Il Sony World Photography Awards 2020, il riscatto dei live

Il Sony World Photography Awards 2020, il riscatto dei live
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Il riscatto del fotografo di live avviene nel 2020, con uno scatto a Iggy Pop danzante in mezzo ad una folla di fan

Da pochi giorni sono stati dichiarati i vincitori del Sony World Photography Awards 2020. Come ogni anno seguo le varie gare fotografiche mondiali, perché mi piace l’idea di poter individuare già prima degli esiti finali il vincitore.

Quest’anno però, mi è totalmente passato di mente. Se da una parte ricordavo che vi fosse a giorni la proclamazione dei vincitori di questo contest, dall’altra sono stata presa dalla quotidianità da Covid19 e dal conseguente bisogno di riempire le mie giornate per non pensare, perché se dovessi iniziare a pensare sarei perduta.

Voi non mi conoscete, ma immaginate la Guernica di Picasso, ce l’avete presente in testa? Ecco se inizio a pensare nella mia mente scoppia una guerra civile di pensieri e preoccupazioni, quindi mi autogiustifico se quest’anno ho preferito seguire corsi di aggiornamento, webinar, live e ripreso a leggere e divorare film e serie tv accumulate negli anni passati piuttosto del stare lì a cercare informazioni e foto da visionare e analizzare. Fatta questa premessa doverosa torniamo al Sony Awards.

Una scoperta emozionante

Giovedì notte mi arriva una notifica sullo smartphone, con noncuranza lo prendo e controllo, vedo la casella mail illuminata, apro l’applicazione ed eccola lì la email che mi cambierà il periodo di noia quarantenica. Sono finalmente usciti i nomi dei vincitori.

Metto in pausa un video di Youtube e apro il link per poter vedere dove volge lo sguardo degli esaminatori di questo concorso.  Scorro le foto nel sito e resto imbambolata su una foto. La apro a pieno schermo e mi ritrovo davanti Iggy Pop circondato dai fan intenti a ballare.

La luce mi riporta alla mente i quadri di Caravaggio, lo ammetto: mi sono emozionata.

Certo in periodo da Covid19 ho la lacrimuccia facile, ma questa volta è emozione pura, non forzata dalla pandemia e dall’isolamento. Per la prima volta ho visto con i miei occhi una categoria fotografica, quella dei Live o della Gig Photography come la si voglia chiamare, campeggiare sul trono della categoria Cultura.

Non una categoria come spettacolo o eventi o scena, ma CUL-TU-RA, una parola che i più tendono ad associare con la letteratura, l’arte pittorica, la musica classica, ma mai con la fotografia dei live, tranne sé non sei facente parte del settore, lo stesso settore che da anni si batte per la nascita di una materia scolastica in cui si può inculcare la conoscenza di questa meravigliosa arte, così come avviene per la musica, l’arte o la tecnologia nelle scuole primarie.

Il vincitore fedele

I vincitori del contest sono dieci, li ho studiati tutti, mi pare il minimo, ma adesso voglio parlarvi di Antoine Veling, fotografo professionista australiano che il 17 aprile 2019 ha immortalato al Teatro dell’Opera di Sydney, un Iggy Pop circondato dai fan in movimento.

Lo sguardo oltre che su Iggy va a finire su una mano protesa verso l’artista e su un’assistente di palco che prova a mantenere l’ordine. La scena ricorda un passaggio della Bibbia: «Perché diceva: “Se riesco a toccare almeno le sue vesti, sarò salva”» (Marco 5, 25-34, versetto 28), infatti il titolo della fotografia è Mark 5:28.

Quanti di voi vorrebbero toccare il proprio musicista preferito? Quanti non si sentirebbero proprio come quella fan fortunata?

La vittoria è meritatissima, tralasciando tutta la diatriba nata poi quando ho iniziato a spargere la notizia alle due e trenta di notte, ma cos’è oramai la notte durante la Quarantena?

Chi se ne importa se era il fotografo ufficiale, se ha scattato dopo i brani consentiti, in questo contesto per me, come per tutti i fotografi di concerti, deve essere importante la vittoria di uno di noi, anche se poi non è uno che fa solo concerti, non è assolutamente rilevante.

Per una che come me è stata maltrattata e trattata con snobbismo e sufficienza alle letture portfolio, alla quale hanno criticato le foto perché non ritraevano barboni sporchi e abbandonati dalla società, malati di cancro, animali sofferenti o quale altra categoria di disagio emotivo che va di moda in quel contesto, questa vittoria è uno schiaffo morale a tutta quell’arcaica e antica comunità di fotografi che ci caccia via come appestati della peggiore specie quando vorremmo solo far sentire la nostra voce tramite gli scatti che raccogliamo in giro per concerti.

Siamo importanti anche noi

Siamo anche noi fotografi tanto quanto un storyteller o un fotoreporter di guerra, semplicemente raccontiamo in maniera differente qualcosa che quasi sempre offre gioia.

Fermiamo attimi che diverranno ricordi speciali. Basti pensare a tutti quelli che hanno fatto la proposta di matrimonio durante i Jova Party, o a quei fans che fotografiamo e che hanno la fortuna di toccare il loro idolo. Senza le nostre foto, senza i nostri reportage da fotografi ufficiali o inviati dalle testate, quel ricordo sarebbe impalpabile, non sarebbe su un libro, in una cornice o anche solo nella memoria dello smartphone.

Un altro punto a favore di questa vittoria viene a crearsi con le ultime polemiche scaturite dall’intervento televisivo di Tiziano Ferro il quale chiedeva informazioni per gli addetti dello spettacolo.

Molti erroneamente hanno attribuito quelle parole a puro egoismo, ma non stava di certo pensando solo ai suoi interessi, il buon Tiziano stava pensando anche a tutto quell’immenso mondo che c’è dietro un concerto: addetti alla sicurezza come quello presente nella foto di Veling, direttore della fotografia con assistenti vari, direttore del suono con assistenti vari, direttore alle luci con assistenti vari e tante altre figure che per elencarle poi mi converrebbe scrivere un mini racconto e non un articolo informativo.

Per una volta questa vittoria dovrebbe interessare anche loro. Una vittoria che è paragonabile ad uno spiraglio di luce, quello che c’è sempre in fondo a un tunnel infinito, quella luce che spero di trovare alla prossima lettura portfolio, quella luce che spero si illuminerà ed illuminerà il prossimo concerto che andrò a fotografare.

a cura di
Iolanda Pompilio

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