Gio Evan: “Se c’è un posto bello sei te”, il nuovo libro

Gio Evan: “Se c’è un posto bello sei te”, il nuovo libro
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Maggio 2020, sono trascorsi due mesi di quarantena, Gio Evan ha accolto mie domande e le risposte sono arrivate come un regalo. Perché? Lui riesce a sorprendere, arricchire, impreziosire la curiosità. C’è sempre da imparare da un cuore così.

Il 21 aprile è stato il suo compleanno. Una ragazza, Ludovica Loner ha avuto l’idea di raccogliere video-messaggi di auguri per dimezzare le distanze e ricordargli che noi siamo qui, ad attendere suoi abbracci, ad augurargli tanti altri desideri da esprimere ed esaudire!
Se la parola più difficile oggi è dire “Grazie” noi, nel nostro piccolo, continuiamo a ripetere parole buone. Sono i piccoli particolari, i dettagli a smuovere qualcosa in questo universo.
Attorno al suo nome si è creato un girotondo di belle persone che restano in sintonia dopo i suoi live.
Gio Evan ci invita a ricercare il bello da lontano e da vicino, andando oltre, non facendoci sfuggire un solo sguardo!

“Questa quarantena
ha portato con sé tantissimi valori,
se vi siete solo disperati
allora
dovreste rifarla”

Ha lanciato questo messaggio negli ultimi giorni.
Quanti di noi possono definirsi la persona con la quale vorrebbero rientrare a casa la sera? Quanti di noi si sentono a casa con sé stessi? Il 5 maggio è uscito il suo ultimo libro Se c’è un posto bello sei te me ne ha parlato durante l’intervista, ma non è l’unica novità…

Buona lettura!

Gio ti chiedo come stai? Dove vaga la tua testa e il tuo cuore in questo periodo così delicato? Qual è la canzone che più delle altre ti sta tenendo compagnia?

Hei ciao. Dipende a quale “me” lo chiedi. Inizio ad averne molti, e ora come ora sento sempre di più la necessità di precisazioni, così da non cadere nei fraintendimenti. Il me corporale? Sta bene, ho un corpo magro, ha bisogno di poco per comportarsi da aquilone. Il me di spirito? Nonostante non abbia forma è in forma. Perdo colpi sulla parte emotiva, lì ho pelli delicate, si sfregia presto, ha graffi sbrigativi. Non mi è facile vivere in questo mondo, ma pratico in disparte le mie gioie. Nessuna canzone mi dà compagnia in questo periodo, ascolto il silenzio, ascolto le pause della musica, anche lì ci sono zone per buone danze, in questo periodo mi piace ascoltare la radio spenta, ci sono invisibilità importanti da captare.

Anche se per me il concetto è chiaro, cerchiamo di ripeterci affinché chi leggerà potrà captare il tuo pensiero. Cosa vale la pena per te in questa vita? A cosa bisogna credere e dar fiducia affinché possiamo sentirci persone migliori per chi ci incontrerà sul nostro cammino?

Vale la pena impegnarsi a vivere. Dedicarsi alla ricerca spirituale. Vale la pena il gioco, saper avere 3 anni e dimostrarne 100 con il pensiero. Vale la pena non scendere a patti con nessuno ma scendere a pattini le discese dei momenti duri. Vale la pena lo sforzo, il sacrificio, comprendere che il sudore che si lascia salendo la montagna, è acqua buona per i fiori di passaggio. Vale la pena l’immedesimazione, diventare tutti gli altri. Vale la pena prendersi giorni di silenzio, di digiuno, fare a meno della città ma fare la somma della vita. Vale la pena inventare l’amore di continuo, stare accanto ai saggi, ritornare nei campi. Vale la pena, prima di fare qualcosa, chiedere cosa farebbe il bosco se fosse in te.

L’amore puro, innocente, che difendi dall’attaccamento “terreno” che conosciamo bene tutti, ti ha mai ostacolato/influenzato dal vivere una relazione? Idealizzare così tanto l’amore meditando e riuscire ad amare attraverso i tuoi pensieri, ti ha fatto scontrare con la realtà altre volte e chi ha vinto?

