Old: il tempo vola quando ci si diverte (contiene SPOILER)

Old: il tempo vola quando ci si diverte (contiene SPOILER)
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“Old” è la nuova opera cinematografica di M. Night Shyamalan, uscita in Italia il 21 luglio 2021. Il film è un adattamento della graphic novel “Castello di sabbia”, scritto da Pierre-Oscar Lévy e Frederick Peeters.
ATTENZIONE l’articolo contiene SPOILER!

Non andavo al cinema (inteso come luogo fisico chiaramente) da quasi due anni – per ovvi motivi – e quando ho sentito alcuni amici parlare di un nuovo film, a detta loro inquietante, ho dovuto assolutamente approfondire la questione.
“Sai c’è questo nuovo film thriller, si chiama Old ed è ambientato su una spiaggia dove i bambini invecchiano nel giro di poche ore, il regista è lo stesso di Split. Bene, non ho bisogno di sapere altro, mi mobilito per andare al cinema il prima possibile.

Ammetto che tornare al cinema dopo molto tempo è stato emozionante a prescindere, se poi per vedere un film di M. Night Shyamalan allora ancora di più. Non ho letto la trama completa, non ho guardato il trailer, sono andata così sulla fiducia.

Sì, ma quindi questo film di cosa parla?

Al centro della storia c’è la famiglia Cappa: Guy (Gael García Bernal) e Prisca (Vicky Krieps) sono sposati, ma sul punto di separarsi. Prisca, inoltre, è affetta da un tumore e decide con il marito di passare un’ultima vacanza insieme ai due figli, Maddox e Trent. La famiglia approda in un resort su un’isola tropicale, dove il direttore propone loro di passare una giornata in una spiaggia nascosta e quasi sconosciuta.

“Non lo sanno in molti, lo propongo solo ai clienti speciali, e voi mi sembrate proprio una famiglia speciale”

Ancora all’interno del resort, ci vengono presentati quelli che saranno gli altri personaggi della storia, quelli che accompagneranno la famiglia Cappa sulla spiaggia. Il chirurgo Charles (Rufus Sewell), insieme alla madre Agnes, alla giovane moglie Chrystal (Abbey Lee) e alla figlia piccola, Kara. I coniugi Jarin e Patricia, affetta da epilessia, e il misterioso rapper Mid-Sized Sedan.

La spiaggia incanta il gruppo di turisti, portati lì con un pulmino guidato da uno dei dipendenti del resort (interpretato dallo stesso Shyamalan), ma le cose si mettono presto male.
La situazione degenera nel momento in cui viene ritrovato il cadavere di una donna: da lì è un’escalation di avvenimenti paranormali che spezzano la tranquillità dei vacanzieri.

Il trailer

C’è qualcosa che non va nei bambini, ma non ci vengono mostrati subito i volti di Maddox, Trent e Kara. Vediamo il tutto dalla prospettiva degli adulti, che non si rendono conto dell’evidente cambiamento che hanno subito i bambini, quasi a simboleggiare la negazione da parte del genitore della crescita di un figlio. Ma è proprio dall’improvvisa crescita dei tre bambini che il gruppo di turisti si rende conto di trovarsi in un luogo soprannaturale.

Un luogo dove il tempo funziona in maniera differente, dove tutto accade rapidamente.

I bambini diventano adolescenti in poche ore, gli adulti iniziano ad accusare i sintomi della vecchiaia, molti di loro hanno delle patologie che degenerano alla velocità della luce.

Lasciare la spiaggia non è possibile, ma rimanere significa andare incontro a morte certa nel giro di poco tempo. Ecco che ci troviamo all’interno di un sadico gioco dove un gruppo di turisti è intrappolato su un’isola e non possono fare niente, se non aspettare che arrivi il loro turno per morire.

Sembrerebbe proprio un horror

Sappiamo che Shyamalan si diverte a mescolare diversi generi nei suoi film, dando però priorità all’horror/thriller caratterizzato da spiazzanti colpi di scena che hanno reso noto il regista indoamericano. Quando parliamo di Shyamalan, però, è bene fare attenzione a che cosa si intende per horror. La sua è una ricerca molto personale, un cinema di genere che fa della componente psicologica il suo punto di forza. M. Night Shyamalan si concentra sulla dimensione filosofica dell’horror: un’analisi delle nostre paure talmente accurata da farci venire così angoscia e turbamento.

