Intervista ad Anna Capasso: l’amore senza distanze

Intervista ad Anna Capasso: l’amore senza distanze
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Intervistiamo Anna Capasso, cantante e attrice. Parleremo di musica amore e Pride tra le altre cose!

Anna Capasso è cantante e attrice di Caserta che vive a Napoli. È stata protagonista per sei anni dell’Accademia della canzone di Sanremo.

Apprezzata attrice di teatro e cinema, Anna Capasso porta in tour il suo spettacolo di prosa e musica dal titolo “Donne in viaggio da Napoli a Broadway” ed è tra i protagonisti della serie tv “Sangue del tuo sangue”, oltre che di diversi cortometraggi.

È molto vicina a temi umanitari in quanto testimonial dell‘Unicef e quest’anno è stata invitata al Pride di Napoli.

Nel 2019 Anna Capasso pubblica il singolo “Come Pioggia” con la produzione musicale di Massimo d’Ambra (vocal coach del team in “The Voice of Italy” di Gue Pequeno e collaboratore, tra gli altri, di Sfera Ebbasta e Gigi D’Alessio). Nel 2020 lancia “Bye Bye” che parla di amori tossici.

Grazie a “Bye bye” Anna Capasso è ospite al tg2 e tg3 e a “Storie Italiane” su Raiuno.

Il suo ultimo singolo “Ballo da Sola” è uscito venerdì 25 giugno e affronta il tema degli amori a distanza.

Per questo brano abbiamo scritto un testo alla portata di tutti, dalle sonorità fresche e allegre, per poter ballare con gli amici in piena libertà al ritmo dell’estate, quello di cui tutti noi abbiamo bisogno in questo periodo. In tanti possono immedesimarsi in “Ballo da sola”: quanti amori impossibili, quante ore vissute senza la persona amata, quante attese; quante volte ci siamo ritrovati distanti, pur restando fedeli. Basta attivare la fantasia, sognare e volare indietro nel tempo, rivivendo tutti i momenti trascorsi insieme. In quell’istante si comprende che l’amore supera ogni ostacolo e accorcia tutte le distanze.

Anna Capasso

Anna Capasso, inoltre, è stata ospite all’Ischia Global Festival con Sting. Tanta carne al fuoco di cui parlare, dunque. Ecco la nostra intervista.

“Ballo da Sola” parla delle relazioni a distanza. Molti dicono che non siano veramente relazioni perché ci si vede molto poco. Che opinione hai tu di questo tipo di relazioni? Ne hai vissuta una simile?

Vedersi poco non vuol dire non amarsi. Vedersi poco vuol dire godersi il poco tempo che hai a disposizione e renderlo speciale. Molte volte trascorriamo molto tempo con una persona che può essere vuotissimo quando invece ci sono dei piccoli momenti che noi ricorderemo perfettamente perché vissuti intensamente. Anche se l’amore finisce, succede, può capitare. Mi è capitato a me di vivere una relazione a distanza. Non bisogna soffermarsi sulla quantità di tempo ma sulla qualità del tempo. L’amore vero non può essere cancellato da nessuna distanza.

Con le restrizioni dovute al COVID-19, “Ballo da Sola” non rischia di diventare un ricordo nostalgico di quando si poteva andare in vacanza liberamente?

No, non è nostalgica. È un brano di un messaggio importante in cui viaggiare con la fantasia e rivivere i bei momenti con la speranza di rivederci quanto prima. La vita dei due innamorati continua ne loro rispettivi paesi ma sono fedele l’uno all’altro e si aspettano.

Abbiamo però, delle tue dichiarazioni dove inviti a ballare la canzone d’estate con gli amici in libertà e allegria, ma in compagnia non si può così tanto come prima. Inviti a ballarla anche da soli?

Certamente si può ballare alla mia musica anche da soli. Cerco di creare un mood estivo leggero nelle mie canzoni con messaggi forti come l’anno scorso per “Bye Bye” contro l’amore tossico e quest’anno a distanza. Amori a 360 gradi. Un messaggio universale per uomo verso la donna e viceversa ma anche verso i gay.

