Intervista alla scrittrice del “cuore”: Claudia Venuti

Intervista alla scrittrice del “cuore”: Claudia Venuti
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Il 12 gennaio è uscito il nuovo romanzo di Claudia Venuti dal titolo: “Ho trovato un cuore a terra ma non era il mio” edito dalla casa editrice Sperling&Kupfen del Gruppo Mondadori. (LINK all’acquisto).
La copertina del libro è stata realizzata dall’illustratore Claudio Castellana e rappresenta un cuore in una teca di vetro che esplode.

Misi il mio cuore in una teca di vetro immaginaria, sentivo che avrei dovuto proteggerlo da tutto quel male, avrei dovuto riservargli un posto lontano dal pericolo di finire nelle mani sbagliate.

Ho trovato un cuore a terra ma non era il mio – Claudia Venuti

Dopo la fortunata serie #passidimia terminata con “Io ti voglio felice”, Claudia Venuti è tornata con una nuova storia tutta da vivere, ha salutato definitivamente il personaggio tanto amato di Mia, per fare spazio ad un’altra protagonista: Nina, trentaseienne indipendente e solitaria che non ha mai conosciuto l’amore.

Ancora una volta, Claudia Venuti racconta i sentimenti e le relazioni con profonda sincerità e spiccato realismo, ma lasciamo che sia lei a svelarci qualcosa in più a proposito del suo ultimo romanzo…

Illustrazione della copertina a cura di Claudio Castellana
Eccoci! Finalmente è uscito il tuo nuovo libro, vogliamo sapere subito due cose importanti: com’è nato questo titolo così particolare e d’impatto?

L’idea del titolo è nata da un preciso istante di circa due anni fa, quando poco prima di salire su un treno che mi avrebbe portato lontano per un po’, ho trovato un piccolo cuore a terra, che d’istinto ho fotografato. Una volta partita, ho pubblicato lo scatto sui miei social, scrivendo tutto ciò che stavo provando in quel momento e in quel particolare periodo e il post terminava con un P.S. che diceva: “Ho trovato un cuore a terra ma non era il mio”. Da quel momento in poi ho continuato a trovare cuori a terra sempre più spesso e ogni volta scattavo una foto e scrivevo quel famoso P.S. fino a farlo diventare il titolo del mio nuovo libro. Ho sempre pensato fosse un segnale, una sorta di: “Adesso sei sulla strada giusta.”

Quale è stato il momento più complesso durante la fase di scrittura e quale invece il momento in cui tutto fluiva in maniera incredibilmente facile dal cuore alla penna? Ti è capitato di leggere nuovamente alcuni passaggi e pensare “No, non va bene” e quindi riscriverli o addirittura eliminarli completamente?

Prima di mettere il famoso “ultimo punto” che segna la fine, ci sono stati momenti e non sempre tutto è filato liscio, anzi. Quello più complesso è stato a luglio, quando credevo di aver terminato il romanzo ma in realtà sentivo che mancavano ancora molte sfumature. Ho deciso di mettere in stand-by la penna e staccare un po’ dopo i mesi di lock-down. Al mio ritorno, ad ottobre, è stato tutto più chiaro e in pochissimi giorni sono riuscita a rileggere le pagine e ad aggiungere tutte quelle sfumature che poi hanno completato la storia di Nina. Nel frattempo riscritto ed eliminato molti passaggi. Se dovessi descrivere com’è stata la scrittura di questo libro direi: tormentata e allo stesso tempo intensa.

Ogni libro è un viaggio tra le pagine, come definiresti questo tuo nuovo viaggio?

Difficile dare una definizione unica, è un viaggio intimo, uno di quei viaggi che ti porta ad aprire anche i cassetti che eviteresti volentieri di aprire e tocca diverse “corde” scomode e dolorose, ma necessarie per affrontare alcuni mostri e limiti che impariamo a costruire con il tempo, convinti di non poter oltrepassare. E invece, affrontandoli e provando a guardarsi dentro, tutto è possibile, persino abbatterli.

C’è una frase a cui sei particolarmente legata? E perché?

La frase a cui sono particolarmente legata è scritta sul retro della copertina ed è: “Lasciati la possibilità di sorprenderti ancora”. Una frase scritta mentre ero ferma sulla mia bici al porto di Rimini a guardare un tramonto, il primo dopo i mesi di chiusura forzata. Ricordo di essere rimasta ferma lì a godermi lo spettacolo, poi ho preso il cellulare e ho scritto questa frase nelle note. Mi ha sempre dato un senso di speranza. Possono accadere molte cose brutte e sbagliate ma in qualche modo, da qualche parte, c’è sempre qualcosa di bello da guardare e da vivere. Proprio come quel tramonto.

Oltre ad essere un’autrice, collabori anche come giornalista con la nostra testata, come ha influito e inciso sulla tua penna l’unione di queste due realtà differenti tra loro?

Ha incito e influito in maniera positiva, molto positiva. La mia penna da giornalista e quella da scrittrice hanno raggiunto un loro equilibrio, ma per arrivare alla realizzazione di questo equilibrio ci ho lavorato e ci sto ancora lavorando. Quando scrivo (scrivevo) i live report riesco ad unire il mio “romanzare” all’articolo e viceversa quando realizzo delle interviste, riesco ad un unire le domande e le risposte dell’articolo all’idea dei dialoghi nei miei libri. Sono due realtà differenti, è vero, ma che ho scoperto essere molto più simili di quanto credessi e ognuna di esse è stata d’aiuto all’altra.

Se dovessi tirare le somme, in cosa e quanto credi di essere cambiata come persona e come scrittrice in questi anni?

Credo di essere cambiata tanto e allo stesso tempo di essere rimasta sempre la stessa. La mia penna è “cresciuta” con me o io sono cresciuta con lei, non lo so. Quello che so, è che attraverso la scrittura ho avuto modo di esplorare tanti mondi, di attraversare ed esorcizzare tante delusioni, ridando loro una forma. La scrittura mi ha aiutato a trasformare il negativo in positivo e personalmente, non ho mai smesso di essere quella sognatrice di un tempo, sto solo cercato di imparare a tracciare confini e ad essere molto più realista.

Al termine di ogni tuo romanzo c’è sempre un pezzettino di una canzone, quanto conta per te la musica durante la stesura e come mai per questo libro hai scelto il brano “Esami” dei Viito?

La musica è una parte fondamentale della mia vita ed è anche una parte fondamentale nei miei libri perché tutti i miei libri finiscono con un piccolo estratto di una canzone. Per me è come se avessero la loro colonna sonora. In quest’ultimo romanzo c’è la frase di una canzone a cui sono particolarmente legata: “Esami” dei Viito, un duo che seguo da sempre e che con questo brano mi hanno accompagnato in questo nuovo viaggio. Le parole che ho scelto, credo rendano perfettamente l’idea di tutto ciò che è il senso stesso del romanzo e della storia di Nina.

a cura di
Sara Alice Ceccarelli

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Sara Alice Ceccarelli

Giornalista iscritta all’ODG Emilia Romagna si laurea in Lettere e Comunicazione e successivamente in Giornalismo e Cultura editoriale presso l’Università di Parma. Nel 2017 consegue poi un Master in Organizzazione e Promozione Eventi Culturali presso l’Università di Bologna e consegue un attestato di Alta Formazione in Social Media Management presso l'Università di Parma. Ama il giallo e il viola, possibilmente assieme e vive in simbiosi con il coinquilino Aurelio (un micetto nero). La sua religione è Star Wars. Che la forza sia con voi.

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