Ulula & LaForesta: il buono che si può trarre da questo momento così difficile

Ulula & LaForesta: il buono che si può trarre da questo momento così difficile
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Dopo il recente successo ottenuto a Musicultura, aggiudicandosi il premio come miglior performance nelle le audizioni live, ULULA & LaForesta torna con un singolo dal sapore molto particolare che ci porta in viaggio dall’Atlantico al Mar Nero.

Sulle spalle dei giganti è l’epilogo di un viaggio, l’ultima tappa della Strada dei Fiumi, un percorso ciclabile che segue la Loira, il Reno e il Danubio.

Pur trattandosi di un cantautore, nel nome d’arte che ha scelto c’è anche un plurale, ecco perché.

Partiamo dalle presentazioni di rito, chi è ULULA e chi è LaForesta?

ULULA: Lorenzo Garofalo

LaForesta : Andrea Mandelli, Maximiliam Agostini, Simone Carradori, Filippo Chiarini, e in questo disco Alessio Profeti alle percussioni.

Ci siamo conosciuti a Milano, frequentavamo tutti il CPM music institute. L’idea era quella di arrangiare e suonare i pezzi che scrivevo interfacciandomi con una band e non con singoli musicisti, “slegati tra loro”.

“Sulle spalle dei giganti” è il titolo del tuo nuovo singolo, protagonisti i fiumi, raccontaci di questo viaggio…

In questo viaggio ho pedalato su “la strada dei fiumi” un percorso che segue: Loira, Reno e Danubio. La tratta taglia l’Europa in orizzontale dall’Oceano Atlantico al Mar Nero. Ho attraversato la Francia partendo da Saint-Brevin-Ies-Pins sull’oceano, parte della Svizzera poi la Germania tra Baden-Wurttemberg e Baviera arrivando a Passau percorrendo poi tutto il nord dell’Austria fino a Bratislava in Slovacchia. Poi si scende con il Danubio per l’Ungheria. Arrivato a Budapest avrei proseguito per Serbia e Romania fino al Mar Nero, ma fui costretto a modificare la fine del viaggio causa covid. Da lì ho attraversato l’Ungheria verso ovest, seguendo il lago Balaton per poi entrare in Slovenia, ultimo stato prima di rientrare in Italia. La bici, la tenda, il vento; tutti e nessuno.

Era la prima volta che affrontavi un viaggio in solitaria o era già successo altre volte?

Questo è il terzo viaggio che faccio. L’anno scorso con mio padre andammo a Berlino, partendo dal cortile di casa passando per Nord Italia, Austria, Repubblica Cieca e Germania. Nel 2018 feci invece un piccolo viaggio da solo che durò una manciata di giorni tra Italia e Austria.

Cosa consigli a chi si approccia per la prima volta a questo tipo di “ritiro spirituale”? Pensi sia un’esperienza per tutti?

Pochi consigli, un consiglio: vai!

Non c’è molto da dire, credo che sia più il viaggio a venire da te e non viceversa. Dividerei tra atto e potenza la possibilità di essere esperienza per tutti. Secondo la potenza tutti possono fare tutto, secondo l’atto no. Io personalmente cerco sempre di prendere per il sedere entrambi. A volte ci riesco a volte no.

Parliamo dell’esperienza di Musicultura, ti sei aggiudicato il premio come miglior performance nelle audizioni live, come è andata?

Musicultura è un’autentica e splendente realtà nel panorama italiano dei concorsi. Di fatto siamo arrivati nella compilation 2020 con “Oddio l’oblio”, quindi non nella fase finale: Lo Sferisterio di Macerata. Il premio “miglior performance” lo abbiamo preso nelle audizioni live, ma forse per fare arte si deve lasciare e non prendere.

Il brano con cui hai vinto si chiama “Oddio l’oblio”, che storia racconta?

È un brano che parla di apparenza, di realtà e del modo in cui in certi luoghi o contesti, spesso si confondono tra loro. Questa confusione mi soggiunge spesso e mi tocca particolarmente non so perché. Intano ci ho scritto una canzone magari ne scriverò delle altre.

Hai suonato spesso in giro per l’Italia, ora visto i tempi che corrono, quali sono i programmi?

Stiamo finendo il disco e preparando il live, sia la parte musicale che la questione logistica. LaForesta è una band numerosa, articolata e prorompente e per questo disco abbiamo anche aggiunto un set di percussioni.  I tempi che corrono in realtà mi hanno e ci hanno dato la possibilità di restaurare il progetto, affilare la lama, scrivere e arrangiare senza pensare a termini e scadenze. Una pausa forzata che si è rivelata utilissima per il lavoro che stiamo svolgendo.

a cura di
Giulia Perna

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Giulia Perna

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