Nel tuo singolo “Bye Bye” invece, si parla di una rottura e mi ha colpito quando dici che “dicono l’amore sia speciale ma se dai il minimo non è niente di che” è un invito ad amare di più? Questa canzone parla di una rottura, cosa volevi dirci?

Molte volte si da tanto per scontato. L’uomo pensa di dare tanto o la donna, e invece si è dato solo il minimo. Anche ai piccoli momenti: se dai il massimo li ricorderai per sempre ma se dai il minimo non è nulla di che quindi spesso per te è tanto ma per me pochissimo, perché merito di più. Se pensi solo a te invece sei narcisista. Può essere un “Bye Bye” quindi “arrivederci” ma se ti comporti bene.

Sei stata invitata al Pride di Napoli, cosa ti è piaciuto di più? Secondo te le persone, grazie al Pride, si sentono più libere di amare? Vorresti che la tua musica trasmettesse anche questo?

Certamente, la mia musica è libertà e la libertà è un binomio per il gay pride. Certamente si sentono più liberi. Più avanti si va più si ha la libertà di dire “io sono gay” o “io sono lesbica”. Prima, lo sai, c’era molto tabù su questa cosa. Invece non c’è una regola precisa per amare.

Mi sono trovata molto bene, era il primo live dopo molto tempo di fermo e quando ho presentato “Ballo da sola” per la prima volta l’hanno cantata tutti. Per me è stato bellissimo. Poi c’era entusiasmo, energia, si sono comportati benissimo, c’era rigore, nessun litigio e nei loro occhi c’era la voglia di dire “io amo”.

Sei molto coinvolta in questioni sociali, come pensi che la tua musica possa aiutare le persone?

La musica, come la recitazione e qualsiasi forma d’arte, può essere un veicolo di forza per queste persone che soffrono e dare una mano a chi ne ha bisogno. Al di là di tutto la musica è anche condivisione e anche solo cantare una canzone a cappella mi fai felice, il sorriso negli occhi di un bambino è una cosa straordinaria.

Può essere un bambino o una persona adulta, abbandonata anche con problemi fisici. È qualcosa di bellissimo. Nessun palcoscenico può darti quell’emozione. Siamo noi che dobbiamo dare qualcosa a loro. Abbiamo altri palcoscenici in cui possiamo mostrarci.

Sei anche un’attrice, cosa ti hanno regalato il teatro e il cinema, che la musica non ti da e come sei cresciuta grazie a queste tue due passioni?

Sia teatro che cinema sono molto simili. Il comune denominatore è l’amore: l’amore che si ha per questo mestiere. Il teatro mi ha insegnato il vigore, la perfezione perché in teatro sembra che tutto è permesso, in realtà ci sono delle regole ben precise. Il pubblico paga un biglietto e vuole vedere uno spettacolo perfetto. E poi mi ha mostrato le emozioni che ti trasmette il pubblico, un teatro imponente. Il cinema è sottrazione, non devi essere molto espressiva, qualcuno ti vedrà da casa quindi devi essere molto naturale.

Quindi, devi, in un certo senso, adattarti. Il teatro è espressione grande, il cinema no. Non rischia di confondere un pochino? Ad una persona che fa entrambe le cose, almeno.

No, assolutamente. Sono molto naturale, in cinema come in teatro… In teatro devi ingrandire, altrimenti l’ultima fila non vede niente. Al cinema invece devi essere minimal.

Riguardo Ischia Festival, invece, hai portato le tue ultime canzoni?

Ho portato “Ballo da sola” e qualche cover. Ed è stato bello perché c’erano Sting e altri artisti internazionali.

E com’era il mood del festival?

C’è stata un’accoglienza spettacolare. Poi quando sono scesa dal palco è stato bellissimo perché mi sono sentita una star hollywoodiana perché mi venivano tutti vicino anche cantanti americani, essendo un festival internazionale. Ed è bello come un’artista ne complimentata un altro. C’è riconoscimento e umiltà. C’è tanta condivisione e umiltà.

Era la prima volta che partecipavi ad una cosa simile o no, oppure non così grande?

No, non è la prima volta però sai, ogni contesto è a sé, ogni contesto da un’emozione diversa. Certamente è stata un’emozione, era da un po’ che volevo farlo. (ride).

a cura di
Sara Sattin

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