Dal calcio alla musica: Pablo Daniel Osvaldo

Dal calcio alla musica: Pablo Daniel Osvaldo
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La storia del calciatore italo argentino che appende gli scarpini al chiodo per fare carriera con la sua rock band

Calcio e musica. Un binomio suggestivo e all’apparenza poco inquadrato. Palloni, goal, tifoserie, accordi, chitarre, fan. Che cosa hanno in comune queste due attività?

Innanzitutto, il fattore che accomuna entrambe è la loro ormai consueta e forse imprescindibile presenza nella nostra quotidianità.
Riuscite ad immaginare il trascorrere delle giornate prive delle canzoni dei vostri artisti preferiti? Oppure un intero anno senza gioire al gol al gol in zona cesarini della vostra squadra del cuore?

Durante la quarantena, in un periodo in cui gli italiani sono stati chiamati a fare sacrifici e rinunce, due delle mancanze più sentite e chiacchierate sono state proprio il calcio e la musica. Abbiamo bisogno di entrambe nelle nostre vite, chi di una chi dell’altra, qualcuno addirittura non potrebbe fare a meno di entrambe. 

Gli intrecci tra i campi da calcio e i concerti sono molteplici. Provate a pensare soprattutto a quanto la discografia e i cantautori italiani scelgano da sempre di raccontare il calcio o di utilizzarlo attraverso per creare un immaginario e trasmettere un’emozione.

Dalle storiche “Una vita da mediano” di Ligabue o “Luci a San Siro” di Vecchioni alle più recenti “Hubner” di Calcutta e “Maradona y Pelè” dei Thegiornalisti, sono tantissimi gli esempi di quanto la musica possa fondersi con il calcio. 

Ma cosa succede quando è il calcio (o meglio i calciatori) a fondersi con la musica? Anche qui non mancano gli esempi. Oggi andremo a riesumare la storia di Pablo Daniel Osvaldo, ex attaccante di Roma, Inter e della nazionale italiana, che da sempre nella sua vita vive alternando l’indossare gli scarpini da calcio al salire su un palco con la sua rock band.

La storia di Pablo Daniel Osvaldo

Pablo Daniel Osvaldo nasce in Argentina nel 1986 ed inizia a giocare a calcio nel 1995 nel settore giovanile del Lanùs. Dopo le esperienze in patria, l’attaccante viene acquistato dall’Atalanta nel 2006 e girato alla Fiorentina l’anno successivo. Qui colleziona 21 presenze e 5 reti prima di passare al Bologna dove la stagione si conclude con 25 presenze e 3 gol.

L’esplosione di Osvaldo avviene in Spagna, dove milita tra le fila dell’Espanyol e va a segno addirittura 22 volte in 47 partite. È cosi che riesce a farsi notare di nuovo dalla Serie A, ma questa volta è la Roma ad investire ben 15 milioni di euro su di lui e a riportarlo in Italia il 25 Agosto 2011. 

Da quel giorno fino all’agosto del 2013 Osvaldo si rende protagonista dentro e fuori dal campo, nel bene e nel male. Riesce a farsi apprezzare soprattutto per la specialità della casa, i gol in acrobazia, quelli che valgono da soli il prezzo del biglietto. 

GOL IN ROVESCIATA DI OSVALDO CON LA MAGLIA DELLA ROMA

Segna 28 reti complessive in 57 partite, ma inserisce nel curriculum anche un pugno al volto in una lite con il compagno Lamela, una squalifica per una gomitata volontaria ad una avversario e molteplici screzi con l’allenatore Andreazzoli.

Questi colpi di testa tipici del carattere infuocato di Osvaldo lo portano addirittura all’esclusione dalla nazionale italiana per la Confederations Cup 2013. L’allontanamento dalla Roma è inevitabile e l’italo argentino passa al Southamtpon al termine della stagione.

Gli anni successivi fino al 2016 rappresentano il preludio al primo ritiro dal calcio giocato di Osvaldo, passati tra i prestiti a Juventus, Inter e Boca Juniors e il passaggio breve dal Porto. Anche queste stagioni si rivelano non prive di comportamenti negativi o episodi di liti accese ed è il 1 Settembre 2016 quando Osvaldo annuncia il ritiro dal calcio giocato all’età di 30 anni.

Il motivo? La musica.

I Barrio Viejos

“Ci sono troppe regole nel calcio e a me non piacciono le regole, io amo essere libero. Devo tutto al calcio e sono orgoglioso della mia carriera, ma devi vivere una vita che non è reale. Hai un prezzo, hai un valore. Se segni un gol sei Dio e se non lo fai sei uno scarto. Non frega niente a nessuno se sei un bravo ragazzo o no. Non interessa a nessuno se hai dei sentimenti. E io sono una persona sensibile. Ero stanco, stavo impazzendo e ho deciso di vivere la vita del musicista. Ora sono leggero e rilassato, mi sento felice”

Questo l’annuncio che fece il giro del mondo. Pablo Daniel Osvaldo infatti ha scelto di dedicarsi alla carriera professionale come front man e fondatore dei Barrio Viejo.

Anche nelle vesti di front man Osvaldo mette in luce la sua anima rock, in perfetto stile Johnny Depp, con grinta e fascino da vendere.
Con la sua band incide nel 2017 l’album “Desorden”, pubblicato da Sony Argentina, che raccoglie una serie di inediti scritti proprio da Osvaldo in collaborazione con il chitarrista argentino Augustin Bielsa.

Il gruppo propone un rock che strizza l’occhio alle sonorità blues e dopo numerosi concerti in Argentina e a Barcellona, riesce a portarsi a casa un tour europeo nel 2019, facendo tappa anche in Italia, Austria e Svizzera, oltre alle apparizioni televisive sui canali di Sky, Rai e Italia Uno.

BARRIO VIEJO – DESORDEN

Il ritorno al calcio giocato

A tre anni e mezzo dall’ultima partita giocata con il Boca Juniors e dopo i numerosi concerti con la sua band, Osvaldo decide di fare un passo indietro e rispolverare gli scarpini da calcio.

A Gennaio 2020 infatti l’attaccante italo argentino ha firmato un contratto di un anno con il Banfield, società che milita nella Superliga argentina.
Un ritorno in patria per Osvaldo, che per adesso abbandona i palchi e torna sui campi da calcio, magari a segnare in rovesciata.

Noi restiamo in attesa del suo prossimo “colpo di testa”.

a cura di
Matteo Delfino

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