La vita è una ciabatta, ma nessuno te la riporta!

La vita è una ciabatta, ma nessuno te la riporta!
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Crepi l’avarizia (che poi nun c’entra n’cazzo!)”. È cosi che Federico, l’autore de “La vita è una ciabatta”, ci apre la finestra sulla sua giornata. E’ così che ha inizio questa saga degna del miglior Lynch casalingo. Voi direte: “E chi è Federico?”. Datemi giusto qualche minuto del vostro tempo e ve lo spiego.

Un giovane attore Romano

All’anagrafe Federico Antonucci, 28 anni, nato nella capitale e residente nel fantastico quartiere de La Montagnola (Roma). Un ragazzo semplice ma imprevedibile (come si descrive lui). Una grande Passione per il cinema ed un’amore smodato per la pasta con i pomodorini (spoiler alert!).
Ha frequentato la scuola di recitazione Yd’Actors”di Roma.

Il mondo dello spettacolo è duro, si sa, ma lui non demorde e si da fare con qualsiasi tipo di lavoro. Il suo fine è quello di rincorrere l’agognata strada verso il grande schermo. Tra fare il cameriere, il pizza boy, l’addetto al volantinaggio e qualche comparsata in alcune serie Tv, Federico insegue senza sosta il suo obiettivo.

La noia è un motore per la creatività

Roma è la città del cinema, dei sogni e delle aspettative dorate. Non manca nulla, ci vorrebbe solo quel pizzico di fortuna in più che spesso trasforma dei comuni essere mortali in personaggi famosi. Parlo di quei miti che entrano nelle nostre case e che restano nei nostri ricordi più belli.

Lui era li, come tutti noi, intento nel coltivare doti e passioni. Ad un certo punto arriva “il momento” che ha distrutto sogni e certezze di una intera nazione (e non solo): la quarantena! Un momento storico che rimarrà nella memoria di tutti noi. Un periodo che cambierà per sempre le nostre vite, e forse anche il nostro modo di vivere dei prossimi anni (non è spoiler!)

Diventare virali ai tempi del Coronavirus

Federico però non si abbatte, e dopo aver accettato con la pace nel cuore l’avvento del virus, decide di girare un video a casa con il telefonino. Subito dopo lo mette online sulla sua pagina Facebook. Da li in poi è tutta storia scritta a suon di visualizzazioni e condivisioni online (migliaia).

Lo fa un po’ per noia e un pò perché “chi ha dentro il motore dell’arte ” difficilmente riesce a tenere a bada la propria creatività. Ed eccoci arrivati al punto: è così che nasce uno dei video più divertenti, ed originali che il panorama dello sharing, fatto in casa, abbia visto negli ultimi tempi.

Non aggiungo altro, rischierei di spoilerare (per i pochi rimasti) le gesta di questo moderno eroe della “normalità”. Federico in fondo è uno di noi: è un ragazzo che si è ritrovato a vivere una situazione di isolamento, come tutti noi, e ha cercato di regalare una risata ai suoi amici. Solo che il giorno dopo aver pubblicato il video si è risvegliato con un numero altissimo di visualizzazioni sui social (Facebook, Instagram e Youtube)

Federico ci descrive un mondo semplice. Ci racconta il rumore che abita tra le famose “quattro mura domestiche”. Abituati come siamo, ad entrare nella vita delle celebrità, piene di sfarzi e assenza di calore, ci eravamo dimenticati quanto fosse bella una casa abitata da una famiglia vera. Per la precisione il resto dei suoi coinquilini sono 3 cani, 2 gatti ed un silenziosissimo pesce rosso (purtroppo non conosciamo il nome).

Il tempo che ci è stato prestato è prezioso

La vita è una ciabatta” è stata condivisa da migliaia di addetti al settore sanitario. Detta così sembra solo una categoria professionale, ma non lo è affatto. La realtà è che la vera colonna portante di questo difficile momento sono tutte quelle anime vestite di bianco, che ci curano, che ci accudiscono e che puliscono ogni giorno i luoghi in cui qualche eroe salva delle vite.

La bellezza della nostra nazione risiede nelle piccole cose, nei gesti delle persone comuni e nella nostra creatività. La verità è che la quarantena ci ha insegnato che la vita scorre in fretta e che gli attimi di felicità sono pochi. Ci ha ricordato che quando c’è il sole bisogna farci caso, che è vietato arrendersi davanti alle difficoltà che incontreremo lungo il nostro percorso; Tanto meno ci è concesso perderci davanti ad una ciabatta che qualcuno (forse) non ci restituirà mai e poi mai.

a cura di
Alessandro Di Domizio

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