Intervista a Senhit: dal palco dei musical a quello dell’Eurovision

Intervista a Senhit: dal palco dei musical a quello dell’Eurovision
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Dagli esordi con i musical fino all’Eurovision Song Contest 2021: Senhit ci racconta in un’intervista il suo percorso artistico e non solo!

Fatta per stare su un palco, Senhit, pseudonimo di Senhit Zadik Zadik, ha partecipato all’Eurovision Song Contest 2021 rappresentando San Marino con il brano “Adrenalina” feat. Flo Rida (qui il video). Esattamente dieci anni fa aveva partecipato per la prima volta con il brano “Stand By”.

Il 2020 ha visto la cancellazione dell’edizione, a cui l’artista bolognese di origine eritrea avrebbe dovuto partecipare nuovamente con il brano “Freaky!”.

Senhit inizia la sua carriera con i musical all’estero, per poi passare a collaborazioni importanti anche in Italia, come Massimo Ranieri o gli Stadio. Più recentemente ha collaborato anche con Benny Benassi e Luca Tommassini, con il quale ha instaurato un rapporto di amicizia. Dal 2005 canta per l’etichetta Panini Interactive.

Un percorso musicale molto variegato ed estremamente interessante quello di Senhit, che ci siamo fatti raccontare direttamente da lei!

Ciao Senhit! Raccontaci quando hai deciso di lavorare nel mondo dello spettacolo e quanto è stata importante Bologna per il tuo percorso musicale?

Ho capito che avrei potuto lavorare nel mondo dello spettacolo solo dopo che sono diventata maggiorenne, un po’ perché mio padre era preoccupato che prendessi la strada sbagliata, un po’ perché avevo l’idea che bisognasse comunque studiare e fare altro nella vita. Quando sono riuscita a ribellarmi (in modo molto educato) a questa impostazione, ho trasformato l’interesse in un lavoro.

Ho cominciato con i musical perché volevo imparare a fare tutto subito: cantare, ballare, stare sul palco. Ho fatto gavetta all’estero, recitando da protagonista e co-protagonista in vari musical, cantando in greco, tedesco, inglese… Sono diventata solista solo dopo aver incontrato la Panini. Bologna inoltre è la città dove si è consacrato il mio ingresso nel mondo discografico, perché gli Stadio, bolognesi come me, mi hanno aperto la strada.

Lavorando sia all’estero che in Italia, quali sono le più grandi differenze che hai riscontrato nel mondo degli spettacoli?

Sicuramente all’estero ci sono più possibilità, hai modo di fare i tuoi concerti senza essere figlio/amico di nessuno. C’è più meritocrazia, anche se naturalmente c’è più competizione. Però, contrariamente a ciò che si pensa, in Italia le risorse e i talenti non mancano! È che non sappiamo utilizzarli… E vale anche per la televisione, per la possibilità di far cantare i giovani. Da questo punto di vista sono contenta che Sanremo si sia un po’ svecchiato negli ultimi anni, dalla vittoria di Mahmood in poi. Noi italiani siamo solo un po’ più lenti…

A proposito di Bologna, come è iniziato il tuo progetto per partecipare all’Eurovision rappresentando San Marino? Ti sarebbe piaciuto rappresentare l’Italia?

Mi sarebbe piaciuto molto, ma quando nel 2011 San Marino mi chiese di rappresentarlo l’Italia non partecipava da quasi 14 anni. Quando arrivò Raphael Gualazzi io avevo già firmato con San Marino e alla fine mi sembrò la scelta giusta per vari motivi. Un po’ perché si trova a neanche quaranta minuti da Bologna e per me è comunque un pezzo d’Italia, un po’ perché in quanto stato più piccolo di tutto l’Eurovision mi ci sentivo molto simile, dal momento che all’epoca ancora ero poco conosciuta. Bisogna dire che, anche se sono rimasta fedele a San Marino per 10 anni ormai, sono comunque strafelice che l’Italia abbia vinto!

Com’è stata la tua esperienza all’Eurovision? Hai legato con qualche artista in particolare?

