Vento: “Vi racconto il mio Sahara fatto di rabbia e rivincita”

Vento: “Vi racconto il mio Sahara fatto di rabbia e rivincita”
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Michele Iossa, in arte Vento ha 30 anni. Quando era solo Michele, trascorrendo una vita piuttosto travagliata, non è riuscito a dare alla musica il posto che meritava all’interno della sua esistenza.

Nonostante ciò ha sempre scritto e non ha mai abbandonato questa passione cocente. Durante uno dei momenti più bui, un po’ per caso, è nato Vento; un simbolo di speranza che ha allontanato con una folata decisa ed energica la pesantezza sul cuore, lasciando in superficie solo ciò che per lui veramente conta: la sua musica. 

L’augurio è quello di poter portare un po’ di questo Vento complesso, vissuto ma anche fresco e rinnovato nelle case di chi, come Michele, ha bisogno di credere ancora in qualcosa.

Sahara, in uscita il 18 luglio su tutte le piattaforme digitali, è il primo singolo di Vento, scritto a seguito di una brutta rottura. Tra l’isolamento e la spasmodica ricerca di sé, tra gli sbagli commessi e la travagliata sofferenza subita, il brano respira e parla a cuore aperto attraverso strade interrotte e promesse disattese.

Sahara racconta un misto di rabbia e voglia di ricominciare, voglia di voler essere diversi, voglia di sentirsi più forti, ma, sopratutto, voglia di dimostrare che anche da soli ci si può risolvere e risollevare.

Sahara è un inno gridato in nome della forza personale, quella che si muove dentro e che ci aiuta a oltrepassare ogni pregiudizio, ogni ostacolo, è un grido di speranza per tutte quelle persone che si sono perse e che hanno solo bisogno di un pretesto per ritrovarsi.

Raccontaci com’è nato il tuo primo singolo “Sahara”

Sahara l’ho scritta appena è finita la storia più importante della mia vita. Era un periodo in cui ero completamente ancorato al passato e non riuscivo a superare determinati avvenimenti e ad essere semplicemente felice, perciò sono rimasto solo perdendo persino il mio affetto più grande.

Sahara nasce da questo. Nasce da un momento di buio totale in cui ho iniziato a commettere un errore dietro l’altro. Cosa meglio del più vasto deserto del Pianeta Terra poteva rappresentare in modo calzante il mio stato d’animo in quel periodo? Sahara non è però solo desolazione, vuole essere, anche e soprattutto, un inno alla forza personale e un grido di speranza per tutte quelle persone che si sono perse per strada e che hanno solo bisogno di un pretesto per ritrovarsi.

In quale momento esatto hai deciso di mettere le tue emozioni in musica?

Ad essere sincero non l’avevo programmato, è semplicemente successo. Proprio come quelle cose che nascono così, un po’ per caso ma che, infondo, sai esattamente che ti appartengono in qualche modo. Inizialmente erano solo pensieri, interi flussi di coscienza che intrappolavo su fogli, quaderni, tovaglioli di locali e qualsiasi superficie in quel momento disponibile.

Nel tempo è comparsa poi la musica, una sorta di via di fuga e di distrazione dai miei tanti, troppi pensieri. Due mondi, scrittura e canzoni, dapprima per me estranei e quasi inconciliabili. Un giorno però è semplicemente nata la scintilla e da lì non si sono più separati.

Quali sono i tuoi artisti storici di riferimento? Invece tra quelli emergenti chi sceglieresti?

Fatico sempre a dare una risposta a questo genere di domande. Penso che la musica sia un universo. Qualcosa di illimitato che oltrepassa tempo e spazio. Nulla perciò di rinchiudibile in pochi nomi e soprattutto in poche righe. Ogni artista ha avuto, ha o avrà le sue peculiarità, la sua sensibilità, i suoi pensieri e il suo stile. Posso solamente affermare che anche le idee più discostanti dalle proprie possono rivelarsi un’enorme e validissima fonte d’ispirazione.

Se dovessi approdare su un’isola deserta, quali sono i tre album che porteresti con te?

Difficile rispondere in anticipo a questa domanda. La musica che ascolto è molto in linea con le fasi della mia vita, gli stati d’animo e gli intenti del momento, perciò per saperlo con certezza dovrei trovare amici su un’isola deserta. In ogni caso avrei comunque difficoltà a scegliere solo tre album, probabilmente spererei in una batteria del telefono illimitata e in una buona connessione per avere sempre ogni genere di musica a disposizione grazie ai vari store digitali.  

Progetti futuri?

Come ogni aspirante artista penso che il progetto più grande sia quello di poter dare voce alle proprie idee, ai propri pensieri e, nel mio caso specifico, alle proprie parole. Spero che “Sahara” sia il mio modesto punto di partenza e che riesca ad aprirmi la porta verso un mondo, quello della musica, per me ancora nuovo ma pieno di opportunità. 

a cura di
Giulia Perna

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Giulia Perna

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