Questo è quello che accade con “Old”. Quello che può sembrare un banale film horror con parecchi tratti da commedia estiva, si rivela essere una riflessione sulla caducità della vita, sul tempo che scorre troppo velocemente e non può lasciare spazio a problemi e risentimenti. Guy e Prisca passano metà del tempo a litigare, ma quando si trovano a dover fare i conti con la vecchiaia (e quindi con una maturità e una saggezza diversa) diventano consapevoli del valore di ogni attimo che resta.

“Non sono più arrabbiato con te, anche se non ricordo perché stavamo litigando”
“Non ha importanza”

Una scena che mi ha fatto ridere e riflettere allo stesso tempo (fino al punto in cui Guy muore, ecco lì ho veramente pianto). E di scene così ce ne sono parecchie all’interno del film. La presenza di una comicità che nasconde tragicità è abbastanza ricorrente nei film di Shyamalan, basta vedere “The Visit” (2015), ed è quello che rende il tutto geniale.

Cosa funziona e cosa no

Vero, io sono di parte e probabilmente perdonerei qualsiasi cosa a Shyamalan, trovando una giustificazione a tutto, ma cerchiamo di essere obiettivi. Ci sono parecchi momenti trash, come quando tolgono il tumore a Prisca (che in mezz’ora è diventato grande quanto un’anguria) con la stessa facilità con cui ci si soffia il naso.

Si sa poi che Shyamalan non è proprio un asso con le sceneggiature e soprattutto con i dialoghi, che in questo caso sono abbastanza banali, ma sufficientemente verosimili.

Inoltre, non è solamente il tempo sull’isola ad andare veloce, ma anche il film stesso. Accadono tante cose a brevissima distanza l’una dall’altra, o peggio, contemporaneamente. Allo spettatore non viene lasciato il tempo di rendersi conto di cosa stia succedendo, o quantomeno di capire o di chiedersi il perché. Ci sono deviazioni narrative che non vanno da nessuna parte, alcune di queste sarebbe stato interessante approfondirle, come ad esempio il parto di Kara.

A proposito di velocità, un punto a favore va al movimento frenetico della cinepresa. Può sembrare che aggravi ancora di più la questione del “succede tutto troppo in fretta”, ma a ben guardare si tratta di un’ottima strategia per rendere la situazione ancora più ansiogena, insieme ai primi piani e a inquadrature particolari.

Dove vuole arrivare il regista?

La componente horror, in questo film, non sta nella paura di morire. La paura è quella di invecchiare, di passare il resto dei tuoi giorni con una malattia che diventa sempre più grave (come nel caso della malattia mentale di Charles). Di dettagli come perdere l’udito (nel caso di Prisca) o la vista (nel caso di Guy) e non poter più riconoscere il volto della persona che ami, o i volti dei tuoi figli.
La bellezza che svanisce con il tempo (come abbiamo visto con Chrystal), la paura di non avere ricordi, come dice Kara:

“Non abbiamo mai avuto il ballo della scuola, non siamo mai andati al college, sono ricordi che tutti hanno e che noi non avremo mai”

Vedere i tuoi genitori invecchiare troppo velocemente, vederli morire troppo presto. Sono queste le cose che fanno paura, e fanno molto male.

Sul finale esce un altro tema su cui riflettere: è giusto sacrificare la vita di un ristretto numero di persone, per salvare in futuro l’intera popolazione? Shyamalan ci suggerisce la risposta: dà quasi un lieto fine al film, facendo salvare Maddox e Trent, che denunciano tutto alla polizia mettendo per sempre fine agli esperimenti sull’isola.

Questo non è veramente un horror, e probabilmente non è nemmeno tra i migliori film di Shyamalan, ma è forse uno dei più puri e autentici. Il regista vuole farci riflettere su quanto sia prezioso ogni attimo della vita e di quanto, a lungo termine, i problemi sociali che ci affliggono non possono essere gravi quanto una malattia o la perdita di qualcuno.

a cura di
Valentina Dragone

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