Levante – Parco Ducale, Parma – 12 settembre 2021
Si è concluso ieri, domenica 12 settembre, il tour estivo di Levante, in concomitanza proprio con l’ultima serata del Parma Cittàdella Musica.
Il tramonto, l’arrivo della “magic hour”, il momento in cui il sole emette gli ultimi bagliori dipingendo il cielo di tinte violacee, fino a virare verso la notte placida di fine estate. Questo è lo scenario mozzafiato che ha accompagnato Levante nella sua ultima data del tour. È stata anche l’ultima sera di Parma Cittàdella Musica, rassegna che ha allietato le notti parmensi nelle scorse settimane.
A suo agio, come sotto casa
Come molti altri colleghi, anche Levante ha catalizzato nei concerti dal vivo la voglia di tornare in contatto col pubblico. Il che non è solo suonare ed esibirsi davanti a fan e curiosi, ma anche interagire, raccontarsi, scambiare sensazioni ed energie.
Il tutto si traduce anche in parentesi che sfociano nei ricordi: l’artista siciliana si è lasciata andare ad alcuni aneddoti, ricordando con felicità – e un po’ di emozione – quando nel 2013 apriva i concerti del “Sotto Casa Tour” di Max Gazzè (coincidenza vuole che è stato anche il tour in cui il sottoscritto ha visto per la prima volta Levante. Come passa in fretta il tempo, ndr). Tanta strada è stata fatta, tante difficoltà sono intercorse, ma anche tante soddisfazioni.
Parola d’ordine: alchimia
Ci si diverte sia sotto il palco, sia sul palco: il pubblico numeroso apprezza, canta e balla (nei limiti del possibile, ovviamente), Levante si diverte e dà tutta sé stessa. C’è spazio anche per qualche siparietto: durante l’esecuzione di “Alfonso”, la hit che ha lanciato la cantante al grande pubblico, la band che l’accompagna si è scambiata gli strumenti, creando scompiglio e ilarità generale. Levante era visibilmente sorpresa e divertita, segno che l’alchimia tra di loro è molto forte (cosa tutt’altro che scontata).
Bando alle ciance: più che le parole, servono le immagini. Vi lasciamo dunque alla gallery completa con le foto della serata.
a cura e foto di
Mirko Fava