Massimo Bonelli e “La musica attuale”

Massimo Bonelli e “La musica attuale”
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Un fantasista, un produttore e un manager musicale“: così si definisce Massimo Bonelli, uno dei personaggi più iconici del panorama musicale odierno.

Fondatore di iCompany, ideatore e coordinatore di CASA SIAE al Festival di Sanremo, attuale organizzatore del prestigioso Premio Fabrizio De André, nonché direttore artistico ed organizzatore del noto concerto del Primo Maggio a Roma da ormai cinque anni.

Riassumere in un solo articolo tutto ciò che fa e tutto ciò che è Massimo Bonelli sarebbe a dir poco impossibile, ma lo scorso 19 febbraio Massimo ha pubblicato un libro che mi ha da subito incuriosita: si intitola “La musica attuale“, e si configura come un perfetto spartiacque tra il mondo musicale non digitalizzato di un tempo e quello fortemente digitalizzato di oggi.

Affascinata già dai primi capitoli del libro e colpita dalla sensibilità – umana e musicale – dell’autore, ho chiesto a Massimo Bonelli di fare due chiacchiere per parlare de “La musica attuale“, di artisti emergenti e di canzoni belle.

Di seguito l’intervista.

Ciao Massimo. Rompiamo il ghiaccio: in uno scenario apocalittico, quale sarebbe “l’ultima canzone” che vorresti ascoltare in vita tua?

Uno scenario apocalittico tipo quello attuale intendi? O ancora peggio? (ride). Comunque credo che ascolterei “Let down” dei Radiohead.

Lo scorso 19 febbraio è stato pubblicato il tuo nuovo libro dal titolo “La musica attuale”, un pratico nonché aggiornato manuale per artisti emergenti nell’era digitale. Qual è, secondo te, il valore aggiunto di questo libro per i giovani musicisti d’oggi?

È il primo – e per il momento unico – libro italiano che affronta, dal punto di vista degli artisti, la rivoluzione digitale che sta attraversando il mondo della musica. Tante cose sono profondamente cambiate negli ultimi anni e un artista attuale farebbe bene ad acquisirne piena consapevolezza.

Ho scritto il libro proprio a questo scopo: aiutare gli artisti, giovani e meno giovani, a familiarizzare con il nuovo mondo della musica ai tempi del digitale.

Qual è per un artista la sfida più ardua nell’odierno scenario musicale italiano?

Emergere sull’enorme rumore di fondo che c’è in questo momento. La brutta notizia è ci sono tanti, troppi artisti quotidianamente alle prese con questa sfida.

La buona notizia è che se hai un’identità forte e riconoscibile, dei contenuti di valore e sai costruire e alimentare buone relazioni con il tuo pubblico e con i migliori addetti ai lavori, oggi hai molte più possibilità di farcela di quante ne avessi nell’era analogica.

Se ascolto una decina di canzoni nuove, me ne piace – forse – una soltanto. Pensi che l’ascoltatore/spettatore musicale oggi sia più pretenzioso o selettivo rispetto a prima?

Sinceramente penso che sia come è sempre stato. La selettività (o presunta tale) dell’ascoltatore medio nasce in genere da un bisogno di auto-determinazione in chiave elitaria.

Mi spiego meglio: credere e dire che non ci piace nulla è un modo per comunicare, a noi stessi e al mondo, che abbiamo standard alti e che siamo persone più evolute rispetto alla popolazione media. Però poi, nella maggior parte dei casi, ci ritroviamo sotto la doccia a canticchiare con gusto il ritornello dell’ultimo brano di Benji e Fede J (ride).

La musica bella e la musica brutta si sono contese la scena in ogni epoca e non credo che questo momento sia particolarmente diverso dagli altri.

Ti pongo ora una domanda che faccio a me stessa quasi quotidianamente: può una canzone oggi diventare immortale come i grandi classici del passato?

Assolutamente si. Avrei anche un bel po’ di titoli candidati in mente, ma non li scriverò per non scontentare nessuno (ride).

Facciamo un gioco: dimmi cosa ne sarà secondo te della “musica indie” da qua a due anni.

Probabilmente continuerà ad essere il nuovo mainstream, proprio come avviene in questo momento. Magari intanto crescerà e si rafforzerà una rinnovata scena “alternativa” che spero possa riportarci in dote le chitarre elettriche distorte che, sinceramente, cominciano un po’ a mancarmi.

Saluta gli amici di The Soundcheck con la citazione di una canzone che ascolti spesso ultimamente!

“Siamo sempre con il culo per terra
sembriamo quelli che hanno perso la guerra
e le canzoni che ascoltiamo non sono le stesse
cambiano sempre come le promesse.”

È tratta da “Lèon“, un pezzo di Esposito che in questi giorni ascolto spesso e non riesco ancora a gestire emotivamente. Ogni volta che lo riascolto mi si riempiono gli occhi di lacrime…

a cura di
Annalisa Senatore

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Annalisa Senatore

Annalisa all’anagrafe, ma sul web e nel cuore lei è @annamatita_. Nata e cresciuta a Siracusa, ha una laurea in psicologia, una in neuroscienze, un master in comunicazione digitale eeeee Macarena! Vive a Bologna dal 2015 ed è proprio in questa meravigliosa città che ha conseguito la prestigiosa specialistica in “Casi umani: dove trovarli (e lasciarli)”. Social media manager, press officer, sniffatrice seriale di libri, sosia ufficiale di Amy Winehouse e orgogliosissima Serpeverde.

2 pensieri su “Massimo Bonelli e “La musica attuale”

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