cresciuta in una famiglia mormone

L’Educazione, romanzo di Tara Westover, è il racconto autobiografico dell’autrice che ha vissuto la sua infanzia in una famiglia mormona ultra integralista. Una famiglia capeggiata da un padre autoritario e carismatico, convinto che presto sarebbe giunta la fine del mondo.

L’opera della Westover è uscita in Italia nel 2018, per Feltrinelli.

Tara vive in mezzo alle montagne dell’Idaho, a Buck Peak, assieme alla sua numerosa famiglia, cinque fratelli e una sorella. L’autrice e i suoi fratelli non sono mai andati a scuola e non hanno un certificato di nascita, né documenti che possano attestare la loro esistenza. La famiglia deve aiutare il padre a fare scorte di cibo e benzina nell’attesa dei Giorni dell’Abominio, la fine del mondo.

Quella di Tara è una famiglia di fede mormona, molto estremista.

Inoltre suo padre è un uomo profondamente disturbato, un paranoico che fa credere ai figli di essere nel giusto, mentre il resto del mondo vive nel peccato e nella falsità. Costringe i ragazzi, e poi anche l’autrice, a lavorare in discarica con lui maneggiando materiali molto pericolosi come ferro, alluminio, acciaio e rame. Più di una volta, Tara e i suoi fratelli, sono vittime di incidenti che provocano loro ustioni e ferite più o meno gravi, ma il padre è irremovibile: niente ospedale e niente dottori. Questi ultimi sono visti come figure assoldate dallo Stato per avvelenare le persone.

L’intera famiglia dei Westover, su imposizione del padre, ha sempre disprezzato la medicina, quindi né Tara né i suoi fratelli sono mai stati ricoverati o andati all’ospedale. La giovane non conosce i fatti più importanti della Storia occidentale come le Torri Gemelle o l’Olocausto. Gli unici libri che ha letto sono quelli riguardanti le Sacre Scritture e i volumi mormoni. Non le è stato insegnato a lavarsi le mani dopo essere andata in bagno o a mettersi la cintura quando sale in macchina. È cresciuta con l’idea che ci siano le donne “per bene” e quelle “sbagliate”, quelle che si mettono il rossetto, si vestono con colori accesi e si fanno toccare dai maschi.

Non ha amici perché il padre l’ha cresciuta con l’idea che “gli altri” (le persone esterne alla famiglia) si siano fatti fare il lavaggio del cervello. E’ la sua famiglia l’unica a seguire la verità di Dio. Nella testa del padre anche un innocuo saggio di danza può insinuare il seme del peccato nelle bambine.

È proprio il sistema, o meglio lo Stato, ad essere il nemico numero uno del padre e di conseguenza della famiglia di Tara.

E come se tutto ciò non bastasse, suo fratello Shawn è violento con lei: la picchia, la prende per i capelli e arriva addirittura a slogarle un polso. Oltre a ciò la umilia chiamandola in molti modi volgari.

La madre di Tara fa la levatrice e si occupa anche di creare strani miscugli di erbe aromatiche. Piante che diventano medicine per curare la sua famiglia e le altre persone. Sebbene sia nata in un luogo completamente estraneo a questo ambiente, sua madre non discute col marito e non si ribella per il trattamento e l’educazione impartiti ai figli. Nemmeno quando questi ultimi tornano a casa con delle brutte ferite, o quando Tara subisce violenza da parte di Shawn.

L’autrice vive in un questo clima di famiglia d’altri tempi fino all’età di 17 anni, quando inizia ad interessarsi alla cultura e alla sua istruzione. Prendendo esempio da suo fratello Tyler, che da adolescente ha fatto le valigie ed è andato al college, fa domanda alla Brigham Young University e, sorprendentemente, viene accettata.

È proprio l’istruzione il fulcro del romanzo di Tara Westover, nonché la via di uscita da quella gabbia infernale che è la sua famiglia. Al college, Tara, scopre la storia moderna: cos’è successo l’11 settembre 2001, le deportazioni della Seconda Guerra Mondiale e le lotte civili degli afroamericani. Apprende l’algebra, la trigonometria e impara ad interpretare il pensiero dei filosofi.

Insomma, capisce che esiste un mondo oltre la sperduta fattoria nell’Idaho: un luogo dove le donne possono fare le civettuole con gli uomini, portare le gonne sopra il ginocchio, istruirsi e diventare indipendenti. Un posto dove non devono per forza ricoprire i ruoli di mogli o madri.

Incontra dei ragazzi della sua età, fa amicizia e ha le sue prime relazioni sentimentali.

Inoltre scopre anche di essere parecchio portata per lo studio, ma a quel punto sarà molto difficile fare i conti con la vecchia Tara e con quella “nuova”, la studentessa che si barcamena tra rette scolastiche troppo alte e libri di algebra indecifrabili.

Tara si rende conto che non può vivere nel mondo “reale” e allo stesso tempo, stare con la sua famiglia. Una scelta esclude l’altra perché i due mondi sono inconciliabili.

L’opera di Tara Westover è un libro che parla di rinascita e di emancipazione. La protagonista trova una via di fuga dalla sua famiglia nell’educazione. È un romanzo che per la maggior parte del tempo è molto pesante e crudo: le violenze psicologiche e fisiche subite da Tara sconvolgono.

Ma è anche una storia di immenso coraggio e di ispirazione.

È una storia in cui persone di tutto il mondo possono rispecchiarsi.

A cura di
Silvia Ruffaldi

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Silvia Ruffaldi

Silvia ha studiato Scienze della Comunicazione a Reggio Emilia con il preciso scopo di seguire la strada del giornalismo, passione che l’ha “contagiata” alle superiori, quando, adolescente e ancora insicura non aveva idea di cosa avrebbe voluto fare nella vita. Il primo impatto con questo mondo l’ha avuto leggendo per caso i racconti/reportage di guerra di Oriana Fallaci e Tiziano Terzani. Da lì in poi è stato amore vero, e ha capito che se c’era una cosa che voleva fare nella vita (e che le veniva anche discretamente bene), questa doveva avere a che fare in qualche modo con la scrittura. La penna le permette di esprimere se stessa, molto più di mille parole. Ma dato che il mestiere dell’inviato di guerra può risultare un tantino pericoloso, ha deciso di perseguire il suo sogno, rimanendo coi piedi ben piantati a terra e nel 2019 ha preso la laurea Magistrale in Giornalismo e cultura editoriale all’Università di Parma. Delle sue letture adolescenziali le è rimasto un profondo senso di giustizia, e il desiderio utopico di salvare il mondo ( progetto poco ambizioso, voi che dite ?).

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