Daniele Silvestri – Sant’Agata Bolognese – 24 luglio 2020

Daniele Silvestri – Sant’Agata Bolognese – 24 luglio 2020
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Daniele Silvestri, in tour con La cosa giusta, ha fatto tappa a Sant’Agata Bolognese.

Continua a dare una sensazione strana essere di nuovo, finalmente, davanti a un palco, ma senza avere il privilegio di muoversi come eravamo abituati.

È pur sempre una ripresa, una riconquista

Daniele Silvestri lo sa. È uno degli artisti che ha preferito non rinviare il tour nel 2021 ed esibirsi invece per platee giocoforza più piccole, purché si torni su un palco. Purché si torni a far circolare la musica dal vivo.

La sensazione strana iniziale cambia, tramuta dunque in entusiasmo, perché oggi anche un live non è più così scontato. Lo scatto dalle sedie che si ha, in maniera estremamente naturale, quando parte la vivacità di Salirò, è un segnale. Un bel segnale.

Un una bella manifestazione di come la musica di Silvestri rinvigorisca l’animo di chi è stato per troppo tempo in astinenza da concerti.

Energia tra gli spettatori, energia tra gli artisti

Sant’Agata Bolognese è stata palco e platea per un’energia bilaterale, scagliata avanti e indietro tra Daniele Silvestri, la sua band e il pubblico. Una serata all’insegna di emozioni che tornano a circolare e a essere condivise.

D’accordo il metro di distanza, d’accordo le più che sacrosante disposizioni di sicurezza: si può fare. Non è come prima, ma di questi tempi è una gioia immensa poter riassaporare un concerto. Si vede, si è visto: ovunque ci girassimo, tante, tantissime vibrazioni positive.

Difficile spiegare in maniera più concreta quello che è accaduto al concerto di Daniele Silvestri, a Sant’Agata Bolognese. È successo qualcosa di bello, meravigliosamente bello.

Un modo, a ben pensarci, c’è: lasciar parlare le fotografie di Mirko Fava.

articolo di
Andrea Mariano

foto di
Mirko Fava

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Biografia (fonte TicketOne)

La cifra stilistica di Daniele Silvestri coniuga la ricerca di una nuova canzone d’autore con il riscon-tro del grande pubblico, mescolando talento e tradizione, leggerezza espressiva e impegno civile, come testimoniano canzoni quali Cohiba, Il mio nemico e La mia casa al fianco di Le cose che ab-biamo in comune Acrobati (2016, Salirò e Quali alibi. Le sue partecipazioni a festival popolari hanno sempre lasciato un segno, grazie alla singolare impronta che le contraddistingue: mai sopra le righe, ma sempre sorprendenti.

I tantissimi riconoscimenti ricevuti (Premio Tenco, David di Donatello, Recanati, Amnesty Italia, Grinzane-Cavour, Carosone per citarne alcuni) costituiscono un’ulteriore conferma della sua at-tenzione verso l’altro, dello sguardo, della parola e dell’azione sempre vigili sul presente, solidali, lucidi, generosi. Nascono così i numerosi progetti costruiti con e per Onlus anche molto diverse tra loro: Movimondo in Mozambico, Agende Rosse, CUAMM, Every Child is my Child tra le altre.

I suoi testi sono spesso acrobazie linguistiche balzate fuori dagli otto album in studio: Daniele Sil-vestri (1994), Prima di essere un uomo (1995), Il dado (1996), Sig. Dapatas (1999), Unò-dué (2002), Il latitante (2007), S.C.O.T.C.H. (2011) e Acrobati (2016). Il 3 maggio 2019 è uscito il suo ul-timo disco La Terra sotto i piedi, che contiene anche Argentovivo, brano presentato al Festival di Sanremo dello stesso anno.

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Mirko Fava

Mirko Fava nasce a Parma il 23/04/1991. Ha un diploma da geometra che ha usato per poco tempo, prima di diventare impiegato. Ha cominciato ad appassionarsi di musica negli anni delle superiori ed è andato alsuo primo concerto nel 2007, portandosi dietro una delle prime digitali compatte di suo padre, ottenendo scarsissimi risultati. La passione per la fotografia è cominciata parallelamente a quella per i concerti, anche se a tutti gli effetti si è sviluppata definitivamente dopo qualche anno. La macchina fotografica lo accompagna anche in viaggio, alla costante esplorazione del mondo. Tutte passioni economiche, in pratica.

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