Nuovo singolo per Didio, ci presenta “Naufraghi”

Nuovo singolo per Didio, ci presenta “Naufraghi”
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“Come naufraghi su un’isola, mare calmo dentro” parole dolci introducono il nuovo singolo, il secondo: Naufraghi.
Stiamo parlando di Didio è di origini napoletane ma vive da 20 anni a Milano.

Come chitarrista è stato in tour con alcuni dei più importanti artisti italiani: Eros Ramazzotti, Franco Battiato.
Ha partecipato il 7 giugno 2018 al concerto PINO È, omaggio all’immenso Pino Daniele.

Potrei elencarvi diverse collaborazioni, ma vorrei soffermarmi sul suo nuovo singolo Naufraghi uscito il 10 gennaio. Intraprende questo nuovo percorso, il testo e le musiche sono di sua mano.

In merito gli ho posto una domanda durante l’intervista, scopriremo in seguito attraverso le sue parole questo passaggio.

Chi si presta ad ascoltare la canzone dalle sonorità elettropop, troverà conforto e coraggio per il ritmo incalzante che sembra quasi suggerirti cosa fare in una circostanza di vita che Didio prova a raccontarci: “L’inciso è rivolto al femminile, perché le donne più degli uomini sono vittime di una violenza che origina sempre come psicologica e che può arrivare a una violenza fisica nei casi più gravi.

Solo ritrovando un rapporto con la parte più profonda e sana di se stessi si può vedere e capire la natura di una relazione.”

Tema delicato l’amore per sé stessi.
Imparare ad amarsi, infondo, significa imparare ad amare!
Chi vive una dipendenza, non sarà mai completamente libero.

Didio me ne parlerà in questa intervista…

Ci vuole coraggio a pronunciare dei “no” ma niente è più liberatorio per sentirsi nuovamente in pace con sé stessi. Ti rivolgi ad un pubblico femminile nel tuo brano “Naufraghi”, qual è a tuo avviso la regola a cui nessuno dovrebbe sottostare?

“Bisogna opporsi con tutte le proprie forze verso chi, con comportamenti consci o inconsci, cerca di impedire la tua realizzazione, sia personale che professionale.

Le “regole che cambiano continuamente” di cui parlo nella canzone, sono quell’insieme di dogmi che continuano a mutare, anche andando in conflitto tra loro, perché l’unico obiettivo che hanno è bloccare, immobilizzare l’altro e le sue possibilità.”

“Noi, siamo in cerca di un contatto” questa strofa è un richiamo di aiuto nel sentirci protetti o diversamente credi che nell’epoca in cui viviamo si dia troppa confidenza, soprattutto virtualmente, senza poi conoscersi per davvero rischiando di accontentarci?

“Penso che siano necessari due diversi approcci: uno nei confronti del macrocosmo rappresentato, ad esempio, dalla rete, dai social e da tutti i meccanismi di iperconnessione in cui siamo immersi, e uno per il microcosmo, che io considero il mondo degli affetti.

Una regola che funziona sicuramente per me, è tenere le due cose separate. Il contatto di cui ognuno ha davvero bisogno è quello dato dalle persone reali che nutrono nei tuoi confronti un affetto sincero.”

Chi ti ha ispirato nel campo musicale, chi consideri Maestro?

“Su tutti sicuramente Franco Battiato, in particolare in riferimento ai suoi dischi degli anni ’80. Melodie accattivanti, con un linguaggio accessibile utilizzato per affrontare tematiche complesse.

Osservando lui, nel periodo in cui sono stato il suo chitarrista, ho capito che si può confezionare un brano in solitudine, perché la composizione è arrangiamento e viceversa.”

Come chitarrista hai affiancato diversi artisti di successo, ti sei sentito sempre a tuo agio o desideravi segretamente da tempo essere un cantautore?

“Nei periodi che ho trascorso a Los Angeles ho imparato un modo di dire molto comune tra i musicisti americani in studio di registrazione: take a back seat.

Quando si fa musica è uno solo che sta alla guida, se non sei tu, prendi il tuo posto sul sedile posteriore e lasciati portare. Questo per dire che sono ruoli diversi.

Ho aspettato che i tempi fossero maturi per intraprendere il mio viaggio, con me alla guida.”

Quali altri temi toccherai nel tuo progetto?

“Sto lavorando al prossimo singolo che uscirà il 6 marzo e avrà un testo molto importante, chi lo ha ascoltato lo ha definito generazionale. Sarà la mia risposta a “La Verità” di Brunori Sas.”

Ti senti soddisfatto o hai dei cassetti ancora da aprire?

“Mi sento soddisfatto per aver finalmente iniziato ad aprire questo cassetto pieno di canzoni, ma non è ancora aperto del tutto.
Ce ne sono ancora tante da farvi ascoltare.”

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A cura di
Silvia Consiglio

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