Io non idealizzo l’amore, l’amore, se ostacola, non è amore. L’amore non fa mai male, fa male solo chi non sa amare. L’amore che conosco, lascia liberi, non chiede nulla in cambio. A me interessa emanare questa potenza che vibra in frequenze più alte del corpo terreno. Non posso dunque chiedere che me lo si dia, non posso pretenderlo, perché facendo cosi significherebbe non fidarsi della vita. Invece la vita è intelligente, ti mette nel cammino persone che vibrano nella tua stessa fascia evolutiva. Le persone che credono nell’amore possessivo, ricolmo di gelosie e aspettative, con rabbie e pretese, mi svaniscono addosso, è neve che non attacca al mio suolo.

Qual è ad oggi la scelta, azione, più coraggiosa che senti di aver fatto? C’è qualcosa che invece temi? Le debolezze le abbiamo tutti ma non tutti hanno il coraggio di affrontare i propri limiti.

Ho iniziato a scegliere presto, nella mia vita. Quando ancora ero minorenne mi trasferii lontano 40 km da casa, da una signora, per amore del bosco. Mi insegnò il trattore, la raccolta, mi insegnò gli orari dei contadini. Questa è stata una scelta coraggiosa, lucida, a mio avviso. Rinunciare alle nuove tecnologie, ai videogiochi, per gettarmi nelle lenticchie e nei boschi. Non temo niente di me, per me. Sono allacciato stretto alla fune della vita, se precipito so che il cielo mi farà rimbalzare verso lui, evitandomi lo schianto. Temo per il mondo, questo si, mi dispiace vederlo così.

Sappiamo tutti che è uscito il tuo ultimo libro “Se c’è un posto bello sei te” frase che ritroviamo nel testo di Klimt. Con questo nuovo nato, vuoi rivolgerti ai più piccoli? Spesso dimentichiamo che anche noi adulti abbiamo un bimbo interiore che ci ascolta. Questo libro risveglierà e smuoverà gli animi in che modo? Svelaci il tuo ingrediente segreto in questa ultima opera così che invogli tutti a portare in cassa e a casa il tuo libro.

Non credo sia questo il libro rivolto ai più piccoli, ne uscirà uno a breve per loro, illustrato, questo è il mio libro più maturo ad oggi. Questo libro è una galleria d’arte contemporanea, è un museo poetico, dove il nesso sta tra l’abbandonare l’identificazione “uomo”e il salto immortale. Io voto per lasciar perdere l’umano e iniziarsi al sovrumano, ovvero “ricominciare da dentro per andare sopra”. Bisogna mettersi in testa che siamo tutto cuore. L’anno scorso, in tour, ho detto che avrei smesso di essere solo un uomo, che non mi interessa più il me “uomo e basta”. Voglio diventare luogo, piazza, museo, voglio diventare lupo, pianta, mondo, galassia, pianeti vari. Questo libro mi ha dato l’ok.

Hai da poco fatto un annuncio speciale ossia l’uscita di un nuovo singolo, ci vuoi raccontare qualcosa in più? Era in progetto? Se sì, questo periodo di chiusura ha influito sul testo?

Non ha influito sul testo perché è stata scritta ad Ottobre, ma devo dire che è una canzone “presagio” sembra fatta apposta. E io credo che lo sia, cioè credo che sia fatta per questo momento nonostante l’abbia fatta ad ottobre. Mi spiego meglio, credo che questo sia un dono che la meditazione faccia alle persone che ne fanno pratica: ti connettono all’universo, ti mettono l’anima in equilibrio, così si inizia un po’ a prevedere, a presentire, a captare i passi dopo, insomma il famoso intuito. Ti è mai capitato di pensare a una persona e il pomeriggio stesso incontrarla per strada e dire: ”ti ho pensato proprio questa mattina”. Ecco, una cosa del genere.

PRESALVA il nuovo singolo “Regali fatti a mano” cliccando qui!!!

A cura di
Silvia Consiglio
Foto copertina libro
Danilo D’Auria

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