Mi sono trovata benissimo, e in realtà ho legato con tutti. D’altronde eravamo costretti in una bolla simbolica dove potevamo vederci solo tra di noi, con mascherine e quant’altro, quindi alla fine eravamo sempre tutti insieme. Inoltre, dopo quasi due anni di Covid e tour cancellati, avevamo fame di esibirci e non c’è stato spazio per la competizione. È anche buffo pensare che, dopo quelle due settimane, ero tanto stanca quanto oggi, dopo due mesi, mi manca quell’esperienza meravigliosa e avrei voglia di rifarla ancora e ancora.

“Adrenalina” è il brano che hai presentato all’Eurovision e vanta la collaborazione con Flo Rida e Luca Tommassini. Abbiamo visto uno spettacolo pieno di colori sul palco dell’Ahoy a Rotterdam, così come è molto colorato anche il video musicale! Da cosa nasce il brano è quale significato ha? Possiamo scorgere qualche messaggio nascosto anche nel videoclip?

È tutto molto semplice. Luca Tomassini, il genio di questo progetto, non ha mai frenato la mia creatività. Anzi, sommata alla sua è diventata una bomba atomica! Ci siamo davvero divertiti, prima a cercare la canzone giusta che potesse rappresentarmi al cento per cento, e Adrenalina è davvero come sono io – tanto che ho deciso di presentarla lanciandomi dal paracadute, una follia! – e poi attraverso il video, pieno di colori sia perché mi piaceva così, sia perché Adrenalina ti portava naturalmente in un mondo Pop-art, alla ricerca di una dimensione fluida, di una non-identità che rispecchia molto l’Eurovision. Poi sul palco, secondo me, con Flo Rida siamo riusciti a esprimere la totale Adrenalina, divertendoci e facendo divertire, ed è stato perfetto così!

L’Eurovision è uno spettacolo inclusivo, abbiamo visto tantissimi artisti di diverse etnie, generi e identità sessuali, molti di questi argomenti, però, sono ancora considerati un tabù e spesso vengono censurati dalla televisione italiana. Pensi che un contest come questo possa dare più valore alle diversità? C’è speranza per un rinnovo della televisione italiana da questo punto di vista?

Assolutamente sì! Infatti sono stata contenta due volte per la vittoria dei Maneskin: sia perché sono bravissimi e se la sono meritata tutta, sia perché finalmente l’Eurovision tornerà in Italia dopo 31 anni. Quella di oggi è un’Italia diversa che sta cercando, a fatica, di aprirsi. Però, nonostante sia sempre un po’ lenta rispetto ad altri Paesi, quando poi arrivano le occasioni improvvisamente entra in quarta – e l’Eurovision potrebbe essere la scintilla che la farà scattare.

C’è poi il fatto che l’Eurovision sarà una grande opportunità per rimetterci in moto dopo il Covid, ed è tempo di far vedere al mondo che siamo veramente il Bel Paese che tutti dipingono, ma dalla mente aperta! Anzi vorrei fare un annuncio, qui in quest’intervista: mi piacerebbe proprio che fossi io a presentare il prossimo Eurovision, soprattutto se si terrà a Bologna!

Sappiamo che hai un grande amore per i cani (come biasimarti), lo dimostri sui social e lo hai supportato anche attraverso delle associazioni. Come si può contrastare, secondo te, il problema dell’abbandono?

Prima di tutto bisogna essere convinti, quando si adotta un cane, di quel che si sta facendo. Gli animali non sono giocattoli e bisogna essere consapevoli che richiedono un impegno notevole. Questo è il grande passo. Inoltre, se decidi di abbandonarlo almeno portalo al canile invece di lasciarlo in mezzo alla strada, lascialo a qualcuno che se può occupare!

Cerco spesso di sensibilizzare a questo problema perché è troppo facile cambiare idea, ma bisognerebbe avere dei limiti. Uscirà un video prossimamente, in cui tengo in braccio il mio Buddy e raccontando la mia esperienza incito la gente a non abbandonarli. Lo dico in maniera un po’ arrabbiata in effetti… Quando vedrete lo capirete!

a cura di
Valentina Dragone

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