eliza tron, una roba lo-fi con grandi aspirazioni

eliza tron, una roba lo-fi con grandi aspirazioni
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Il periodo di quarantena, con tutte le sue relative complicazioni, ha spinto Marco Zamuner e Andrea Pieragostini a creare un nuovo progetto: eliza tron. Al primo singolo papi break, pubblicato lo scorso 23 aprile, tra sonorità lo-fi e grafiche vaporwave, sono seguiti ho imparato a volare, autotune e la loro cover degli Afterhours voglio una pelle splendida, l’ultimo brano pubblicato il 27 maggio.

https://www.youtube.com/watch?v=ShNsVX2wZbM

I due si sono conosciuti lavorando a Torino come stagisti negli studi dell’etichetta discografica Bliss Corporation. Il loro lavoro consiste, come ci spiega Andrea, nel «reinventare brani altresì non adatti alla pubblicazione, in maniera più appetibile al pubblico, ed abbiamo anche intrapreso la nostra “Highway to Hell” cimentandoci in brani di nostra produzione, per il mercato internazionale».

Un lavoro il cui «filo conduttore era la future bass che in quel periodo, ma ancora adesso, ci prendeva bene» aggiunge Marco.

Prima di creare eliza tron i due producer avevano già unito le loro creatività in un altro progetto ItzNoReal che «riuniva tutte le teste che gravitavano intorno alla Bliss- afferma Marco- in un collettivo di nerd che facevano musica elettronica\pop senza preoccuparsi troppo di inseguire il successo a tutti i costi ma creando in totale libertà». ItzNoReal, attualmente fermo, potrebbe però «essere reinventato in una versione spaghetti a breve» rivela Andrea. Da ItzNoReal ha poi preso vita eliza tron un progetto in un’altra lingua, l’italiano, e per un altro pubblico più vicino l’ITPop, ma sempre con la stessa voglia di sperimentare ed innovare.

eliza tron, la musica nel segno delle innovazioni tecnologiche

Pur provenendo da background musicali diversi, i due ragazzi hanno trovato nella vaporwave e nella musica lo-fi due passioni comuni.  A tal proposito Andrea racconta: «Personalmente, dopo aver militato in progetti musicali che spaziano dalle band punk hardcore ai drum corps, trovo la possibilità di avere “un’orchestra” sul pc la cosa migliore del mondo. Imparare a creare nuove forme di vita musicale partendo da semplice corrente elettrica è semplicemente un sogno».

Le nuove possibilità offerte dalla tecnologia entusiasmano anche Marco: «Io vengo dalle sale prova, amplificatori e concerti, ma l’amore per l’elettronica è sbocciato quando ho iniziato ad andare alle feste e alle serate nei club e ho capito l’impatto emotivo e trascendentale che aveva. È un genere che sento appartenermi di più perché l’ho visto crescere e diventare l’elemento più contaminante della musica contemporanea. Il rock è stato quello che mi ha fatto venire voglia di imparare a suonare perché vedevo i ragazzi più grandi nelle band e volevo essere figo come loro, ma è un genere che è nato quando io non ero ancora un’idea e sento che il meglio sia già stato fatto. L’elettronica invece mi stimola e mi fa sentire parte di un movimento in crescita.

Poi al di là del genere, che vuol dire tutto e niente, l’elettronica è stata una rivoluzione nel campo della produzione musicale. l’idea che un ragazzo in camera sua con un laptop possa produrre un intero album e fare dei dischi di platino cambia completamente il gioco.

Non c’è più bisogno di grandi studi di registrazione costosissimi, musicisti, fonici ecc. Questo abbatte le barriere e democratizza la musica che diventa alla portata di tutti. Questa idea mi ha sempre gasato ed è quella che mi motiva a continuare. Il lo-fi e la vaporwave racchiudono questo concetto di bedroom music, quindi ci siamo inevitabilmente legati… O forse è solo perché i nostri pezzi suonano male».

Ma, in questo caso, ci permettiamo di smentire Marco: i loro pezzi non suonano male, anzi! Seppur con pochi brani i ragazzi convincono eccome, dando credito al titolo che hanno voluto dare al progetto: eliza tron, una roba lo-fi con grandi aspirazioni.

Aspirazioni che definiscono così: «Vorremmo senza dubbio portare in Italia tutto quello spazio che la musica elettronica occupa/ha occupato negli altri stati. Difficilmente, ad esempio, qui, l’ascoltatore medio sa cosa sia la future bass, e a noi piace molto creare crossover partendo da quel mondo. Vorremmo, un giorno, poter dire di aver creato la “Never Be Like You” all’italiana».

a cura di
Angelo Baldini

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Angelo Baldini

Nato a Napoli nel 1996 studia Giornalismo e cultura Editoriale presso l'Università degli studi di Parma. Collabora con Eroica Fenice di Napoli e con ParmAteneo. Crede in poche cose: in Pif, in Isaac Asimov, in Gigione e nella calma e nella pazienza di mia nonna Teresa.

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