“Ho sognato pecore elettriche / I dreamed of electric sheep”: ritorno al futuro per la PFM

“Ho sognato pecore elettriche / I dreamed of electric sheep”: ritorno al futuro per la PFM
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Venerdì 22 ottobre esce “Ho sognato pecore elettriche / I dreamed of electric sheep”, il nuovo disco della PFM. Un concept album nato dall’amore per la fantascienza e da un’attenta riflessione sulla somiglianza tra il futuro distopico raccontato da Philip K. Dick e il presente che viviamo.

Oltre cinquant’anni di carriera e ancora hanno voglia di comunicare, di suonare. A loro modo, di sperimentare. La PFM, il cui motore è composto oramai dal duo Franz Di Cioccio – Patrick Djivas, torna con un nuovo lavoro discografico, “Ho sognato pecore elettriche / I dreamed of electric sheep”.

“Io e Patrick siamo maniaci della fantascienza, siamo proprio patiti. Un film che ci ha segnato è stato ‘Blade Runner’ e siamo convinti che Philip K. Dick e Asimov siano il non plus ultra per raccontarci un futuro prossimo che in poi noi rivediamo nei giorni nostri. Blade Runner racconta ciò che in un certo senso si sta acclarando già nel nostro tempo.”

Franz Di Cioccio

“Ho sognato pecore elettriche” è il risultato della forza della diversità dei due musicisti: due caratteri molto diversi che trovano l’amalgama perfetto nell’amore per la musica e per la continua ricerca sonora. I brani che compongono l’album attraversano vari step, da reminiscenze classiche fino ad accenni metal (ascoltare l’overture per credere).

L’album (già acquistabile in preorder) sarà pubblicato nei formati Ltd. 2CD Digipak in O-Card, Gatefold black 2LP+2CD con Booklet formato LP, digitale.

PFM foto di Orazio Truglio
Franz di Cioccio e Patrick Djivas
Foto di Orazio Truglio
Ventesimo album in studio, dopo quindici live e venti raccolte

Un concept album realizzato in italiano e inglese e che, se musicalmente è identico, dal punto di vista della narrazione cambia se ascoltato in una lingua o nell’altra.

Questo nuovo concept della PFM parla di una realtà in cui l’essere umano è sempre più assuefatto dagli algoritmi, dalla tecnologia imperante che l’ha quasi del tutto sovrastato. è la storia dell’uomo che poco a poco comprende in quale situazione sta vivendo, ma mentre nei testi di Di Cioccio e Djivas si parla di futuro (non così lontano, dopotutto), nell’adattamento anglofono curato da Marva Marrow il tempo è il presente, il punto di vista è ancora più personale, vicino a noi.

Il distopico rimane sempre, il tentativo di recuperare una parte meravigliosamente umana (senza per questo demonizzare la tecnologia) è forte, ma il gioco di prospettive ci dona due racconti simili eppure diversi quanto basta.

“C’è una scena in particolare: un poliziotto fa un test a una persona che pensa possa essere un androide. Gli dice: ‘Parlami di tua madre’. L’androide inizia a dare segni di nervosismo, non capisce perché ovviamente non ha ricordi di ciò. Questa frase ci ha colpito e ci ha fatto riflettere su ciò che sta accadendo intorno a noi.

Non siamo assolutamente contro l’informatica, solo che è un campanello d’allarme perché si sta perdendo quello che è il potere dell’uomo: il potere del sogno, il potere di potere immaginare, che sono le cose che ti danno il ‘la’ per fare le cose che puoi, vuoi fare nella tua vita. Da qui è partito tutto”

Patrick Djivas

Foto di Orazio Truglio
Influenze, contaminazioni, amicizia

“Ho sognato pecore elettriche / I dreamed of electric sheep” si apre con un brano strumentale e si chiude con una vera e propria di jam session. Una cosa molto particolare nel 2021, ma che dona al concept un’ulteriore sfumatura di coerenza, di compattezza, di unicità. Benché i singoli brani possono essere considerati racconti con un proprio inizio e una propria fine, la loro unione compone davvero il puzzle completo della visione che è alla base del concept.

Ci sono ospiti illustri, quali l’amico di vecchia data Ian Anderson (leggendaria mente, voce e flauto dei Jetro Tull) e Steve Hackett, chitarrista di Genesis che ha accolto con incredibile entusiasmo la collaborazione.

“È stato un grande piacere ritrovare Ian Anderson. Steve Hackett invece fa parte della nostra casa discografica, la InsideOut, con lui ci incontriamo costantemente, in giro. Quando alla Royal Albert Hall, qualche anno fa, ci hanno premiato come migliori artisti dell’anno, eravamo seduti allo stesso tavolo e lui è saltato dalla sedia, era ancora più felice di noi. Quando gli abbiamo proposto di partecipare alla realizzazione de “Il respiro del tempo”, è stato entusiasta.

Entrambi hanno accettato subito e non si sono posti come due grandi musicisti che devono fare vedere quanto sono bravi, ma si sono prestati con grandissima umiltà per fare quello che era funzionale per il brano. Questa è una cosa fantastica”

Patrick Djivas

L’incontro con i fan. Finalmente.

La PFM realizzerà degli incontri con i fan e dei firmacopie in giro per l’Italia:

  • 22 ottobre a GENOVA (ore 18.00 Feltrinelli Genova c/o Albergo dei Poveri)
  • 26 ottobre a ROMA (ore 18.00 Feltrinelli Roma, Via Appia Nuova 427)
  • 27 ottobre a MILANO (ore 18.30 Feltrinelli Milano, Piazza Duomo).

È in programma, inoltre, il recupero dei concerti che sono stati sospesi lo scorso anno a causa della pandemia. Nelle prossime settimane saranno annunciate le nuove date.

a cura di
Andrea Mariano

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Andrea Mariano

Andrea nasce in un non meglio precisato giorno di febbraio, in una non meglio precisata seconda metà degli Anni ’80. È stata l’unica volta che è arrivato con estremo anticipo a un appuntamento. Sin da piccolo ha avuto il pallino per la scrittura e la musica. Pallino che nel corso degli anni è diventato un pallone aerostatico di dimensioni ragguardevoli. Da qualche tempo ha creato e cura (almeno, cerca) Perle ai Porci, un podcast dove parla a vanvera di dischi e artisti da riscoprire. La musica non è tuttavia il suo unico interesse: si definisce nerd voyeur, nel senso che è appassionato di tecnologia e videogiochi, rimane aggiornato su tutto, ma le ultime console che ha avuto sono il Super Nintendo nel 1995 e il GameBoy pocket nel 1996. Ogni tanto si ricorda di essere serio. Ma tranquilli, capita di rado. Note particolari: crede di vivere ancora negli Anni ’90.

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