Sum 41 – Lorenzini District – 28 gennaio 2020

Sum 41 – Lorenzini District – 28 gennaio 2020
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Order in Decline World Tour

Puntuali ogni anno i Sum 41 arrivano in Italia. Dopo averli visti nel ’17 e ’18, l’ultima loro apparizione è stata sul palco del Firenze Rocks 2019 nella stessa giornata dei Cure. Solitamente i loro passaggi erano estivi, questa volta arrivano indoor a quasi inaugurare il Lorenzini District, la nuova area concerti milanese (della stessa proprietà del Fabrique).

La band canadese capitanata da Deryck Whibley ancora una volta colpisce per la sua forza, la sua energia ed una grande potenza sonora. Si muovono in quel territorio in cui il punk si confonde con l’hard rock e si “addolcisce” con il pop, su cui si innestano le melodie vocali creando ritornelli accattivanti da cantare tutti insieme come avvenuto a Milano (ed in ogni altra loro esibizione).

Il concerto inizia con una intro strumentale e la band dietro un telo, che nel momento in cui casca fa esplodere la musica dando inizio ad uno spettacolo che sarà per lo più spinto verso la potenza e l’energia.

I Sum 41 si muovono su un palco di grandi dimensioni (più da open air che da club) accompagnati oltre che dalla loro energica (ed energizzante) musica da un ottimo light design, da colonne di fumo che esplodono durante lo show e da mostri che sul finale prendono possesso del fondo palco. Niente schermi, musica e luci sono quanto basta per dare vita ad uno spettacolo accattivante.

La partecipazione del pubblico è elemento essenziale e richiesto.

Tutti cantano le melodie delle canzoni, il pogo nel sotto palco lo si percepisce da qualunque posto del locale (e dalle facce stravolte dei “reduci delle prime file”). La forza della band sta anche in questa capacità di scrivere singoli che arrivano immediatamente e che proprio live trovano il loro trionfo.

Il suono crudo e diretto (con un’acustica perfetta) è dominato dalle chitarre elettriche a cui ogni tanto si aggiungono delle tastiere ad impreziosire ed arricchire il tutto. Sorprendente è la sezione ritmica, in particolar modo la batteria: “metronomica” quanto potente e martellante ma tutto sommato fantasiosa. Siamo in presenza di un muro granitico, compatto ma mai “stordente” anzi molto “accogliente”. Non c’è brano che non veda o richieda la partecipazione del pubblico. Anche se a volte i brani tendono un po’ a sovrapporsi per una certa uniformità sonora e di arrangiamento (soprattutto nella prima parte). Arrangiamento che va detto per il live diventa ancor più rock, indurendo la propensione “pop” dei dischi.

L’inizio dello show è al fulmicotone.

Solo dopo aver sferragliato e martellato per un 45 minuti ed una decina di canzoni i canadesi cedono il passo ad un momento di tranquillità, concedendo al pubblico una (apprezzata) ballata elettro acustica. Quest’angolo dedicato al pop permette a tutti di riprendere fiato ma si risolve in un attimo, anche se nella seconda parte i toni sono a volte più pacati. Ci sono momenti in cui i Sum 41 fanno entrare il pubblico in un brano da una porticina acustica, che però introduce in un mondo elettrico dove tutto torna ad esplodere e dal quale si riesce dalla stessa entrata.

Deryck Whibley, Dave Brownsound, Tom Thacker, Cone McCaslin e Frank Zummo in un’ora e 45 minuti (90 di show più una decina di minuti di bis introdotti da una loro esplosiva rilettura di We Will Rock You dei Queen) mettono in scena uno spettacolo di grande intensità e di forte partecipazione. Cantano melodie condivise su una base musicale martellante, costruendo il punk del nuovo millennio. È uno show coinvolgente, travolgente che fa sudare e che si conclude sulle note di una ballatona per mandare il pubblico a casa felice e rilassato, prima di ritornare per un secondo bis a sorpresa. C’é anche spazio per un ricordo, a pochi giorni dalla sua tragica scomparsa, dell’indimenticabile Kobe Bryant!

Per la recensione dell’album Order in Decline clicca qui.

A cura di
Luca Trambusti
Immagine in evidenza
locandina del tour

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